In questo sito il protagonista sei tu.
Registrati ne Il Mondo Dei Librogames  
Login
Nome utente:

Password:

Ricordami

Hai perso la password?

Registrati ora!
Ricerca
Menu principale
Statistiche Utenti
Membri:
Oggi: 0
Ieri: 0
Totale: 1330
Ultimi: Cucciola78

Utenti Online:
Guests : 0
Membri : 39
Totale: 39
Lista utenti Online [Popup]
Utenti più attivi
1
lonewolf79
3954
2
FalcoDellaRuna
3427
3
Gurgaz
2622
4
Xion_Aritel
1734
5
=Dr.Scherzo=
1452
6
MetalDave
1262
7
Devil_Arhangel
1228
8
Skarn
1174
9
UomodiAnaland
1090
10
Federico
1025
Nuovi utenti
Cucciola78 12/11/2021
Alexthelord 20/5/2021
il_regno_di_Ozz 27/4/2021
riki25 11/4/2021
RangerDelSommerund 5/4/2021
Mirsea 28/3/2021
Marco 27/1/2021
Rinaldo 8/12/2020
giuseppe95 24/11/2020
Spymode 23/11/2020

Indice principale : Librogame E.L. - Singoli Libri : Sherlock Holmes : 

Categoria: Librogame E.L. - Singoli Libri Sherlock Holmes
Titolo: 02 - Lo Smeraldo del Fiume Nero  Piu' letteValutazione: 5.50  Letture:2597
Descrizione   Peter Ryan
Descrizione   Con l'aiuto del celebre detective e del suo fido amico, il dott. Watson, dovrai risolvere una misteriosa vicenda: il furto di uno smeraldo di inestimabile valore, avvenuto in un college un tempo molto prestigioso ma che non è più all'altezza della sua fama. E poi, nei boschi intorno alla Belton School, si notano strane presenze...
Valutazione media: (1) (10)
Data pubblicazione 5/11/2007
Inviata da: Gurgaz il 11/11/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 4 4
Descrizione
     Titolo originale: The Black River Emerald
Autore: Peter Ryan
Anno: 1987
Illustrazioni: Daniel Horne
Copertina: Daniel Horne
Traduzione italiana: Saulo Bianco (1990)

Le discrete premesse del primo volume consentivano di sperare bene per il secondo, dove finalmente il lettore si sarebbe cimentato in un’indagine completa ed approfondita. Ebbene, è stato sufficiente l’ingresso di un nuovo autore per sconvolgere l’apprezzabile impostazione di Omicidio al Diogenes Club, del quale si mantiene soltanto il gradevole piglio narrativo.

Lo Smeraldo del Fiume Nero vuole tendere la mano al lettore più giovane mettendolo nei panni di un ragazzino, lo studente David Rogers della Belton School. La trama ci propina il furto di una gemma di incalcolabile valore, che uno dei facoltosi compagni di David ha portato a scuola in seguito ad una sciocca scommessa. Chi ha trafugato il prezioso smeraldo? Qualche compagno stregato dalla bellezza della gemma? Qualcun’altro la cui famiglia gode di pessima reputazione? Oppure il direttore della scuola, che sta fronteggiando serie difficoltà finanziarie?

Per rispondere a queste domande l’intraprendente David si rivolge al più grande detective esistente, il mitico Sherlock Holmes. Quest’ultimo si dimostra interessato al caso, ma pare che non abbia tempo per seguirlo di persona; incarica così il ragazzo di sorvegliare i sospetti e di racimolare informazioni. Nel corso di pedinamenti nel bosco e perlustrazioni notturne, si scoprirà che nei dintorni della Belton School si aggirano misteriosi individui, nientemeno che indios del Fiume Nero, giunti dal Sudamerica per recuperare la loro pietra sacra...

Sinceramente trovo che sia una delle storie più ridicole che io abbia mai letto, non solo per la presenza degli indios, ma anche per i retroscena assurdi dei personaggi. In ogni caso, i problemi principali del secondo capitolo di Sherlock Holmes stanno nella gestione del gioco. C’è uno smodato numero di lanci di dado, molti dei quali assolutamente superflui, altri fin troppo influenti sul corso dell’indagine. Stavolta fallire i lanci può significare l’abbandono di una pista e la mancata acquisizione di informazioni utili, quando non si viene addirittura puniti con la perdita di un Indizio.

Una bella sorpresa attende il lettore ad indagine conclusa: anche se si ha capito tutto e se si sono racimolati quasi tutti gli indizi a disposizione, al momento di formulare le accuse sarà Sherlock Holmes a risolvere il caso, liquidando i nostri parziali successi con qualche bonario incoraggiamento. Vorrei tanto sapere perché il librogame obbliga ad annotare decine e decine di Indizi se la gran parte è inutile e gli altri non bastano per la risoluzione del caso.

Con tutta la buona volontà non si può valutare positivamente Lo Smeraldo del Fiume Nero. Ad una storia inverosimile e pretestuosa si unisce il cattivo uso del sistema di gioco, con tanto di beffa finale. Il testo scorre bene e Peter Ryan inanella qualche scena divertente, ma è troppo poco. Nemmeno la maggior ricchezza di illustrazioni riesce a risollevare questo strampalato librogame. Forse potrebbe risultare gradito ai più piccoli, ma non a chi ha superato i dieci anni di età.

Ambientazione: 4
Stile di scrittura: 7
Bilanciamento: 5
Interattività: 4
Aspetto grafico: 7

Voto complessivo: 4
Difficoltà: bassa

Inviata da: EGO il 12/4/2008
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 7 7
Descrizione
     L’unico librogame di Peter Ryan è unico anche nella sua collocazione all’interno della serie di Sherlock Holmes. In quest’avventura, infatti, i panni che vestiamo sono quelli di David Rogers, giovane studente presso la Belton School e membro di una piccola società segreta interna alla scuola, la “Società dei Cinque”. In seguito ad una scommessa uno dei Cinque, Mark Avery, porta nell’istituto una preziosa gemma imprestatagli dal padre, lo Smeraldo del Fiume Nero, che però un giorno scompare, lasciando Rogers come principale indiziato. L’accusato pensa bene di rivolgersi a Holmes per risolvere il caso, ma il grande detective è impegnato altrove e decide di affidare le indagini al giovane cliente, mantenendo i contatti per corrispondenza. A noi dunque il compito di scoprire il colpevole!

Narrativamente parlando, Lo smeraldo del Fiume Nero è una piccola perla. Il prologo ricattura alla perfezione il personaggio di Holmes e lo stile dei racconti di Conan Doyle, e il resto della storia non cade al di sotto di questo standard per quanto riguarda le descrizioni e i dialoghi, lunghi quanto serve, sempre interessanti, mai eccessivi o fuori luogo. L’indagine si dipana attraverso la scoperta delle storie personali dei cinque sospettati, ossia i quattro compagni di David nella Società e il direttore dell’istituto. L’intreccio è ben costruito, perché la scelta di seguire un sospetto piuttosto che un altro esclude la possibilità di esplorare a fondo tutte le trame, per ovvi motivi spazio-temporali. Le opzioni offerte sono comunque sufficienti a ottenere indizi e a costruirsi un’idea precisa sull’identità del colpevole, e allo stesso tempo il gioco è abbastanza elastico da consentire di indulgere in un po’ di puro voyeurismo ai danni degli inconsapevoli indiziati, ognuno col suo bel carico di scheletri nell’armadio. La lettura è quindi, in ogni caso, affascinante e coinvolgente.

All’elemento ludico vengono spesso mosse delle accuse che trovo difficilmente comprensibili. Indubbiamente la mole di indizi recuperabili è eccessiva, considerando anche che nel solo prologo ne vengono appioppati ben 9 di nulla rilevanza; ed è anche vero che i lanci di dado sono molti e non sempre utili. Queste sono però accuse che non tengono conto dell’effettiva natura del libro: l’atmosfera de Lo smeraldo del Fiume Nero è un misto tra la serietà di Sherlock Holmes e la spensieratezza fanciullesca di Detectives Club, serie che viene ricordata in più di un’occasione, sia a livello narrativo con scene quali la cena nel refettorio, sia a livello ludico in illustrazioni come quella delle impronte nel bosco. Non è quindi strano che il giovane protagonista possa considerare indizi anche delle informazioni superflue o ridondanti, e non è inappropriato che per lui sia relativamente difficile individuare alcune evidenze utili al caso. I dadi non richiedono comunque punteggi dalla media più elevata di quanto visto nel primo volume, e di indizi ce n’è in abbondanza per indirizzarsi sulla strada giusta, che ciò avvenga per deduzione o per semplice esclusione di alcuni sospetti. Buona anche l’idea di poter perdere alcuni bonus a causa di incidenti fisici, sia casuali che provocati da un paio di personaggi ansiosi di menar le mani. L’unica perplessità viene dal fatto che non c’è un foglio del personaggio precompilato, perciò è impossibile sapere quanto denaro abbia con sé Rogers, sebbene durante l’avventura gli venga richiesto di spenderne.

I veri nèi di questo libro stanno altrove, in un paio di punti della trama che sono sicuramente discutibili. Innanzitutto, la famosa idea degli indios che riescono a passare inosservati nel pieno della Londra vittoriana va certamente ben oltre il ridicolo, anche se non è certo la prima volta che viene implementata in un racconto. Ma soprattutto, lo scacco più grave ai danni del lettore arriva nel finale: hai individuato il colpevole, grazie a una o più delle non poche prove a suo carico, eppure non ti viene concesso di ricostruire il caso; questo privilegio spetta comunque a Holmes, che si incarica di mettere in piano tutta la vicenda. Insomma, non c’è modo di “vincere” nel vero senso del termine, bisogna comunque fare atto di sottomissione al grande detective, pur ricevendo da lui i ringraziamenti del caso. Questo è invero poco gratificante, ma, come per la storia degli indios, rientra nel progetto generale del libro, il cui target diventa così perfettamente evidente.

Niente però vieta ad un librogame per ragazzini di essere divertente, e infatti Lo smeraldo del Fiume Nero lo è. Le ingenuità della trama e lo smacco finale non devono far sorvolare sul fatto che l’indagine è comunque ben strutturata, per quanto semplice, e la lettura è molto coinvolgente benché il numero di paragrafi sia nettamente inferiore alla media della serie. Il numero 2 di Sherlock Holmes è un buon libro interattivo.

Informa un amico | Segnala link interrotto

Pubblicità Recensioni
copyright (c) 2006-2007 IMDL All right reserved