Un'aquila d'oro tempestata di pietre preziose, vanto del Reggimento di Artiglieria Leggera dello Yorkshire, viene esposta in pubblico solo una volta l'anno, durante la rievocazione di un duello avvenuto poco prima della battaglia di Waterloo. Ma quest'anno sembra che sull'aquila d'oro pesi una cupa minaccia, per cui è bene fare qualche indagine...
Titolo originale: The Honour of the Yorkshire Light Artillery Autore: Gerald Lientz Anno: 1988 Illustrazioni: Bob Versandi Copertina: Daniel Horne Traduzione italiana: Elena Colombetta (1992)
Il tratto distintivo di Un Duello d’Altri Tempi è la rottura con gli schemi dell’indagine impiegati nei librogame precedenti. Il delitto non è già stato compiuto, ma avrà luogo solo a pochi paragrafi dalla fine: è compito del lettore mantenere alta l’attenzione ed informarsi su luoghi e personaggi, in modo da essere preparato quando capiterà qualcosa.
L’intera vicenda si trascina nell’attesa di un crimine, che avrà luogo senza fallo, come ci si può attendere dato l’argomento della serie. Mentre Sherlock Holmes è in Cornovaglia per smascherare un ladro di gioielli, il protagonista James G. Hurley (già apparso nel primo volume) ed il cugino John Watson sono ospiti del Colonnello Dunlop, ex comandante dell’unità di Artiglieria Leggera dello Yorkshire. Nella lussuosa residenza chiamata “Le Torri dell’Aquila” il Colonnello ha invitato diversi personaggi illustri per celebrare il glorioso reggimento; nel corso i festeggiamenti viene esposta una preziosa aquila ingioiellata, soprannominata l’Onore dell’Artiglieria Leggera dello Yorkshire.
Il titolo inglese pone l’accento sull’inestimabile cimelio, perciò il lettore si sente portato a proteggere l’aquila da un potenziale furto, così come chiede il Colonnello Dunlop a J. G. Hurley. La traduzione italiana evidenzia un altro episodio del libro, rovinando la sorpresa in modo alquanto maldestro. Il Duello d’Altri Tempi è la rievocazione di una sfida tra due commilitoni, Mortimer e Snead: i nipoti sono tenuti a ripetere esattamente le gesta dei propri avi in quel tragico confronto, che si risolse con due colpi sparati a vuoto. Non c’è da stupirsi che la commemorazione si concluda invece con spargimento di sangue, nonostante le pistole dovessero essere caricate a salve.
Perché le cose sono andate in questo modo? Chi è il colpevole e qual è il movente? La differenza è che in questo caso il delitto avviene alla fine, per cui bisogna aver già raccolto sufficienti Indizi ed informazioni per formulare un’accusa. Le possibilità di riuscita non mancano, sempre che non si voglia a tutti i costi rinunciare al dialogo con i convitati. Molto positiva l’interazione con gli altri personaggi, così come la ricerca delle prove decisive per incriminare la persona responsabile del ferimento.
Ottimo l’equilibrio del gioco, davvero poco inficiato dalla sorte. Vorrei tuttavia sottolineare che la risoluzione del caso è troppo rapida, facile e quindi poco appagante. Anche qui non ci sono grossi misteri da svelare ed il responsabile è il più sospetto dei presenti. A differenza di altri titoli, ad esempio Watson sotto Accusa, Un Duello d’altri Tempi è molto gradevole per come si sviluppa la storia e per le numerose possibilità d’interazione.
Per una volta le illustrazioni di Bob Versandi mi sembrano sufficienti, anche se siamo ben lontani da giudizi entusiastici. Molti aspetti differenti contribuiscono a rendere il sesto librogame di Sherlock Holmes un lavoro ben fatto e superiore alla media della serie, in particolare la scelta di sfatare tutti i luoghi comuni finora proposti e al quale il lettore forse cominciava ad assuefarsi.
Ambientazione: 8 Stile di scrittura: 7 Bilanciamento: 8 Interattività: 6 Aspetto grafico: 7
James Hurley, il cugino di Watson già protagonista di Omicidio al Diogenes Club, torna alla ribalta nel sesto volume di Sherlock Holmes. Assente Holmes per un altro caso, James e il dottor Watson sono invitati alle “Torri dell’Aquila” dal Colonnello Dunlop, che ha organizzato l’annuale ritrovo in onore del corpo d’artiglieria di cui un tempo era al comando. In questa occasione viene esposto il trofeo del reggimento, oggetto di enorme valore; il Colonnello ha degli ospiti di cui non si fida troppo e, complice una recente storia di grossi furti di preziosi, ha tutte le ragioni per temere che il trofeo venga rubato. Per questo vuole un investigatore a disposizione, e noi saremo quell’investigatore.
Un duello d’altri tempi è uno splendido episodio di Sherlock Holmes. Dal testo traspare una nuova e divertente ironia che permea tutta la vicenda e va anche in parte a contagiare l’indagine, la quale a sua volta opera uno stacco netto con i molti casi di omicidio già affrontati. Invece di investigare fin dall’inizio su un delitto già commesso ci si ritrova così ad attendere e a cercare di prevenirne uno molto probabile, ma una delle belle sorprese che l’avventura riserva è che questo delitto non è affatto scontato, e anzi non è nemmeno il vero fulcro della storia, che prende infatti degli sviluppi inattesi e molto diversi e può evolversi in un “doppio mistero” come quello già affrontato dal protagonista.
Fantastico è il modo in cui il giocatore può gestire gli avvenimenti con le sue scelte. Inizialmente ci si deve concentrare sulle relazioni con e tra gli altri personaggi, e sull’esplorazione dell’ambiente; in questo modo si accumuleranno vari indizi, ma non tutti sono davvero rilevanti, ed anzi alcuni sono decisamente fuorvianti. Agli indizi, non tutti facili da ottenere, si aggiungono le molte Decisioni, veramente influenti su ciò che accadrà dopo averle prese, anche in modi sorprendenti. L’avventura può quindi svilupparsi lungo un gran numero di sentieri diversi e concludersi in uno dei tanti paragrafi finali, con maggiore o minore successo a seconda di quanto si è riuscito a capire di una trama molto ingarbugliata, in cui non è difficilissimo capire chi è stato ma è decisamente arduo capire perché l’ha fatto. L’autore riporta così nella serie quell’importante elemento di ragionamento e di riflessione che era venuto a mancare nel volume precedente, e insieme ad esso recupera la varietà dei percorsi.
E’ legittimo lamentarsi della difficoltà con cui si raggiungono certi obiettivi, visto che i dadi richiedono spesso dei punteggi alti, talvolta anche in più lanci consecutivi; addirittura in certi casi si accede ad un indizio solo con il punteggio più basso. Durante l’indagine è possibile usufruire dei bonus garantiti dall’uso di uno dei tre oggetti selezionabili all’inizio (una novità interessante e significativa sul piano del gioco), ma indubbiamente per dire di aver risolto il caso bisogna comunque incamerare una o più prove veramente importanti, e non è facile. Questo però è più che altro un risvolto tecnico: anche con pochi indizi, il lettore che usa bene il cervello è perfettamente in grado di arrivare alla soluzione dei problemi presentatigli. Che questo basti o meno ad ottenere i meritati (e, per una volta, davvero sinceri) complimenti di Holmes è una questione decisamente più marginale rispetto a quanto visto in passato.
Un duello d’altri tempi è un librogame pienamente soddisfacente sotto ogni aspetto. La storia e i personaggi sono eccezionali, descritti con gusto oltre che con professionalità, e l’atmosfera è perfetta; le scelte possibili sono moltissime e il cervello conta più dei dadi; la vittoria può essere raggiunta in più di un modo e i finali sono tutti gratificanti. Difficile chiedere qualcosa di più ad un libro di questa serie.