| Categoria: Fumetto Game Sherlock Holmes
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Titolo: 01 - Diario di un eroe | Valutazione: 7.00 Letture:1807 | Asna "CED" Cédric (disegni e storia) | A Londra, il celebre scrittore Ames Douglas è stato avvelenato. Tutto sembra indicare un suicidio, ma un messaggio in codice convince Sherlock Holmes del contrario. Entra nei panni del dottor Watson e conduci l'indagine al fianco di Holmes. Decidi le piste da seguire, i sospetti da interrogare, svela gli indizi e scopri la verità. L'eroe sei tu! |
Valutazione media:
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Data pubblicazione 29/11/2013
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Titolo originale: Sherlock Holmes: Journal d'un heros - Livre 1 Autore (matite e storia): Asna "CED" Cédric Anno: 2013 Traduzione italiana: Alberto Rotundo Impaginazione italiana: Aurélien Buonfino
Come poteva mancare Sherlock Holmes, l'investigatore per antonomasia, in un nuovo filone in crescita, come quello dei Fumetti-gioco? Non poteva, e infatti eccolo qui a fare il suo bell'ingresso in pompa magna vicino ai suoi compagni d'avventura, Pirati e Cavalieri. A differenza dell'omonima serie di librogame della fine degli anni '80 - pubblicata all'epoca in largo ritardo rispetto agli altri librigioco, che avevano prevalentemente ambientazioni fantasy - in questo caso ci troviamo ad avere la serie che si propone di dare maggior spinta al genere, piuttosto che cavalcarne solamente la popolarità.
Il polivalente autore, CED, è un fumettista con un tratto molto particolare, molto cartoonistico: i suoi personaggi sono molto espressivi e nel libro avremo modo di apprezzare sia la sua vena leggera e smaliziata sia la sua vena drammatica e introversa. Non si capisce se anche la colorazione è opera di CED, sul libro non è riportato, quindi diamo per scontato che lo sia. In tal caso ogni vignetta è in qualche modo "sporcata" come se fossero presenti delle macchie di sangue in controluce, quasi a voler dare un tocco di "noir" a tutta la storia. Un idea in più apprezzabile, anche se all'inizio può spiazzare chi è abituato a stili puliti dei disegni.
Prima di passare alla sceneggiatura del libro, diamo uno sguardo alla meccanica con cui potremo effettuare le nostre indagini. L'idea di fondo è quella di rendere protagonista non già il famoso investigatore Sherlock, ma altresì alla sua controparte "razionale", il dottor John Watson. Questa scelta non è casuale perché ricalca in qualche modo la struttura di tutti i libri di Sir Arthur Conan Doyle, nei quali è proprio il dottore a scrivere i libri, raccontando le gesta del suo geniale amico Holmes. Nei panni di Watson, ma sempre con Holmes al fianco, effettueremo le scelte in modo molto più simile ad un librogame che ad uno dei fumettogame già letti. Difatti spesso avremo dei rimandi a delle vignette tra le domande che Holmes ci porrà in prima persona, guardandoci negli occhi; nelle scene con più azione invece ritroveremo la "vecchia" modalità vista già in Pirati e Cavalieri, con i numeri scritti direttamente sulla location che decidiamo di raggiungere. In un libro di Sherlock Holmes non potevano mancare gli enigmi, e fin dall'inizio ne troveremo in gran numero, alcuni anche piuttosto complessi: l'idea di fondo è che l'enigma nasconda un messaggio o un numero di paragrafo che aiuti successivamente ad andare in qualche posto piuttosto che in un altro. La cosa interessante è che le informazioni raccolte funzionano davvero come indizi, e se non si fanno le scelte giuste si rischia di andare a tentoni, rischiando di commettere gravi errori e/o non giungere alla soluzione ottimale. Se da una parte questo è un punto a favore del gioco, la stessa idea può trasformarsi in un'arma a doppio taglio, minando la rigiocabilità. Se un indizio è importante e lo immagazziniamo tra le nostre nozioni può succedere che, qualora ricominciassimo il gioco, porteremo le nostre indagini in un altro luogo o faremo domande non fatte prima, per avere un quadro più completo e scegliere in modo migliore. Di fatto l'obiettivo dell'autore credo fosse esattamente questo: dare la possibilità di rigiocare il titolo non troppe volte, fino ad avere chiaro l'enigma in tutto e per tutto. Proprio per questo infatti, alla fine della storia ci verrà assegnato un punteggio da Holmes, in base alla quantità e alla qualità delle nostre soluzioni: maggiori saranno le cose che avremo capito o individuato, maggiore sarà la nostra bravura di investigatori. L'autore ci inviterà a ricominciare, qualora avessimo ottenuto un punteggio troppo basso, perché vorrebbe dire che nell nostro percorso abbiamo tralasciato fin troppi indizi.
Dal punto di vista della storia, ci ritroviamo catapultati nella Londra vittoriana in una giornata tipica nella quale ad Holmes, tramite l'ispettore LeStrade, viene richiesto di indagare su un sospetto suicidio di un rinomato scrittore cittadino. Sherlock decide quindi di affidare a noi, il dottor Watson, il compito di fare le scelte che condurranno le indagini, dall'analisi degli indizi nel luogo del delitto, agli interrogatori, ai pedinamenti. Per rendere la cosa più divertente, sugli interrogatori l'autore ci dà un limite al numero di domande che potremo fare, all'interno di una rosa più ampia delle stesse: in questo modo avremo accesso solo ad una parte delle informazioni, aumentando un po' la difficoltà. L'anima di un fumettista come CED non poteva essere rinchiusa in poche vignette, e quindi a differenza delle opere di Shuky (Pirati e Cavalieri), avremo delle sequenze di dialoghi e movimenti che spesso sono raccolte in più pagine di fumetto. Un buon metodo, soprattutto quando si ha a che fare con flashback, sogni o lunghe scene di azione. La difficoltà degli enigmi è mediamente bassa, non altissima, ma comunque le soluzioni non sono mai fini a sè stesse (cioè sono utili alla storia), e questo è un bene. Come già detto, la rigiocabilità è un fattore che forse alla lunga penalizza, ma complessivamente direi che l'esperimento anche in questa terza serie di fumetto-game, sia riuscito.
Ambientazione: 8 Storia: 7.5 Intreccio: 7 Interattività: 6.5 Aspetto grafico: 6.5
Difficoltà: media Rigiocabilità: bassa
Voto complessivo: 7
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