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WOLFMAN --- di Joe Johnston
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Remake dell’omonimo film del 1941, Wolfman riporta sugli schermi uno dei “mostri sacri” dell’horror: il lupo mannaro. Nel 2010 non ci si aspetta nulla di meno di un cast fatto di grandi nomi, in grado di oscurare illustri predecessori quali Lon Chaney e Bela Lugosi, ed un corredo grafico atto a conferire alla bestia l’aspetto temibile e l’agilità sovrumana che l’hanno resa leggendaria, in una veste moderna e più realistica.

Ci sono variazioni rispetto alla storia originale ma nessuna è così rilevante. Il celebre attore Lawrence Talbot (Benicio del Toro) riceve una lettera dalla cognata, Gwen Conliffe (Emily Blunt), che gli annuncia la scomparsa del fratello Ben nei dintorni di Talbot House, la magione dove il protagonista ha trascorso l’infanzia e da cui si è allontanato appena ha potuto, per sfuggire al padre Sir John (Anthony Hopkins). Al suo arrivo scopre che il corpo di Ben è stato ritrovato, sbranato con ferocia da una misteriosa creatura, e nel paese circolano dicerie e sospetti. Deciso a scoprire la verità, Lawrence visita un’accampamento di zingari frequentato dal fratello, ma proprio quella notte la bestia attacca e lui viene ferito. La zingara che lo cura, Maleva (Geraldine Chaplin), gli rivela che è stato colpito da una maledizione e che solo chi lo ama potrà liberarlo. La convalescenza è straordinariamente rapida e alla prossima luna piena Lawrence scopre che la leggenda del lupo mannaro è verità. Le sue azioni attirano l’attenzione dell’ispettore Aberline (Hugo Weaving), che lo catturerà per rinchiuderlo in manicomio. Ma la sua non è semplice pazzia omicida ed è stato un altro licantropo a contagiarlo; dopo esser fuggito creando scompiglio nelle vie di Londra, Lawrence ritorna a Talbot House per cercare la verità nascosta tra le nebbie della brughiera e le ombre del passato.

Sebbene il film non sia affatto noioso o sgradevole, il senso di inutilità aleggia su ogni singola scena. Eviterei di fare il paragone con The Wolf Man del ’41, l’ho visto una volta e lo ricordo poco, ma in questo remake non ho scorto nulla di nuovo o sensazionale. La recitazione è più che adeguata, del resto abbiamo solo consumati professionisti sul set, e gli ambienti sono ricostruiti con cura. Il colore purtroppo non aiuta a creare l’atmosfera ed i filtri adottati non risolvono il problema, tuttavia la scelta delle location e la ricostruzione storica del 1891 sono state condotte a dovere.

Che cosa non funziona? Clamorosamente, è proprio ciò che ha motivato il film: gli effetti speciali. È strano che ci si accorga della compresenza di tecniche tradizionali e grafica digitale, perché ormai si è abituati al perfetto amalgama, che non permette di distinguere il falso dal vero. Qui il velo di Maya si scosta impietoso e rivela una CGI un po’ datata unita a make-up non sempre credibili, nonostante siano accreditati ad un esperto come Rick Baker. Il lupo mannaro corre troppo e sembra non avere peso. Sei anni fa qualcuno avrebbe applaudito allo spettacolo, ma oggi gli standard sono ben altri.

La commistione di storia gotica e horror splatter risulta straniante: tanto spargimento di sangue ed interiora finisce col rovinare l’atmosfera creata nelle scene parlate, sempre piuttosto riflessive e meditative. In molti punti ci si chiede perché una storia decente venga rovinata dalla pessima gestione di alcuni passaggi fondamentali, che si rivelano frettolosi e poco credibili. D’altra parte, l’impiego di così tanti bravi attori in ruoli marginali (E.Blunt è lì solo perché deve esserci una bella donna, mentre H.Weaving è del tutto sprecato) e lo scarso sfruttamento di alcuni personaggi intriganti, come la zingara Maleva ed il domestico sikh interpretato da Art Malik, accresce ulteriormente il potenziale sperperato.

Le musiche sono di Danny Elfman, altro gran nome del cinema contemporaneo, e gli effetti sonori sono possenti, vero e proprio motore delle scene. Si fa sovente ricorso al suono per spaventare, a volte in modo grossolano. Roba buona per far balzare le ragazzine sulle poltrone, ma dopo il primo boato accompagnato dall’improvvisa comparsa del mostro lo spettatore medio si mette il cuore in pace e si tappa le orecchie per preservare l’udito. Troppo spesso nelle sale si raggiungono livelli sonori oltre il tollerabile e, se le discoteche sono (giustamente) perseguibili, dovrebbero fare controlli anche nei cinema.

A parte il buon livello della recitazione e la qualità del sonoro, Wolfman ha poco da offrire. Semina ma non approfondisce, prepara e poi dilapida, entusiasma e poco dopo delude. È un film che non mi sento di consigliare; non ce n’era bisogno, almeno non in questo modo, pertanto non è indispensabile la presa visione.

Voto di gradimento: 5
Voto critico: **

Inviato il: 28/2/2010 15:59
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Re: WOLFMAN --- di Joe Johnston
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Mai sentito.
Mai visto in giro.
Mai incappato neanche nel trailer.

Dopo aver letto la tua recensione, mi ritengo fortunato.



Non capisco questa voglia di proporre continuamente dei remake. Presumo che alle case cinematografiche giungano ogni anno decine e decine di copioni originali... non tutti saranno capolavori, okay, ma non credo sia neanche necessario rimodernare ogni singola idea (esempio: l'ultimo Shelock Holmes, che picchia come un fabbro, salta e vola dalle finestre come il peggior Spiderman). Sinceramente non è il tipo di cinema che m'appassiona e che m'invoglia a spender soldi.

Inviato il: 28/2/2010 20:32
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Re: WOLFMAN --- di Joe Johnston
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La recensione e molto promettente pero non lo ho ancora visto il film. Ora ho voglia di vederlo.

Inviato il: 3/3/2010 20:33
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Re: WOLFMAN --- di Joe Johnston
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Devil_Arhangel ha scritto:
La recensione e molto promettente pero non lo ho ancora visto il film. Ora ho voglia di vederlo.


Ehm, non è proprio quello che avevo intenzione di esprimere con la mia recensione, comunque se sei convinto vai pure. Non è un film eccellente, ma non è neppure un film che esci chiedendoti chi te lo ha fatto fare di vedere una roba simile.

Sarei curioso invece di sapere se qualcuno ha visto "Amabili Resti" di Peter Jackson. Da quanto ho sentito è stato assai criticato dai moralisti beghini benpensanti americani, però io non so se ho il coraggio di vederlo. Ho una consolidata sfiducia nei confronti del regista Peter Jackson.

Inviato il: 4/3/2010 19:16
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Re: WOLFMAN --- di Joe Johnston
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Gurgaz ha scritto:

Sarei curioso invece di sapere se qualcuno ha visto "Amabili Resti" di Peter Jackson. Da quanto ho sentito è stato assai criticato dai moralisti beghini benpensanti americani, però io non so se ho il coraggio di vederlo. Ho una consolidata sfiducia nei confronti del regista Peter Jackson.


No io no. non ho sentito nemmeno nominare da qualcuno. domani vado a vedere WolfMan speriamo che mi piacia...

Inviato il: 16/3/2010 23:14
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