| Categoria: Librogame E.L. - Singoli Libri Compact
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Titolo: 06 - Sfida di Coppa | Valutazione: 6.67 Letture:5122 | Stephen Thraves | Sei l'allenatore di una piccola squadra di provincia, una squadra di dilettanti che un bel giorno si trova a passare il terzo turno di coppa. Da questo momento inizia per te e i tuoi compagni un'avventura incredibile, che ti porterà ad affrontare alcune delle più forti squadre professioniste. Spinto dal sostegno dei tuoi tifosi, circondato daqll'entusiasmo della vostra piccola città, avrai bisogno di tutto il tuo carisma per portare la squadra all'ultima...Sfida di Coppa! |
Valutazione media:
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(1)
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(10)
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Data pubblicazione 30/4/2007
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Inviata da: =Dr.Scherzo= il 30/4/2007 |
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Valutazione generale:
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6
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Titolo originale: "Compact Adventure Game Books - Cup Heroes" Autore: Stephen Thraves Anno: 1994 Illustrazioni: Peter Dennis Traduzione italiana: Mariangela Bruna (1995)
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"Sfida di Coppa" rappresenta uno dei grandi misteri dell'universo, al pari di Loch Ness, dello Yeti e di Maria de Filippi. No, non scherzo. Nell'ambiente dei libri-gioco se ne parla con curiosità e deferenza, quasi si trattasse di una reliquia, e sul web si disquisisce quotidianamente sulla sensazione che si prova anche solo avvistandolo da lontano in qualche mercatino o al grado di 'estasi mistica' raggiunto quando si riesce, alla fine di furiose aste sul web, a mettere le mani su una copia di questo così raro artefatto. Perché è questo il problema: la presunta rarità. Di "Sfida di Coppa" al momento pare (ripeto, PARE) esistano pochissime copie, custodite per giunta nelle oscure cripte di inaccessibili monasteri tibetani, e questo ha fatto sì che il valore di quest'albo schizzasse verso l'alto, rendendolo in sostanza il Gronchi Rosa dei librigame.
Mentre gli impavidi collezionisti proseguono le loro affannose ricerche, che ne dite di dare un'occhiata più da vicino a questo insolito pezzo da collezione? Varrà veramente tutti i soldi ed il clamore che gli girano attorno? Schivate le coltellate di quel cacciatore di albi con la mente disfatta dal desiderio di possedere "Sfida di Coppa" e seguitemi... (Scherzo, eh? E' un machete, non un coltello)
La trama, in breve, è questa: interpretiamo l'allenatore-giocatore di una modesta squadra del campionato dilettanti britannico che nell'incipit raggiunge miracolosamente il Terzo Turno del Torneo della Coppa Nazionale. Superata la naturale euforia del momento, dovremo prepararci ad affrontare il Quarto Turno di Coppa, superato il quale arriveremo al Quinto Turno, poi magari agli insperati Quarti di Finale e via discorrendo, confrontandoci di volta in volta con formazioni sempre più ostiche e blasonate. Se saremo abbastanza bravi e fortunati, riusciremo a portare la nostra piccola squadra addirittura in Finale, giocandoci il Trofeo contro una delle squadre più prestigiose e competitive della Nazione.
Inutile che vi dica che il nostro scopo è vincere il Trofeo, vero?
Sciogliamo subito un dubbio. Sì, "Sfida di Coppa" si basa sul calcio, è vero. No, non potrete telefonare agli arbitri per far vincere la vostra squadra. Okay?
Le regole per giocare sono poche, semplici ed intuitive. A partire dal sorteggio del Terzo Turno di Coppa, momento in cui inizia il game, dovremo scegliere un numero tra quelli presenti alla fine del paragrafo. Ogni numero corrisponde ad una squadra più o meno forte del campionato inglese o scozzese (all'inizio dovremo scegliere se giocare in Inghilterra o in Scozia). La tabella in cui sono associati numeri e formazioni si trova all'inizio del libro, nel risvolto della pratica copertina pieghevole, quindi è questione di pochissimi istanti trovare le squadre con cui via via ci confronteremo. Una volta effettuato il sorteggio, inizia la partita, ovvero una serie di paragrafi in cui dobbiamo effettuare diverse scelte tecnico-tattiche ed in cui vengono descritte le azioni principali della partita. Ora attenti bene: ad ogni squadra avversaria, oltre ad un numero, è abbinato un colore: giallo per un team di basso livello, verde per uno di livello medio, blu per uno di livello medio-alto e rosso per una squadra di alto livello. In base al colore della squadra che stiamo affrontando - e ad un'altra tabella nel risvolto della copertina, in cui i goal ed i non-goal sono incasellati sul modello di "Battaglia Navale" - sapremo subito se ad ogni azione (nostra o degli avversari) corrisponde un goal.
Esempio: Tizio vince un contrasto, dribbla il difensore e si presenta tutto solo davanti al portiere, tira e... Scegli una combinazione: A3, C4 o E5 e controlla la tabella per vedere se Tizio ha segnato oppure no.
Un metodo veloce e simpatico per risolvere la questione, non trovate?
Tuttavia, aspettate ad esultare. "Sfida di Coppa" non è tutto rose e fiori. Uno dei motivi per cui il voto di questo libro non raggiunge il dieci (e nemmeno l'otto) è rappresentato dalla a mio avviso assoluta arbitrarietà degli episodi e delle situazioni in campo. Mi spiego meglio: nel momento in cui vi trovate di fronte ad un "bivio" tecnico o tattico, salta fuori la storica magagna di ogni sport, ovvero "Come posso sapere se facendo entrare Caio invece che Tizio la partita sarebbe cambiata davvero?". Nel corso della partita vi vengono posti diversi dilemmi, la cui risoluzione è però completamente affidata alla personalissima idea che l'autore ha del calcio. In un giorno piovoso, scegliere di giocare il primo tempo nella zona con meno pozzanghere NON E' DETTO che sia sempre una cosa positiva, anche se l'autore pensa che lo sia. Come NON E' DETTO che gli avversari avranno sicuramente la meglio se ci mettiamo a saltare il centrocampo con dei lanci lunghi, o che spostare l'ala destra qualche metro indietro in aiuto del terzino equivalga al 100% a farsi assediare dagli avversari. Va bene che è una rappresentazione della realtà, non la realtà stessa, ma prendere gol perché ho spostato indietro il mio centrocampista destro invece del difensore centrale per raddoppiare la marcatura sull'ala avversaria non mi pare il massimo (anche perché se il difensore centrale si sposta sulla destra, lasciando un buco in difesa, poi chi si occupa delle punte avversarie? Nonna Abelarda? Aver pareggiato quella partita per uno svarione simile, come notate, non mi è andata giù).
Inoltre, le partite sono decisamente troppo facili da vincere. D'accordo, è un gioco, una finzione, una favola calcistica, ma riuscire a presentarsi più volte soli davanti al portiere contro il Manchester United o l'Arsenal, magari in Finale di Coppa, mi sembra una concessione un filo troppo generosa, in particolare se pensiamo che la nostra è sì una squadretta eroica, ma pur sempre composta da dilettanti (presumibilmente della Conference, per chi conosce il calcio anglosassone). Come se non bastasse, la tabella "goal-non goal" è facilmente memorizzabile, e costituisce un ulteriore vantaggio per il lettore: questi, infatti, dopo aver visto che (esempio) la casella F2 equivale ad un goal e la casella A1 invece no, se posto di fronte alle due opzioni sarà FORTEMENTE tentato di scegliere sempre la casella-goal.
Insomma, unite le due magagne, "scelte assolutamente arbitrarie" e "vittoria eccessivamente facile", aggiungete le (poche) illustrazioni, ripetitive e non irresistibili, shakerate bene, ed otterrete il voto complessivo di questo libro.
Ambientazione: 7 Stile di scrittura: 6 Bilanciamento: 6 Interattività: 7 Aspetto grafico: 6,5
Voto complessivo: 6 Difficoltà: bassa
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Inviata da: EGO il 3/9/2007 |
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Valutazione generale:
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8
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Ah, Sfida di Coppa. La mia storia personale con questo libro è talmente fantozziana che mi vergogno troppo a raccontarla, ma è certo che nella mia autobiografia occuperà un capitolo a sé stante. Quindi non parliamo di me, ma del libro.
Compact 6 è un prodotto assolutamente unico nel panorama dei librogame EL. E’ l’unico in cui l’avventura si svolge su un campo sportivo, l’unico i cui eroi sono un’intera squadra, l’unico che cerca di applicare il formato del librogioco ad un evento della vita reale che avrebbe dovuto, secondo logica, generare una serie intera (in effetti è inspiegabile come mai non siano usciti librogame su tutti gli sport di squadra principali). Puntualmente uscito in Inghilterra nel 1994, in tempo per la Coppa del Mondo, Sfida di Coppa è un librogame che parla di calcio, quello vero, quello giocato sul campo e non dalla panchina, un calcio semplice e pulito, ingenuo come è nella tradizione di Compact, eppure verosimile ed esaltante quanto basta per dire che sì, l’esperimento è riuscito.
In qualità di allenatore e giocatore di una squadra amatoriale, ci ritroviamo a superare il secondo turno di Coppa, e per il nostro piccolo undici inizia il sogno di una vita: giocare con le squadre più blasonate del Paese, su campi veri, lungo sei partite che arrivano fino alla finalissima. E’ una strada lunga e piena di imprevisti, ed è per questo che c’è stata la necessità di farne il Compact più lungo di tutti: ben 210 paragrafi, ampiamente sopra la media della serie, così come per molti altri aspetti. Prima di ogni partita, com’è ovvio, c’è l’estrazione per stabilire chi sarà l’avversario. Qui dobbiamo scegliere un numero, e poi andare a verificare sull’apposita lista il nome della squadra corrispondente. Ci sono due liste di squadre, una inglese e una scozzese, ma sono perfettamente equivalenti, visto che a numero uguale corrisponde uguale forza dell’avversario. Le squadre gialle sono deboli, le verdi medie, le blu forti, e le rosse sono l’élite del campionato. Naturalmente, man mano che si procede nei turni, le squadre più deboli vengono progressivamente eliminate, e la finale si svolge necessariamente contro una squadra fortissima… ma, per fortuna, non imbattibile!
Il gioco si svolge come in tutti gli altri Compact, facendo avanzare la storia attraverso i classici bivi; questa volta però le scelte non sono dettate completamente dal caso, ma anche da una certa logica, non troppo difficile da scoprire. In generale, l’aggressività e l’audacia vengono premiate con occasioni da gol; per quanto riguarda le decisioni prettamente manageriali, non sono sempre facili, ma il testo quasi sempre ci dà almeno un piccolo indizio su ciò che sarebbe meglio fare. Si tratta pur sempre di un racconto a bivi stabilito dall’autore, perciò non può andare proprio tutto come penseremmo noi, però da nessuna parte ci sono i salti nel buio o le scelte triple o quadruple tipiche dei Compact avventurosi. Quando l’una o l’altra squadra arrivano al tiro, l’esito dell’azione viene deciso scegliendo un codice tra i tre proposti. Ad ognuno di essi corrisponde una casella della griglia 6x6 disegnata sul risvolto di copertina; ciascuna casella presenta un disegno che riprende la conclusione del tiro, che può andare fuori, spegnersi sui legni, essere parato oppure, naturalmente, andare in rete. Come già accadeva nel Vulcano maledetto, è ovvio che si tende ad imparare e ricordare le caselle vincenti; la cosa migliore però sarebbe fare le scelte seguendo il flusso dell’azione, in modo immediato, scegliendo a caso un codice e andando a vedere come si conclude l’azione, senza badare troppo a memorizzare tutto. In questo modo (oppure se si ha una memoria particolarmente scarsa) il gioco conserva la sua natura imprevedibile più a lungo - anche se, naturalmente, se si perde la finale ci si ricorda molto bene delle scelte sbagliate…
Sfida di Coppa è stato scritto piuttosto bene. I pochi paragrafi tra una partita e l’altra sono quasi infantili, ma una volta in campo tutta la terminologia è quella giusta e rende molto bene la concitazione degli eventi. Ciò è particolarmente ovvio in inglese, dove tutto il gergo calcistico viene adottato per ricreare l’impressione di una telecronaca britannica; il lavoro svolto da Mariangela Bruna in fase di traduzione è molto buono, ma non riesce proprio a rendere del tutto la varietà e la vivacità del testo originale, e il risultato finale è che il tono è praticamente uniforme a quello degli altri libri di Stephen Thraves. E la cosa è piuttosto curiosa, perché in verità Sfida di Coppa non è opera di Stephen Thraves. Anche se la cosa è piuttosto ben nascosta, e praticamente sconosciuta ai più, nel libro originale si nota subito una decisa differenza di stile rispetto agli altri Compact; e, come abbiamo detto, l’impostazione generale del libro, a partire dal soggetto, ha ben poco a che spartire con gli altri volumi della serie. Se non bastasse questo, comunque, nella pagina del titolo inglese si legge, molto discreto, il nome “Greg Hill”, quasi come un segreto che si fosse cercato di cancellare ma che è riuscito lo stesso a ritagliarsi un angolino. In tutto il resto del libro, dalla copertina alle informazioni legali, campeggia solo il nome di Thraves, e così anche nella nostra edizione… Be’, se i maligni avevano pensato che il libro fosse troppo ben riuscito e troppo ben scritto per gli standard di Thraves, di certo non avevano tutti i torti.
Comunque sia, rimane il fatto che Sfida di Coppa è molto facilmente riconoscibile come il miglior Compact di tutti, l’unico che riesca a far sentire il lettore realmente partecipe degli eventi (e questo, paradossalmente, a scapito del fatto che il protagonista agisca ben poco durante il gioco!), l’unico che susciti qualche vera emozione. Il finale non è abbastanza epico in proporzione all’impresa, ed è innegabile che, una volta finito con successo, non resta più niente da esplorare, ma non importa. Sfida di Coppa offre sprazzi di calcio vero, e questo, considerato che si tratta di un libro, è un risultato di tutto rispetto.
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Inviata da: Gurgaz il 22/2/2009 |
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Valutazione generale:
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6
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Titolo originale: Cup Heroes Autore: Greg Hill Anno: 1994 Illustrazioni: Peter Dennis Copertina: Peter Dennis Traduzione italiana: Mariangela Bruna (1995)
Negli ultimi anni Sfida di Coppa è divenuto il triste simbolo del collezionismo in ambito librogame, ossia il pezzo “raro” per cui si è disposti a pagare fino a cento volte il suo valore reale e dieci volte il prezzo “corrente” di qualunque altro librogame ritenuto non comune. Secondo me è un po’ troppo, considerata la qualità del libro e della serie Compact in generale, che ben pochi possono dire di aver letto e ancor meno di annoverare tra le proprie favorite. Non è questione di affetto, quindi, solo un deleterio compiacimento verso le altrui speculazioni, magari nella speranza di passare presto dalla parte dei venditori. Molti lo hanno fatto, e non gli siamo grati per questo. Questo sgradevole preambolo vale per i collezionisti e contiene tutte le informazioni di loro interesse; ora viene la recensione per chi legge ed apprezza i librogame.
Non ci sono molti librogame sul calcio ed è un peccato, vista la popolarità che questo sport spettacolare gode tra i ragazzi. Nel 1994 Stephen Thraves aveva in preparazione quattro nuovi titoli per i suoi Compact Adventure Game Books e per quello di argomento calcistico scelse di affidarsi ad un tale chiamato Greg Hill. In verità bisogna riconoscere che il regolamento di Compact non è il più adatto a rendere varia ed avvincente la simulazione di una partita di calcio, benché il nuovo autore alteri un po’ la formula abituale. Se fosse stato scritto da Thraves, probabilmente avremmo avuto anche qui tre oggetti da trovare, quattro gol da subire e sei partite da vincere.
Si tratta di una vera avventura sportiva, in cui ci si immedesima nel giocatore-allenatore di una squadra di dilettanti, approdata miracolosamente al terzo turno della Coppa (d’Inghilterra o di Scozia, a scelta). Come fece Gianluca Vialli negli ultimi anni della sua carriera, il lettore può dare istruzioni tattiche alla squadra ricoprendo nel contempo un ruolo in campo. Purtroppo non avrà per le mani il Chelsea, bensì un gruppo di amatori che non hanno mai affrontato una squadra di lega. Fin dal primo match le ambizioni del protagonista paiono ben superiori a quelle che normalmente gli sarebbero concesse: questo megalomane vuole portarsi a casa la Coppa, eliminando squadre di spessore internazionale!
Nelle avventure per ragazzi può succedere questo ed altro. In questa è piuttosto facile che tutto si concluda per il meglio, vista la difficoltà irrisoria. Sono in programma sei partite e ciascuna segue il medesimo schema: sorteggio della squadra avversaria (si pesca a caso un numero a cui corrispondono avversari più o meno forti) e gestione delle situazioni di gioco. Quest’ultima è la parte più controversa del librogame. Di volta in volta vanno compiute scelte tattiche, ad esempio far salire un difensore piuttosto che un altro, raddoppiare una marcatura oppure no, scegliere i lanci lunghi o le palle basse, ecc...; le conseguenze sono però arbitrarie, poiché le premesse non permettono di immaginare ciò che avverrà realmente. C’è una certa propensione a premiare le strategie offensive, però non si può essere mai sicuri. Credo che Greg Hill volesse sottolineare che una squadra amatoriale che vince un trofeo deve ringraziare la sua buona stella, più che la tattica discussa a tavolino. Probabilmente ha ragione, infatti i dilettanti non vincono questo genere di competizioni.
Le azioni da gol vengono risolte grazie ad una tabella inserita in copertina. Si pesca a caso una casella tra le tre disponibili e si verifica se la palla è dentro oppure se, per qualche rocambolesco motivo, l’opportunità è andata sprecata. Più forte è la squadra, meno opzioni favorevoli sono a disposizione. Inutile dire che si fa presto a memorizzare le caselle utili, a riconoscerle ed utilizzarle a piacimento per insaccare il pallone o per annullare un’occasione degli avversari. Quando la partita si conclude, una sconfitta si traduce in eliminazione, la vittoria in passaggio del turno ed il pareggio in una rapida gara di ritorno o nei tempi supplementari (finale), dove una sola azione decide l’incontro.
Il gioco sul campo è descritto a dovere e con ottima proprietà lessicale, atta a rendere le emozioni di una vera sfida di calcio. Hill propone situazioni varie, sfruttando all’occorrenza il tempo atmosferico (pioggia, vento), gli errori arbitrali, gli infortuni ed i risvolti tipici delle partite, legati alla forma dei giocatori, alla loro concentrazione ed allo schieramento tattico. Però non c’è mai la sensazione di essere una squadretta di provincia che sta facendo l’impresa; è tutto troppo facile, anche in finale, dove bisogna perfino dare agli avversari un rigore inventato per mettere in difficoltà il giocatore. Paradossalmente, nella primissima partita si respira un’atmosfera più tesa ed incerta che nelle sfide di alto livello. Sarebbe stato interessante anche gestire gli intermezzi tra le partite, approfondendo gli eventi che nel testo sono solo accennati (es. i giocatori che ricevono offerte da club prestigiosi).
In questa sua forma, Sfida di Coppa è un tentativo grezzo ed approssimativo di scrivere un librogame sul calcio, che avrebbe potuto rendere molto di più, magari prescindendo dall’impostazione di Compact. Merita sicuramente una lettura, ma non regala momenti eccezionali. Che soddisfazione c’è a segnare al Manchester United con una casella memorizzata in una partita precedente?
Ambientazione: 6 Stile di scrittura: 7 Bilanciamento: 5 Interattività: 7 Aspetto grafico: 6
Voto complessivo: 6 Difficoltà: bassa
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