Salve a tutti.
É rarissimo che di questi tempi mi capiti l'occasione di scrivere qualcosa, ma accade talvolta che qualcosa di udito a lezione mi stimoli e che un lentissimo treno mi dia il tempo di buttare giù qualcosa (al lavoro non se ne parla).

Questa filastrocca (ormai mi sto specializzando ) è stata ispirata da un'altra del mio professore di Pedagogia Musicale, che mi aveva colpito per l'idea ma mi aveva abbastanza deluso come "forma".
L'idea principale era riutilizzare l'idea dei colori delle cose dando al tutto uno stile che mi piacesse, ma mentre scrivevo c'è stato un cambiamento, una metamorfosi che non immaginavo all'inizio. Eccola a voi (al solito, commenti e critiche sono i benvenuti):

I colori delle cose

Mi ha chiesto guardandomi attento
un bimbo curioso davvero
“Qual è il colore del vento?
Di certo non bianco e non nero!”
Rimasto son molto sorpreso
da questa bizzarra questione
ma poi mi son presto ripreso
e ho detto al mio bel curiosone
“Io penso sia quasi turchino
con tre belle strisce dorate
perché fa girare il mulino
e il caldo sconfigge d’estate.”
“E allora il colore del sonno?”
mi ha detto veloce il bambino
“L’ho chiesto stamani a mio nonno,
ma lui ne sapeva pochino.”
“Il sonno è di un verde profondo
con veli un po’ rossi e un po’ rosa,
abbraccia ogni uomo del mondo
che lieto di notte riposa.”
Mi ha chiesto il fanciullo a quel punto
“Sai mica il colore dei suoni?
Pensandoci non son mai giunto
neppure a capir quelli buoni.”
“I suoni hanno tanti colori,
vivaci, sinceri e brillanti,
di alberi, prati e bei fiori,
di feste e risate scroscianti.”
M’interroga il giovane adesso
“E dell’allegria che mi dici??
Rimugino sempre più spesso
su ciò che ci rende felici.”
“Giallo, arancione e poi bianco,
azzurro con tocchi d'argento.
Di questi non esser mai stanco,
puoi ridere in ogni momento.”
Curioso rimane il ragazzo
“E dell’amicizia lo sai?
Senza diventerei pazzo
e non so capir come mai.”
“Più chiara dei raggi del sole,
più vasta del blu del gran mare
non bastano mille parole
per ciò senza cui non puoi stare.”
Ormai è già uomo chi chiede
“Rimasto è soltanto l’amore
del quale siam facili prede
e qual sarà mai il suo colore?”
“Per questo non posso aiutarti,
di tutta la vita è il mistero,
ma vivi e non scoraggiarti,
so che troverai quello vero.”

Grande Xion, molto bella. Veramente. Queste sono le classiche domande di un bambino (ma anche di un adulto) quando pensa alle emozioni come l'amicizia o l'amore, che però sono intangibili e, ovviamente, incolori, ma che ci influenzano come nessun'altra cosa.

Il colore, come la musica o la parola, dà anche un significato agli oggetti e quindi assegnare un colore a qualcosa come l'amicizia o l'amore non è altro che dare un significato, in qualche modo *oggettivo*, a questi sentimenti.

Complimenti!

veramente bravo!