Oscuri racconti mitici si mescolano a tentativi di spiegazione scientifica, sullo sfondo di uno dei piu'grandi misteri della civiltà umana: è esistita la mitica Atlantide, l'isola che si è inabbissata nell'oceano in seguito ad uno spaventoso cataclisma? E quale era la sua collocazione geografica? Su quali grandi civiltà ha esercitato il suo influsso? Domande senza risposta forse, ma che ti porteranno a rivivere una delle più affascinanti avventure di tutta la storia dell'antichità.
Titolo originale: The Mystery of Atlantis Autori: Jim Gasperini Anno: 1985 Illustrazioni: Kenneth Smith Copertina: Kenneth Smith Traduzione italiana: Patrizia Pedrazzini (1993)
Questo episodio fa un po’ da contraltare al numero 8, Alla Ricerca di Re Artù e mostra come si può scrivere un librogame dotato di un minimo di rigore storico, pur avendo come tema una delle leggende immortali dell’umanità. Il nono Time Machine conduce il lettore nell’Antica Grecia, a caccia di notizie e tracce della civiltà di Atlantide, che secondo Platone avrebbe raggiunto un progresso ed uno splendore incomparabili rispetto alle altre culture dell’antichità. Questa formidabile potenza fu improvvisamente cancellata dalla faccia della terra, annichilita e sopraffatta da un cataclisma di proporzioni inimmaginabili.
Da chi ha ricevuto queste informazioni il saggio Platone? Si tratta di verità o leggenda? Forse nel passato si cela la risposta, o almeno gli indizi necessari a formulare un’ipotesi convincente. Il Mistero di Atlantide fa percorrere i passi principali della creazione del mito, a partire dalle opere del filosofo fino alle fantasiose ipotesi di Ignatius Donnelly nel 1882, passando per la Creta minoica, l’Egitto visitato da Solone di Atene, l’isola di Chio patria di Omero e la città di Troia, la cui caduta fu narrata dal famoso aedo nell’Iliade. Come al solito esistono numerose false piste, ma un lettore accorto che ha consultato la Banca Dati non avrà problemi a scegliere correttamente tra le alternative.
È inevitabile che parlando di Atlantide la storia si mescoli alla leggenda: ecco che il Cavallo di Troia appare in tutta la sua imponenza ed ecco Teseo inviato in tributo con altri giovani ateniesi, solo che a Creta non li attende il Minotauro, bensì una rischiosa tauromachia. Il librogame è una sequela di smentite clamorose dei miti greci, condotta attraverso la comparazione con usanze ed eventi reali, che potrebbero essere stati travisati dopo secoli di trasmissione orale del patrimonio culturale. L’avventura educa a mantenere una prospettiva lucida nell’analizzare le leggende antiche: spesso si tratta di invenzioni, ma sotto sotto c’è sempre un frammento di verità e lo storico ha il difficile compito di discernere il falso dal vero.
Al di là di questo bell’insegnamento il librogame non ha tanto da offrire, perché è piuttosto breve ed avaro di scene veramente emozionanti. La panoramica sulla Grecia non è così esaustiva come si vorrebbe ed a tratti perfino superficiale, direi quasi “all’americana”. Molto più intimistica ed approfondita la parentesi cretese, la quale offre accurate visioni della società minoica e riassume ciò che un turista generalmente apprende in una visita alle rovine di Cnosso. Questa parte discretamente ispirata basta a salvare il lavoro, che nel complesso risulta una discreta aggiunta a Time Machine.
A dire il vero c’è un altro elemento poco convincente: le illustrazioni puntinistiche di Kenneth Smith, per le quali sono state sprecate fin troppe pagine, visto che ci sono perfino alcune tavole doppie. Abbastanza semplice da terminare e mai pesante, Il Mistero di Atlantide è un titolo valido dal punto di vista didattico ma molto meno efficace nel divertire, perché il bilanciamento e l’intento educativo prevalgono sull’organizzazione del gioco. Da provare, ma senza grosse attese.
Ambientazione: 6 Stile di scrittura: 7 Bilanciamento: 8 Interattività: 6 Aspetto grafico: 6
Atlantide, nientemeno! Dal titolo viene facilissimo pensare che questo volume sia finito nella collana di librogame sbagliata: finché si trattava di Re Artù ci poteva essere qualche fondo di verità tangibile, qualche documento o reperto, ma qui? Una terra leggendaria, di cui tanto si è fantasticato ma di cui non è mai stato trovato nulla di vero, di storico, se non la sua descrizione ad opera di Platone.
Eppure, su queste basi, Jim Gasperini ti tira fuori il colpo di genio. Non ho esitazione a dire che Il mistero di Atlantide è il più originale episodio di Time Machine, perché con esso l’autore getta una nuova luce sul modo di intendere la storia. Partendo da Atene, dove incontriamo Platone in persona, questo viaggio nel tempo conduce da un capo all’altro dell’antico Mediterraneo, un indizio dopo l’altro, a ricostruire una storia dell’isola perduta del tutto verosimile, insegnando in modo concreto come un fatto reale possa trasformarsi in leggenda. La rivelazione finale è una teoria buona come un’altra, e non ho idea se sia farina del sacco di Gasperini o se sia stata elaborata da qualche studioso, però quello che è veramente importante è l’insegnamento di fondo, molto intelligente e ancor più prezioso delle piccole gocce di cultura elargite dal libro.
Il mistero di Atlantide è anche il volume più divertente della serie, grazie alla creatività con cui i singoli spezzoni del racconto vengono inscenati. I dialoghi sono frizzanti come quelli di Sulle navi pirata, ma sono proprio le scene ad essere esilaranti: la breve deviazione a Sparta, la festa dei giovani ateniesi, le storie dei re egizi, l’incredibile viaggio a casaccio nel tempo (forse una parodia del lettore che non usa Banca Dati e suggerimenti vari?) sono delle piccole perle di umorismo che rallegrano una lettura comunque all’insegna della massima coerenza con le fonti. Le informazioni date all’inizio del libro sono, al solito, ben sfruttate; i suggerimenti, al solito, un po’ strani (specie quelli delle feste), ma le eventuali deviazioni, oltre ad essere degne di nota, cercano di non rispedire troppo indietro nel racconto. Devo dire che nel finale il viaggio diventa insolitamente lineare, senza più scelte da compiere o comunque con escursioni molto fugaci in caso di smarrimento; non credo che si tratti di una compensazione per la prima metà, un po’ contorta ma comunque anch’essa caratterizzata da sezioni piuttosto lunghe. Questa volta non posso fare a meno di commentare i disegni: non perché siano particolarmente belli, ma lo stile dell’artista è particolarissimo e in certi casi (involontariamente?) comico. I ritratti di Socrate e del soldato Dromone sono roba da restar piegati dal ridere!
Sono contento che in Time Machine ci sia stato spazio per questo piccolo esperimento, e che l’idea sia venuta ad un autore che si era già rivelato a suo agio con i meccanismi della serie. Il mistero di Atlantide non ha la straordinaria qualità di alcuni numeri precedenti, però è talmente unico, interessante e piacevole che non si può non consigliarlo.