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SMILE --- di Francesco Gasperoni
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Un horror italiano? Una produzione italo-anglo-marocchina patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali e dall’Istituto Luce? Cosa potrà mai essere, vista la condizione in cui versa il cinema nostrano? Domanda retorica, tutti sanno la risposta, non vale neppure la pena di scriverla. Smile, che già dal titolo appare frivolo e sciocchino, è l’opera prima di Francesco Gasperoni, già impegnato nella televisione e fondatore della casa di produzione Moviemaker.

La storia si svolge tutta in Marocco e curiosamente mi ha ricordato una vacanza che tre miei amici hanno organizzato due anni fa; il tour improvvisato di un paese esotico e tuttavia ospitale verso gli stranieri, selvaggio ma senza troppi problemi per chi si vuole spostare autonomamente. Per loro è stata una magnifica esperienza, mentre per un gruppo di sette compagni d’Università, in verità un po’ “cresciutelli”, diventa una spaventosa disavventura. Naturalmente c’è il consueto retroscena di relazioni aperte e chiuse: Clarissa (Harriet Mac-Masters Green) è innamorata di Paul (Robert Capelli Jr.) ma non gliel’ha mai detto; Tommy (Antonio Cupo) ha appena chiuso la sua storia con Geneva (Tara Lisa Haggiag); Rasheed (Mourad Zaoui) e Jameela (Giorgia Massetti) sono chiaramente presi l’uno dall’altra. Solo Angelica (Manuela Zanier) pare non avere interessi particolari all’interno del gruppo. L’idea è andare in campeggio nei Monti dell’Atlante, zona di paesaggi stupendi in cui persistono antiche leggende di spiriti maligni. Niente che possa impaurire sette giovani, a parte l’aristocratica Geneva che appena sente parlar di tende si precipita verso casa. Ma il guaio è già cominciato: quel maledetto pomeriggio Clarissa ha ricevuto in regalo da un misterioso individuo, in seguito presentato come il fotografo Tollinger (Armand Assante), una macchina Polaroid datata 1966. Le foto scattate con tale macchina hanno uno strano effetto sulle persone, perché queste dopo un po’ muoiono in modo piuttosto singolare. I giovani si perdono nei boschi marocchini e restano prigionieri del loro incubo, in cui coinvolgono suo malgrado un cacciatore locale (Rabie Kati).

Incredibile che ci sia voluto tanto spazio per riassumere questa trama, forse a causa del discreto numero di personaggi che inevitabilmente corrisponde ad un alto numero di decessi, come da copione. Quel che stupisce davvero in Smile è tuttavia la commistione di cose già viste (macchine fotografiche che uccidono, foto che predicono il tipo di morte, ecc...) con un’ambientazione piuttosto originale per un horror, non tanto nella parte girata nei boschi, un classico, quanto nei numerosi esterni collocati in scenari da fiaba, inclusa una suggestiva discoteca marocchina. La fotografia e la direzione delle riprese sono niente male, evidentemente parte del budget è stata spesa bene, così come per la colonna sonora di Federico Landini, ma i pregi finiscono qui e non sono preponderanti sui difetti.

La sceneggiatura è veramente deficitaria, non c’è un mistero da svelare, non ci sono sorprese e non si è provveduto ad imbastire sequenze dialogiche meritevoli. È tutto spaventosamente mediocre, complice la prestazione approssimativa o sottotono degli interpreti. In tutto il cast spicca solo A.Assante, volto noto delle fiction televisive e di American Gangster, mentre gli altri risultano poco convinti e in palese difficoltà a calarsi in una situazione assurda ed irreale. Il regista cerca qua e là il colpo di genio alla Tarantino, forse per paura di essere criticato dallo stesso regista statunitense. Visto che è la sua prima esperienza gli dico anche che è bravo. Il guaio è che le altre facilonerie non si possono perdonare, perché rovinano completamente la resa del film e lasciano lo spettatore deluso.

Infine sono gli effetti speciali di Mario Michisanti a generare un ulteriore senso d’insoddisfazione. Le scene di morte sono molte ma troppo tagliate, semplificate, nascoste, sia per evitare di spendere troppo che per una strana vergogna nell’essere troppo espliciti. Purtroppo ciò significa non stare al passo coi tempi: quando ci sono produzioni francesi e spagnole che versano torrenti di sangue non si può avere reticenza a mostrare una pala che si pianta in un corpo umano. Ma c’era qualche dubbio, dico? Credo di no, stiamo parlando di cinema italiano. Siccome non ho i miei pupilli da difendere a spada tratta, non dirò che per sovvenzionare Smile si sono tagliati i viveri ad altre produzioni che avrebbero meritato di più. Mi limito a rilevare che siamo indietro di vent’anni e che quello che il nostro cinema propone non mi piace per nulla; in qualità di spettatore non ho altri doveri.

Voto di gradimento: 5
Voto critico: **

Inviato il: 5/9/2009 20:02

Ultima modifica di Gurgaz il 6/9/2009 0:13:42
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Re: SMILE --- di Francesco Gasperoni
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Mi domando come possa andare a finire questo filmone, dal momento che hai bocciato la trama senza se e senza ma. Cos'è, qualcuno riesce a fotografare la macchina fotografica stessa (allo specchio, per dire), e quella, disperata, si suicida?

Ma poi perchè in Marocco e non, ad esempio, a Pordenone? C'è una motivazione?

Comunque non ne so nulla. Mai sentito, 'sto Smile. Si tratta d'una pellicola uscita nelle sale in questo periodo, o ti sei procurato il dvd, o altro?

(Mi piacerebbe un sacco fare una bella chiacchierata come ai vecchi tempi, quindi mi sto spremendo le meningi per formulare domande che abbiano un minimo sindacale di senso. )

Mi domando anche se davvero non esistano idee migliori di questa. Mi rendo conto sia difficile trovare spunti originali, ma se uno fa il regista significa che qualcosa deve pur aver appreso, studiato ed ideato. Possibile non si possa realizzare un'inquadratura "artistica" della pala che uccide la persona? Boh. Hitchcock non mostrava mai sangue. Non ne aveva bisogno: utilizzava espedienti intelligenti per mantenere alta la tensione e vivo l'interesse. C'era ovviamente un gran talento ed una gran preparazione dietro, e mi domando perchè non debba essere lo stesso oggi: se uno fa il regista, almeno si documentasse, testasse inquadrature nuove, studiasse angolazioni e prospettive che possano stupire o divertire. Altrimenti perchè farlo? Solo per la pecunia? E l'Arte? L'Arte, dannazione, dov'è? :D

A me il 90% della produzione cinematografica italiana non garba, quindi non mi sorprende più di tanto che anche questo film sia un sesquipedale flop. Ormai ci siamo abituati. E' quando accade l'opposto - ovvero quando le cose funzionano - che mi stupisco (e questo spiega alcune cose dell'Italia, ed anche di me, forse).

Inviato il: 6/9/2009 1:28
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Re: SMILE --- di Francesco Gasperoni
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=Dr.Scherzo= ha scritto:
Mi domando come possa andare a finire questo filmone, dal momento che hai bocciato la trama senza se e senza ma. Cos'è, qualcuno riesce a fotografare la macchina fotografica stessa (allo specchio, per dire), e quella, disperata, si suicida?


Ci sei molto vicino, ma non è la macchina a farci le spese. I due superstiti hanno appena capito come sono andate le cose (c'è del soprannaturale di mezzo, ma senza motivazioni particolari, c'è e basta) e così, su una strada asfaltata in mezzo al deserto, Clarissa si mette a scattare foto al nulla per consumare il resto della pellicola della macchina. Mentre il caro Paul la esorta a calmarsi e a lasciar perdere, passa una macchina in stile limousine dello sceicco di turno e Clarissa non se ne accorge (come è possibile, in mezzo al silenzion del deserto?). Presa dalla frenesia di finire la pellicola, la macchina le passa davanti e lei scatta una foto. Orrore! nella foto si vedono lei e Paul riflessi nello specchio della macchina! La macchina improvvisamente impazzisce e ritorna indietro per farli fuori. E lì finisce il film.

Citazione:

=Dr.Scherzo= ha scritto:
Ma poi perchè in Marocco e non, ad esempio, a Pordenone? C'è una motivazione?


Sì, la storia poteva aver luogo ovunque. Il Marocco è un buon pretesto per inserire alcune inquadrature affascinanti nel deserto e nelle città. La parte dei boschi è un po' più tetra e bisogna dire che le luci sono state usate piuttosto male. Quella poteva essere girata anche nei boschi sulle colline a 4 km da casa mia.

Penso che il Marocco sia stato un pretesto per giustificare le sovvenzioni dei vari ministeri ed enti benefici citati all'inizio del film.

Citazione:

=Dr.Scherzo= ha scritto:
Comunque non ne so nulla. Mai sentito, 'sto Smile. Si tratta d'una pellicola uscita nelle sale in questo periodo, o ti sei procurato il dvd, o altro?


E' uscito il 28 agosto e il 29 mi è capitato di vederlo. Ero andato per vedere "Il Messaggero" ma uno degli amici intervenuti lo aveva già visto, così per non costringerlo a rivedere un film abbiamo cercato una (non) valida alternativa.

Citazione:

=Dr.Scherzo= ha scritto:
Mi domando anche se davvero non esistano idee migliori di questa. Mi rendo conto sia difficile trovare spunti originali, ma se uno fa il regista significa che qualcosa deve pur aver appreso, studiato ed ideato. Possibile non si possa realizzare un'inquadratura "artistica" della pala che uccide la persona? Boh. Hitchcock non mostrava mai sangue. Non ne aveva bisogno: utilizzava espedienti intelligenti per mantenere alta la tensione e vivo l'interesse. C'era ovviamente un gran talento ed una gran preparazione dietro, e mi domando perchè non debba essere lo stesso oggi: se uno fa il regista, almeno si documentasse, testasse inquadrature nuove, studiasse angolazioni e prospettive che possano stupire o divertire. Altrimenti perchè farlo? Solo per la pecunia? E l'Arte? L'Arte, dannazione, dov'è? :D


Confesso di non aver mai visto un film di Hitchcock. Sangue o non sangue, ci sono mille modi diversi di girare una scena ed il regista ha il compito di trovare quello migliore, considerati i mezzi a sua disposizione. In questo caso, vuoi per scarsi mezzi o per inesperienza, le scene sono sempre frettolose, monche, poco chiare. Gasperoni ci ha messo un po' di ingegno in certi casi, non ha né il talento né la preparazione di un grande maestro come Hitchcock (sarebbe ingiusto pretenderlo), però il suo lavoro lo ha fatto. I problemi stanno nella storia, nelle accelerazioni temporali ingiustificate, nei dialoghi banali, in un sacco di cose date per scontate senza diritto di farlo.

Non pretendo grande Arte dal cinema horror, men che meno da quello italiano. Un po' di onesto divertimento o di tensione ben calibrata sarebbe più che sufficiente. In Italia mancano gli sceneggiatori di un tempo, e i registi-sceneggiatori.

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=Dr.Scherzo= ha scritto:
A me il 90% della produzione cinematografica italiana non garba, quindi non mi sorprende più di tanto che anche questo film sia un sesquipedale flop. Ormai ci siamo abituati. E' quando accade l'opposto - ovvero quando le cose funzionano - che mi stupisco (e questo spiega alcune cose dell'Italia, ed anche di me, forse).


E' così un po' per tutti credo. Ieri ho visto brandelli di un film pubblicizzato al tg in occasione della solita fiera del cinema di Venezia, non ricordo né il titolo né il regista, forse la figlia di Comencini, comunque c'è Claudia Pandolfi nel cast. Ebbene, parla del '68, di comunismo e lotta di classe. Un'altra grossa sorpresa!

Inviato il: 6/9/2009 9:58
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Re: SMILE --- di Francesco Gasperoni
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Gurgaz ha scritto:

Confesso di non aver mai visto un film di Hitchcock. Sangue o non sangue, ci sono mille modi diversi di girare una scena ed il regista ha il compito di trovare quello migliore, considerati i mezzi a sua disposizione. In questo caso, vuoi per scarsi mezzi o per inesperienza, le scene sono sempre frettolose, monche, poco chiare. Gasperoni ci ha messo un po' di ingegno in certi casi, non ha né il talento né la preparazione di un grande maestro come Hitchcock (sarebbe ingiusto pretenderlo), però il suo lavoro lo ha fatto. I problemi stanno nella storia, nelle accelerazioni temporali ingiustificate, nei dialoghi banali, in un sacco di cose date per scontate senza diritto di farlo.


Ah, ecco. Ho capito. Qui manca il copione, esatto. Se la sceneggiatura è orrida, il regista non ha colpe, già.
Però allora torno alla domanda iniziale: possibile non esista niente di meglio di 'sta roba qui?
Quanti copioni giungeranno alle case di produzione in un anno? Mille? Di più?
Mi pare strano non arrivi mai una proposta degna di nota... A meno che la scelta di proporre sempre la medesima solfa non sia volontaria, ovvio. Immobilismo culturale? Paura di sperimentare? Troppi raccomandati?

Citazione:

Ieri ho visto brandelli di un film pubblicizzato al tg in occasione della solita fiera del cinema di Venezia, non ricordo né il titolo né il regista, forse la figlia di Comencini, comunque c'è Claudia Pandolfi nel cast. Ebbene, parla del '68, di comunismo e lotta di classe. Un'altra grossa sorpresa!


Non intendo tornare più sull'argomento Elogio della Sfiga.
Tu lo sai come vanno 'ste cose italiote. Io pure. E' sufficiente.

P.S. = Gurgaz! Non hai mai visto un film di Hitchcock!? Mi sorprendi! Non è da te! Dovresti rimediare, è un regista che ha saputo escogitare diverse soluzioni narrative argute ed interessanti. Potrebbe essere utile ad ogni scrittore. Promettimi che tenterai di procurarti almeno Psycho e Gli Uccelli.

Inviato il: 6/9/2009 23:43
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