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Indice principale : Librogame E.L. - Singoli Libri : Sherlock Holmes : 

Categoria: Librogame E.L. - Singoli Libri Sherlock Holmes
Titolo: 03 - Il Caso Milverton  Piu' letteValutazione: 7.50  Letture:2425
Descrizione   Gerald Lientz
Descrizione   Ad Appledore Towers, una lussuosa residenza appena fuori Londra, è stato ucciso un uomo che aveva fama di essere un ricattatore: grazie alla tua amicizia con Holmes il caso viene affidato a te. Ma via via che raccogli gli indizi, ecco che la vicenda assume una piega assolutamente impensabile, mentre un'ipotesi sbalorditiva si fa strada nella tua mente!
Valutazione media: (1) (10)
Data pubblicazione 5/11/2007
Inviata da: Gurgaz il 11/11/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 8 8
Descrizione
     Titolo originale: Death at Appledore Towers
Autore: Gerald Lientz
Anno: 1987
Illustrazioni: Daniel Horne
Copertina: Daniel Horne
Traduzione italiana: Roberta Gefter Wondrich (1990)

Chi è stato attirato dalla serie Sherlock Holmes e dalle sue amplissime possibilità ludiche, senza dubbio si aspettava dei librogame dove l’indagine si sarebbe svolta nella maniera più classica, cioè attraverso l’ispezione minuziosa del luogo del delitto e l’interrogatorio di numerosi testimoni ed indiziati. Si è dovuto attendere fino al terzo volume per poter apprezzare un caso articolato e fedele nello stile e nella forma ai racconti di Sir Arthur Conan Doyle.

Nei panni di un aspirante detective di nome David Phillips, guarda caso un altro cugino del dottor Watson, il lettore è chiamato a scoprire l’assassino di Charles Augustus Milverton, un uomo tanto ricco quanto infido e meschino. La notte del delitto due strani figuri vestiti di nero si sono introdotti nella villa chiamata Appledore Towers, residenza di Mr. Milverton; la servitù ha sentito degli spari ed è subito accorsa, troppo tardi sia per salvare il padrone di casa che per fermare gli intrusi.

Scotland Yard brancola nel buio e l’infallibile Sherlock Holmes rifiuta categoricamente di indagare sul caso. Phillips (ossia il lettore) deve affidarsi esclusivamente alle proprie capacità e all’intuito, analizzando minuziosamente le poche prove presenti sulla scena del crimine e carpendo dai testimoni le informazioni risolutive. Holmes non farà nulla per aiutare le indagini, perché qualche misteriosa ragione lo spinge a tenere nascosto il nome del colpevole, che ovviamente lui conosce già.

Il librogame è molto lungo, perché è possibile interrogare chiunque si voglia e perlustrare tutto il possibile. Come di consueto, le regole del gioco obbligano ad ottenere alti punteggi ai dadi, se si desidera mettere le mani su qualche dato utile. Ciononostante ci sono diverse occasioni per trovare gli Indizi giusti che quasi non si percepiscono le storture di questo sistema. È consigliabile non scartare nessuna pista ed andare sempre fino in fondo, salvo pochi casi in cui si richiede un certo tatto, per non urtare o spazientire i testimoni.

Il Caso Milverton è scritto nel tipico stile della serie, asciutto ed elegante. È un’indagine istruttiva sotto numerosi aspetti, perché non si poggia tanto sulla fortuna ai dadi, quanto sulla capacità di individuare la pista giusta e l’astuzia nel condurre gli interrogatori. Non si devono dimenticare le notizie racimolate, altrimenti ci si troverà confusi al momento di compiere una scelta decisiva; allo stesso tempo non vanno torchiate le persone sbagliate, né va permesso a chi nasconde qualcosa di dominare la sua deposizione.

Insomma, penso che sia questo lo stile che tutti auspicavano per questi librogame. L’uso dei dadi qui interviene dopo le scelte del giocatore, laddove in altri episodi le sostituisce integralmente. Onore a Gerald Lientz per aver ideato un giallo gustoso e bello da svelare, in cui Holmes e Watson giocano un ruolo del tutto singolare. Il disegnatore Daniel Horne, dal canto suo, non ha voglia di strafare e ripropone gli schizzi già apparsi nel primo volume, più qualche trascurabile aggiunta. A parte la grafica, un librogame perfettamente riuscito.

Ambientazione: 8
Stile di scrittura: 8
Bilanciamento: 7
Interattività: 8
Aspetto grafico: 5

Voto complessivo: 8
Difficoltà: media

Inviata da: EGO il 14/4/2008
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 7 7
Descrizione
     Il terzo volume di Sherlock Holmes presenta un caso archetipico: l’omicidio, nel cuore della notte, di un ricco signore amato dalla sua servitù e odiato da una grossa fetta della nobiltà londinese per via della sua intensa attività di ricattatore. E’ evidente che il signor Milverton aveva pestato i piedi a un aristocratico di troppo, e i suoi modi non dimostravano certo alcun riguardo nei confronti delle sue vittime; ma se è così, perché Sherlock Holmes si rifiuta di indagare sul caso, e anzi addirittura ci invita ad abbandonare le ricerche? E’ questo l’enigma che pesa sulla nostra attività di detective mentre lavoriamo in aiuto all’ispettore Lestrade.

Il caso Milverton è un giallo di quelli classici, sedentari, basato quasi totalmente sugli interrogatori dei possibili testimoni e di chiunque possa avere un movente. La prima parte del libro, ambientata ad Appledore Towers, consiste innanzitutto nell’accurata ispezione del luogo del delitto, e in seconda battuta nel torchiare la schiera di servitori di Milverton, tanto lunga che è impossibile non condividere il fastidio dell’ispettore.
Con le prove ricavate qui ci toccherà poi andare a sentire le persone che maggiormente potevano essere state danneggiate dai traffici del morto, per poi riferire tutto a Holmes, in un confronto che sa quasi di confessione.

L’indagine è di una lunghezza impressionante, e certamente la successione degli eventi è stata impostata con grande attenzione. Alla prima partita l’ostinazione con cui ci viene chiesto se vogliamo ispezionare un certo luogo o interrogare una tale persona, oppure soprassedere, ricorda le analoghe e assurde domande dei librogame di Ian Livingstone, e viene spontaneo chiedersi perché mai dovremmo lasciar perdere una possibile fonte di informazioni. Tutto diventa chiaro alla fine della ricerca, quando ci si rende conto che una buona parte degli indizi raccolti sono sì utili a chiarire meglio la dinamica dell’omicidio e ad escludere alcuni colpevoli, ma non aiutano affatto a far luce sull’identità del vero responsabile; pertanto, nella probabile seconda tornata durante l’avventura, è cosa gradita poterne evitare le parti meno probanti.

Pur avendo una lunga durata e un ritmo piuttosto lento, Il caso Milverton non è affatto noioso, ma quando si arriva a tirare le somme cerca con tutte le sue forze di smorzare gli entusiasmi. Esiste solo un indizio realmente schiacciante, in grado di accusare il colpevole; per il resto, si tratta solo di escludere gli altri indiziati, tanto che mi è capitato di arrivare alla resa dei conti e di dover ammettere di non avere idea di chi accusare. In più, l’arroganza di Holmes nel porre un veto sulla rivelazione dei fatti è ancora più fastidiosa di quanto visto nel volume 2, con l’aggravante che qui Holmes non è nemmeno reso così bene come personaggio. Dopo la non poca fatica fatta a trovare le prove e a sopportare le idiosincrasie di individui isterici o con la puzza sotto il naso, il modo in cui l’avventura finisce non è nemmeno una magra consolazione.

Finché non si giunge alla conclusione, comunque, il gioco è condotto in maniera solida e intelligente. L’ispezione di Appledore Towers è appassionante e gli interrogatori vanno condotti con accortezza prima ancora che con i dadi, perché una domanda scomoda o troppo diretta indispone immediatamente l’interlocutore e preclude l’accesso a notizie magari importanti. Come al solito, ci sono sufficienti indizi da permettere di fallire qualche tiro, e i tiri stessi sono di difficoltà assolutamente abbordabile, per cui si possono ottenere molte gratificazioni anche in uno scenario così posato e privo di azione.

Il caso Milverton si configura dunque come una bella indagine, curata sotto quasi tutti gli aspetti, ma deludente proprio nella parte che più conta ai fini della narrativa. Probabilmente Lientz voleva far sperimentare al lettore tutti gli aspetti delle indagini di Sherlock Holmes e ha pensato di realizzare anche un volume dove la vittoria non fosse totale, nonostante la conduzione del caso fosse stata impeccabile. Se questa piccola sconfitta brucia, possiamo quindi consolarci pensando che è successo anche al grande Holmes!

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