Se hai scelto questo libro significa che hai deciso di entrare nel personaggio di Keldrilh, uno gnomo allegro e sbrigativo che conosce moltissimi Trucchi Soprannaturali. La tua missione consiste nel ritrovare l'arpa di Timhrandil, che un tempo apparteneva al popolo degli Gnomi, i quali furono cacciati dal mondo di Dorgan ad opera delle forze del Male.
Keldrilh il Menestrello è solo marginalmente migliore di Caithness l’Elementalista. L’elemento chiave è il protagonista, che per lo meno cerca di assomigliare a un personaggio concreto invece di essere un paio d’occhi vaganti per il mondo. Ma non è che comunque ci sia motivo di particolari entusiasmi. Lo gnomo Keldrilh è semplicemente una brutta copia di uno hobbit, che se ne va in giro per Dorgan a tracannare ettolitri di birra e a ingurgitare tavolate intere di cibo, dilettandosi con musica e canzoni nelle pause tra un’abbuffata e l’altra. E’ scaltro e irritabile, e quindi si capisce subito anche che scelte fare nel suo Libro del Potere. E ha una collezione particolarmente ricca di esclamazioni come “Per mille barili di birra!”, e in generale ogni paragrafo straborda di punti esclamativi che riflettono la brusca schiettezza del protagonista degli eventi. Purtroppo la vena bucolica di Sagot non risparmia nemmeno questo libro, che si mantiene sui giusti livelli di noia, ma non si toccano gli abissi del volume precedente.
A essere onesti, Keldrilh potrebbe anche riuscire, da solo, a vedere il finale “buono” della sua ricerca. Basta che avvengano tre o quattro miracoli in altrettanti lanci di dado successivi, e si può fare, specie se si è riusciti a trovare qualche utile pezzo di equipaggiamento che, a differenza che per Caithness, ha qualche influenza sulle capacità del menestrello. Sprazzi di quello che avrebbe potuto essere e che non è; per il resto, come è tipico della serie, qualunque cosa si decida di fare non modifica per nulla lo svolgersi dell’avventura.
Titolo originale: Keldrilh le Ménestrel Autore: Gildas Sagot Anno: 1988 Illustrazioni: Philippe Mignon Traduzione italiana: Eleonora Baron (1991)
Gli gnomi non furono cacciati ad opera delle forze del Male. Chi ha giocato con Caithness sa benissimo che gli gnomi vivono a Dorgan nascosti dagli sguardi indiscreti, protetti dalla loro magia ed impegnati in pantagruelici banchetti. Keldrilh il Menestrello appartiene ad un altro clan, migrato oltre il deserto del Calderone dopo la vittoria nella battaglia di Seleite; egli ritrona per recuperare l’arpa di Timhrandil, antico cantore e condottiero degli gnomi. La ricerca gli permetterà di scoprire le origini del suo popolo, di incontrare i dispersi fratelli e, perché no, di salvare Dorgan dal complotto del Cuore d’Odio.
In questo volume la storia di Dorgan si delinea con maggiore chiarezza e profondità rispetto a Caithness l’Elementalista. Ci sono numerose occasioni per incontrare personaggi importanti, per documentarsi sulle epoche remote e per farsi anche qualche composta risata. Keldrilh è un po’ stereotipato come personaggio, irascibile e sboccato, ma tutto sommato riesce simpatico per come prende alla leggera le situazioni rischiose.
Visto che sono disponibili un cavaliere, un mago e un’elementalista, di certo non è facile intuire che il personaggio più versatile e potente sia lo gnomo menestrello. Invece il piccolo Keldrilh vanta caratteristiche globalmente equilibrate: ha un’ottima Iniziativa, una Combattività accettabile ed un’Aura di tutto rispetto. È un po’ scarso nelle arti magiche, ma a differenza di Caithness egli troverà sulla sua strada un notevole bonus che lo renderà in grado di lanciare senza problemi i suoi Trucchi Soprannaturali, che al massimo sono di livello 5.
Quel che è incredibile è l'efficacia degli incantesimi. Già Sarabanda può ridurre all’impotenza gran parte degli avversari, ma se è preceduto da Uno gnomo da sé val per tre direi che non c’è storia, visto che la magia viene lanciata con Iniziativa 30. Il problema è che Keldrilh deve sopravvivere abbastanza a lungo da guadagnare il Potere necessario a formulare questi Trucchi Soprannaturali. La sfida per il giocatore sta tutta lì e non è nulla di impossibile.
Una menzione particolare per le ottime tavole di Philippe Mignon, assai più dettagliate e curate di quelle del collega Pilorget. Si potrebbe porre qualche critica ai soggetti, ma non certo all’esecuzione. Sotto molti aspetti Keldrilh il Menestrello convince più del librogame di Caithness e si distingue per una migliore resa del mondo e del personaggio.
Ambientazione: 7 Stile di scrittura: 6 Bilanciamento: 7 Interattività: 7 Aspetto grafico: 9