Nella Spagna del XV secolo, il crudele tribunale dell'Inquisizione condannò al rogo migliaia di persone, colpevoli solamente di praticare una religione diversa da quella cristiana. Ma come è possibile che Isabella, l'amatissima regina di Castiglia e Aragona, abbia permesso che si istituisse nel suo paese uno degli strumenti di controllo religioso più crudeli e spietati della storia dell'uomo? Viaggia nel tempo, affronta i pericoli delle fiamme dell'Inquisizione, e troverai la risposta!
Titolo originale: Time Machine - Flame of the Inquisition
Autore: Marc Kornblatt
Illustratore: John Pierard
Nel 1469 Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona si unirono in matrimonio e, unendo i loro regni, fondarono quella che oggi conosciamo come la Spagna.
Il lungo regno dei due sovrani fu accompagnato con grande prosperità e dall' ammirazione dei sudditi.E la regina in particolare godette della stima della gente: in tutta la storia della Spagna nessun regnate fu tanto amato e riverito dal suo popolo quanto Isabella.
Eppure nel 1480 la regina acconsenti' che Tomas de Torquemada, un sacerdote cattolico, mettesse in opera uno degli strumenti religiosi piu' crudeli mai prodotti dal fervore religioso: il Tribunale dell' Inquisizione.
Durante il regno di Isabella l' Inquisizione giudico' piu' di venticinquemila persone, condannando molte di queste al rogo...
In questo numero ( e ultimo per quanto riguarda la serie italiana....) la nostra missione consiste nell' avventurarsi nel quindicesimo secolo, entrare alla corte d' Isabella e scoprire perchè una regina cosi' famosa per il suo odio verso qualsiasi spargimento di sangue diede il proprio consenso al terrore diffuso dall' inquisizione.
C' è poco da dire. Numero molto bello per il contesto storico, agevole nella lettura. Livello narrativo molto buono e grafica eccelsa. Nel sistema di gioco vi è l' aggiunta di portare con noi un oggetto a scelta, tra un sacchetto di biglie, uno specchio e un cannocchiale... Quale sarà piu' utile?
Interattività (cioè quanto il LG sfrutta le potenzialità a sua disposizione): 9 Stile di scrittura (quanto l'autore sa coinvolgere per qualità letteraria): 9 Ambientazione (quanto l'autore sa coinvolgere per la ricchezza dei luoghi e dei fatti): 10 Bilanciamento (equilibrio tra le regole e l'effettiva difficoltà): 9 Grafica: 9
Titolo originale: Flame of the Inquisition Autori: Marc Kornblatt Anno: 1986 Illustrazioni: John Pierard Copertina: Paul Rivoche Traduzione italiana: Costanza Galbardi e Fabio Accurso (1993)
Marc Kornblatt è coautore di Missione a Varsavia e possiede una naturale predisposizione per le ambientazioni sinistre, ottenebrate dai peggiori drammi della storia umana. Dopo la persecuzione antisemita del Nazismo, l’autore si cimenta con un’altra famigerata industria della morte: l’Inquisizione spagnola. L’ultima avventura della serie italiana è un’appassionante indagine per rispondere alla seguente domanda: perché Isabella di Castiglia, sovrana che aveva dimostrato più volte di essere tollerante e di buon cuore, ha consentito al domenicano Tomas de Torquemada di istituire in Spagna uno dei più ingiusti, tremendi ed implacabili tribunali religiosi mai esistiti?
Il librogame consente di ricostruire la verità come un puzzle, balzando avanti ed indietro nel tempo per presenziare ai momenti topici della vita di Isabella: il suo matrimonio con Ferdinando di Aragona, le grandi battaglie per la reconquista dei territori ancora in mano ai Mori, l’istituzione del Sant’Uffizio, gli editti religiosi e alcuni eventi poco noti della sua vita privata. È necessario inserirsi nella società dell’epoca, accattivarsi le simpatie dei potenti ed ottenere perfino l’onorificenza degli speroni d’oro, conferiti a chi dimostra valore in battaglia: se si soddisfano tutti i requisiti, ci si può avvicinare ad Isabella ed apprendere direttamente da lei le informazioni necessarie.
Sembrerà assurdo ma questo librogame è difficile, almeno per i canoni della serie Time Machine. Pare che l’autore si sia ispirato all’Inquisizione, perché punisce gli errori in maniera inflessibile. Kornblatt è molto severo con chi sbaglia e lo costringe a retrocedere lungo tortuosi percorsi, prima di poter correggere la mossa. Non è sufficiente studiare la Banca Dati, ma occorre stare all’erta perché certi bivi sono dei veri e propri test di attenzione, altri richiedono ragionamenti non banali. Il livello di sfida è più alto della media ed è paragonabile solo a quello de L’Età dei Dinosauri.
Però l’autore non è esente da sviste e se fosse stato colto in fallo da Torquemada non l’avrebbe passata liscia neppure lui. In Le Fiamme dell’Inquisizione c’è un errore identico a quello riscontrato in Alla Ricerca di Re Artù, solo che è molto più grave e sostanziale. All’inizio dell’avventura il testo chiede di scegliere un oggetto tra uno specchietto, un sacchetto pieno di biglie ed un cannocchiale; lungo il percorso c’è un punto in cui se si possiede uno di questi oggetti si prosegue, altrimenti si viene rispediti qualche paragrafo più indietro. Il guaio è che il passaggio è obbligato e non c’è uscita da questo circolo vizioso! Scegliere subito l’oggetto giusto è tassativo per terminare il librogame. Mi auguro che sia un errore di concatenamento e non una scelta deliberata.
Abbiamo a che fare con l’ennesimo buon lavoro di ricostruzione storica, in una serie che conosce poche cadute di tono. Le Fiamme dell’Inquisizione offre stralci letterari appassionanti, come il paragrafo in cui si è catturati dal Sant’Uffizio ed accusati ingiustamente di adorare il diavolo, ed è più impegnativo dei nove volumi precedenti. L’equilibrio tra momenti tesi, didascalici e comici è perfetto, stesso dicasi per le eclettiche illustrazioni di John Pierard. Non trovo grossi difetti, se non la svista degli oggetti ed il gusto sadico con cui l’autore obbliga a tornare indietro di numerosi paragrafi in caso di errore. Ritengo che questo librogame meriti una raccomandazione, seppur accompagnata dal monito: tenere gli occhi aperti!
Ambientazione: 8 Stile di scrittura: 9 Bilanciamento: 6 Interattività: 7 Aspetto grafico: 8
Che Marc Kornblatt abbia una qualche ossessione per le persecuzioni ai danni degli ebrei mi pare assodato: non solo è coautore di Missione a Varsavia, ma questo suo secondo e ultimo Time Machine è dedicato alla sanguinosa storia dell’Inquisizione spagnola, e la parte preponderante del racconto verte proprio sul destino dei giudei in quel frangente. Più in generale, tutto il volume ha a che fare con morte, pestilenze, decadenza e soprusi vari, anche quando il tribunale del Sant’Uffizio non è direttamente coinvolto. In questo clima allegro e solare il nostro compito è quello di capire come mai Isabella di Castiglia, sovrana di Spagna amata come nessun’altra e donna assolutamente contraria alla guerra e alla violenza, abbia potuto permettere che Tomás de Torquemada desse vita ad un’istituzione che fece migliaia di vittime, spesso innocenti.
Come trama, questo è uno dei Time Machine più avvincenti e ben realizzati: un vero e proprio giallo, romanzato ai livelli di Alla ricerca di Re Artù ma molto più coinvolgente e intricato, intriso di momenti di pura suspense. La successione degli eventi è organizzata in modo egregio e non perde un colpo fino al malinconico finale, crepuscolare quanto l’intera avventura. Di pari passo si svolge la funzione didattica del libro, generosa di nozioni storiche e culturali poco note (chi sa in che anno è caduta l’Inquisizione?); il modo in cui la fantasia viene usata per veicolare la realtà storica, e non solo delle teorie, è forse il migliore che si sia visto in tutta la serie.
Il libro ha dei difetti di rilievo, che si possono individuare ed elencare velocemente. Primo, il distacco dell’autore dall’argomento non è completo come dovrebbe essere: spesso Kornblatt dà voce alla propria opinione attraverso i pensieri del protagonista, e benché ciò sia comprensibile, si rimpiange la lucidità di Missione a Varsavia. Secondo, alcune delle strade “sbagliate” mi sembrano un po’ forzate: spesso vengono raggiunte in situazioni di emergenza, però dei salti nel tempo così tanto a casaccio non li avevo ancora visti, e le circostanze in cui ci gettano riescono sì a mantenere una connessione con la quest principale, ma un po’ pretestuosa (mi viene in mente la Salem del 1692). Terzo, una scelta sbagliata implica deviazioni assurdamente tortuose, lunghe e capaci di rigettarti indietro di un numero di tappe eccessivo (ci sono ben due occasioni di essere rispediti a pagina 1). Quarto, e più importante, anche questo volume è affetto dal tremendo bug degli oggetti: vengono chiamati in causa tutti e tre, ma uno di essi è irrinunciabile, pena lo stallo in un loop da cui non c’è altra uscita. E’ la terza volta che succede, e direi che a questo punto è lecito chiedersi come mai l’idea degli oggetti sia stata così entusiasticamente accolta dagli autori se questo doveva essere il risultato.
Arrivati al decimo volume, comunque, direi che questi problemi di Time Machine dovrebbero essere assimilati, e il lettore in grado di conviverci in modo da non farsene influenzare. Una punta di fastidio mi viene ancora dalla pagina dei suggerimenti, che con i suoi motti e proverbi fa la splendida ma non è del tutto onesta, dando anche qualche informazione che doveva stare di diritto nella Banca Dati. Ad ogni modo non me la sento di penalizzare troppo il risultato finale, perché tra i Time MachineLe fiamme dell’Inquisizione è un episodio splendido, bello da leggere e da guardare (fantastica copertina!), molto informativo e decisamente completo.
Piccolo PS: il lapsus di traduzione a pagina 12, che fa un paragone con “le ostriche che tengono la testa sotto la sabbia”, è uno dei più comici che si siano mai visti in un librogame. Inoltre, prima di leggere questo libro non avrei mai pensato che l’esatta onomatopea per rappresentare il rumore di persone che capitombolano sulle scale fosse Bim! Bum!