La Pietra di Luna è un artefatto leggendario in cui gli Shianti - i suoi creatori - hanno racchiuso la loro saggezza e sapienza, tutta la loro divina conoscenza. Lupo Solitario è riuscito a strappare il magico gioiello alle grinfie di Naar, il Re delle Tenebre, ma ora la Pietra di Luna deve essere restituita agli Shianti, e tra tutti i valenti guerrieri del Nuovo Ordine Ramas, Lupo Solitario ha deciso di affidare a te questa missione di vitale importanza. È così che ha inizio il tuo viaggio segreto verso la remota isola di Lorn, nel Magnamund meridionale. Una viaggio denso di oscure insidie e di pericoli mortali!
Con questo volume iniziano le avventure del nuovo ordine Ramas, in cui non teniamo piu' Lupo Solitario (ormai diventato molto potente) ma uno dei nuovi Grandi Maestri Ramas
Ad un anno dal ritorno di Lupo Solitario con la Pietra di Luna ,recuperata dalle grinfie di Naar, divenne chiaro le cose non andavano molto bene. Dapprima la presenza della Pietra di Luna sembrò avere grandi effetti benefici per Sommerlund: le messi crescevano abbondanti, le malattie diminuirono, e i bimbi appena nati erano tutti sani. Anche i figli dei più poveri, che un tempo avrebbero visto solo uno su tre dei loro bambini sopravvivere per più di un mese, godevano tutti di ottima salute e manifestavano sviluppo sia fisico che mentale eccezionali. I sommerliani chiamarono questo straordinario periodo di benessere "la Benedizione della Pietra di Luna", ciò nonostante tale felicità non poteva durare.
Il potere della Pietra di Luna era una grande forza di Bene, ma comportava anche uno sconvolgimento dell'ordine naturale delle cose del Magnamund. Ben presto la morte stessa divenne una rarità a Sommerlund, e le quattro stagioni dell'anno si trasformarono in una sorta di primavera senza fine. Lupo Solitario manifestò pertanto grande preoccupazione per i cambiamenti arrecati dalla Pietra di Luna e cercò il consiglio del suo amico più caro, Banedon, il Capo della Corporazione della Stella di Cristallo
Egli consigliò a Lupo Solitario di allontanare la Pietra di Luna prima che gli effetti del suo potere risultassero irreversibili. Per regolare nuovamente l'equilibrio della natura, bisognava riportare la Pietra di Luna nell'isola di Lorn, nel Magnamund meridionale e restituirla alle mani degli Shianti, creatori del meraviglioso artefatto. Soltanto loro avrebbero potuto impedire che i poteri della Pietra distruggessero l'ordine naturale del mondo.
Lupo Solitario era d' accordo.La Pietra di Luna doveva essere restituita agli Shianti. Gli effetti fisici della sua presenza stavano cominciando ad attrarre l'indesiderata attenzione di coloro che cercavano segretamente di mettere in atto la vendetta di Naar contro i Ramas.
Quando uno degli agenti di Naar venne catturato da una pattuglia di Ramas a poche miglia dal monastero, Lupo Solitario capì che non c'era più tempo e decise di agire immediatamente. Si provvedette ai preparativi per un lungo viaggio, mentre tra i Ramas si sparse la voce che Lupo Solitario in persona si sarebbe preso la responsabilità di riportare la Pietra di Luna agli Shianti. Tali sospetti sembrarono trovare conferma quando si venne a sapere che egli si era assicurato per questo viaggio l'uso del Cloud Dancer, il famoso vascello volante di Banedon.
In realta' un giorno di prima mattina venne convocato alla Volta del Sole, uno dei cinque nuovi Grandi Maestri Ramas. Lupo Solitario aveva deciso di affidare al Grande Maestro il compito di riportare la Pietra di Luna agli Shianti. Le elaborate preparazioni che stava mettendo a punto non erano che un diversivo per distogliere l'attenzione da questa missione importantissima.... E il Grande Maestro lo interpretiamo noi, anche se all' inizio del gioco dovremmo dargli un nome adeguato non trovate?
Allora,partendo dal presupposto che, senza lupo solitario come protagonista, comunque le cose cambiano, il primo volume della serie del nuovo ordine presenta seconde me una certa inferiorita' rispetto ai numeri precedenti.
Non è un numero da bocciare, ma l' assenza di un eroe unico come Lupo Solitario si fa sentire. Certo disponiamo di un nuovo ramas, di nuove arti da scegliere (di cui alcune come l' astrologia o quella del bardo che sono molto inutili), di un arma ramas personale, ma il tutto ci fa sentire come "uno dei tanti".
Oltretutto la mancanza di nemici tosti come gli Helghast, l' assenza di arti ramas/ramastan piu' semplici e meno ricercate e quel senso di avventura e mistero che caratterizzavano gli altri numeri non sono certo a favore di questo volume.
Gli altri numeri di Lupo Solitario sono insuperabili ma l' inizio di questa serie presenta comunque qualcosa di buono:la lettura è più complessa e piacevole, l'ambientazione del magnamund meridionale è una bella novità come anche la scelta del nome ramas.
Nel viaggio sono presenti molti imprevisti in quanto ci rubano il cavallo, la nave affonda, veniamo picchiati piu' volte, finiamo in un' arena e si spendono molti soldi!
Un' ultima nota dolente per le illustrazioni. Purtroppo Trevor Newton non riesce a rendere il realismo che sapeva dare Brian Williams o l' originalità di Gary Chalk. E questo a svantaggio del numero 21 e della serie stessa.
Interattività (cioè quanto il LG sfrutta le potenzialità a sua disposizione): 6 Stile di scrittura (quanto l'autore sa coinvolgere per qualità letteraria): 8 Ambientazione (quanto l'autore sa coinvolgere per la ricchezza dei luoghi e dei fatti): 8 Bilanciamento (equilibrio tra le regole e l'effettiva difficoltà): 6 Grafica: 6
Voto complessivo: 7 Difficoltà : facile
La città di Gologo, uno dei posti che dovremo attraversare durante il viaggio...
Una delle cose tristi dell’essere molto saggi è che anche quando va tutto più che bene, non va bene per niente. La Pietra di Luna recuperata da Lupo Solitario ha donato al Sommerlund l’eterna primavera e la fine della fame e delle malattie; tutti hanno da mangiare, tutti stanno bene, tutti sono felici. Però il Maestro Supremo si rende conto che ciò altera l’equilibrio del Bene e del Male e rischia di attirare gli agenti di Naar, e prende l’unica decisione possibile: riportare la Pietra di Luna agli Shianti, che in qualità di suoi creatori ne sapranno contenere gli effetti. E così Lupo Solitario finge di occuparsi personalmente della cosa, ma in segreto affida l’incarico al migliore dei suoi cinque Grandi Maestri: il nostro nuovo personaggio.
Come è intuibile dal titolo, la prima avventura del Nuovo Ordine è un viaggio, e anche molto lungo: da Holmgard bisogna raggiungere Elzian, la capitale di Dessi. Fa dunque piacere che si tratti di un viaggio straordinario, che ricorda quello di Lupo Solitario stesso nel volume 18 e ripropone in chiave leggermente diversa tappe e situazioni delle tante traversate del Maestro Supremo. Si comincia con una tratta via nave, ovviamente inframmezzata da assalti vari, per poi passare alla classica cavalcata da una città all’altra, ognuna con le sue sorprese e difficoltà. Le tappe sono fisse ma, fortunatamente, i modi per raggiungerle non lo sono affatto, perché in alcune occasioni ci sono dei bivi che si aprono su due percorsi totalmente diversi, entrambi entusiasmanti; imboccare l’uno o l’altro dipende unicamente dalle nostre scelte in fatto di amicizie e mezzi di trasporto. Benché l’avventura sia così lunga in ogni caso, c’è materiale a sufficienza da volerla rigiocare da capo per almeno tre volte, e questo anche grazie ad uno sfruttamento delle Arti Superiori tipico di un primo episodio, molto vario e non soggetto a potenziamenti; e soprattutto a causa della difficoltà della missione. Le poche Arti a disposizione significano infatti una protezione necessariamente incompleta dai pericoli che ci si trova ad affrontare, e poi, anche facendo le scelte giuste, ci sono pur sempre dei combattimenti in grado di prosciugare le scorte di Resistenza anche del Grande Maestro che i dadi hanno meglio favorito. Sarà facile avere Rapporti di Forza negativi, e senza Arco di Duadon non è più così facile evitare uno scontro diretto per mezzo di una freccia ben mirata. C’è poi ancora da considerare un uso perfetto dei tiri del destino, dalle conseguenze ben assortite ma sempre significative, in grado di fregarci in qualsiasi momento.
Questo volume di Lupo Solitario è, come del resto succede sempre con gli “episodi pilota” di Dever, davvero completo ed entusiasmante: c’è dentro di tutto, ed è ampiamente plasmabile mediante le scelte iniziali di Arti ed equipaggiamento. Certamente gli si può rimproverare di non avere più il grande protagonista del passato, però bisogna avere il coraggio di guardare le cose senza nostalgia e di rendersi conto che un librogame come questo è ciò che i lettori si sognavano fino a pochi anni prima, perché ha tutto quello che si potrebbe chiedere a un librogame: avventura, viaggi, emozioni, una grande sfida, il tutto senza l’ingombro di un true path o della necessità di portarsi dietro oggetti trovati dieci avventure fa. Le uniche cose di cui ci si potrebbe onestamente lamentare sono più tecniche, come i disegni talvolta reminiscenti di Chalk e Williams ma mai alla loro altezza, una traduzione piena di errori di battitura e non solo che modifica una marea di nomi rendendo estranei luoghi che vorrebbero essere familiari, e ancora il fatto che l’avventura sia la prima parte di una bilogia e che quindi manchi del glorioso finale che si vorrebbe dopo tanti sforzi; in effetti è curioso che il viaggio della Pietra di Luna non si concluda nel volume che vi è intitolato. Ma tolte di mezzo queste pignolerie, il volume 21 di Lupo Solitario è un altro ruggente inizio per un nuovo ciclo narrativo di Joe Dever.
NOTE ALLA TRADUZIONE Non mi metto ad elencare tutti gli errori di battitura che costellano il libro, perché sono davvero tanti e comunque evidenti. Mi interessa però, se non per farsi due risate, evidenziare delle chicche favolose come l’”operaio fededegno” (281), i tavoli di “elmo” siyenese (17) e l’espressione “da cima a piedi” (124) usata in riferimento a delle persone. Su un versante più tecnico è piuttosto importante l’errore che c’è in tutti i paragrafi riguardanti il combattimento finale, dove il mostro è definito sensibile allo Scudo Ramas, ma si tratta ovviamente del Raggio. Segnalo ancora che il vecchio Dente del Sonno è stato ormai “ufficializzato” dalla Pelaschiar col termine originale di Gallowbrush, e nelle regole è piuttosto imbarazzante l’uso commisto del titolo di Grande Maestro Anziano e Senior a distanza di poche righe, visto che sono la stessa cosa. In quanto ai nomi di luoghi, diciamo solo che è stato dato un bel colpo di spugna sulle versioni passate, e ognuno cerchi da solo di riconoscere ciò che era in ciò che è. Al 132 c’è una grossa omissione, in quanto riceviamo solo del denaro ma poi si parla di “oggetti”, e difatti nell’originale ci vengono offerti anche un Pugnale e una Spada; infine, al 232 paghiamo senza batter ciglio 10 Corone, ma non sono sicuro che sia scontato averle.