Uno scienziato malvagio, il dottor Diamond, ha scoperto il modo per produrre una micidiale pozione, la formula V3, grazie alla quale è possibile ottenere il dominio del mondo. Finora sono state prodotte sei ampolle di questo liquido micidiale, che vengono tenute nascoste in sei rifugi superprotetti in alta montagna. La tua missione consiste nell’individuare i rifugi, neutralizzare i sistemi di sicurezza, e distruggere la terribile pozione.
Con Missione in montagna (il primo Compact pubblicato all’estero) Thraves si lancia nel mondo delle avventure in stile 007. Dietro la copertura della ricerca farmaceutica, il diabolico dottor Diamond ha sviluppato la pericolosissima Formula V3, un composto che induce un uomo adulto a comportarsi come un bambino di otto anni. Utilizzandolo per mettere in ridicolo i più importanti esponenti della politica, Diamond ha intenzione di destabilizzare i governi per conquistare il mondo! Per fortuna i servizi segreti hanno scoperto la cosa e hanno appurato che al momento esistono solo 6 ampolle di Formula V3, custodite in altrettanti rifugi su un’alta montagna. All’agente A.C.E. spetta il compito di infiltrarsi nell’immensa proprietà montana del dottore e di fare in modo che tutti i campioni di Formula vengano distrutti.
L’agente A.C.E. ha un punteggio di Sopravvivenza pari a 4; può sopravvivere quindi a tre incidenti, ma un eventuale quarto infortunio sarà la sua fine. Per aiutarlo nella sua missione, le guardie del dottor Diamond si faranno convenientemente cadere di tasca una mappa computerizzata, un Promemoria Elettronico che elenca i veicoli che sono stati appositamente sabotati per far fuori gli eventuali intrusi, e un computer da polso che rivela il modo per disattivare i sistemi di sicurezza. Ma in teoria non ci sarebbe bisogno di tutto questo, perché l’agente A.C.E. ha probabilmente un Gastone tatuato a grandezza naturale sulla schiena, vista la sua straordinaria fortuna: non viene mai avvistato, le guardie che incontra sono tutte così addormentate da non andare nemmeno a indagare se sentono un ramo che si spezza, tutte le porte sono aperte, e le istruzioni per la creazione della Formula V3 si trovano, in unica copia, su un computer privo di qualsiasi password. Ah, e naturalmente l’agente A.C.E. è troppo bravo e fortunato per affrontare una missione così difficile portandosi dietro un’arma: il trucco che usa alla fine dell’avventura è così oscenamente assurdo e banale, che il numero 2 di Compact finisce per ricordare parecchio alcune storie di Paperino e Paperoga al soldo della P.I.A. Comunque Missione in montagna non è affatto male, e nemmeno noioso. Il fatto che il protagonista possa effettivamente morire aggiunge un po’ di pepe al testo; il problema è che la sua morte dipende solo dai punti di Sopravvivenza che possiede. Quindi tutti i paragrafi in cui gli succede qualcosa non fanno altro che accennare a quello che potrebbe capitargli se quello fosse un incidente fatale, ma la descrizione vera e propria dell’accaduto non c’è mai; è un peccato, poteva anche venirne fuori qualcosa di gustoso, considerando l’esuberanza dello stile di Thraves! Con dei paragrafi di morte separati il testo ne avrebbe guadagnato in espressività, anche se effettivamente sarebbe un’esagerazione per un libro di così poche pretese.
Un altro fattore positivo è che Missione in montagna non è dispersivo e ridondante come Il mostro di Loch Ness. Per raggiungere i vari rifugi ci sono diverse strade, tutte diverse e perfettamente agibili, a patto che si abbiano gli oggetti che ti dicono dove sono le trappole. I veri bivi del libro si incontrano allorché si raggiunge un’ampolla: ognuna di esse è protetta da un dispositivo che, per essere disattivato, richiede di digitare una parola d’ordine. Se si sbaglia parola, l’ampolla viene protetta da sbarre d’acciaio e non è più toccabile per 12 ore, e quindi a conti fatti non è più eliminabile. Poiché la sfacciata fortuna di A.C.E. gli permette sempre di incappare in guardie distratte che rivelano un indizio per scoprire la parola d’ordine del bunker attuale (e l’ubicazione del bunker successivo), scoprire la parola giusta tra le quattro offerte è ovviamente anch’essa questione di pura fortuna. Ma Compact è fatto così, e comunque questa soluzione, per quanto fastidiosa, garantisce che la strada sia più facilmente ripercorribile nella partita successiva, a differenza di quanto visto nel volume 1. Non è ancora il setting migliore per sfruttare bene il sistema di gioco della serie, ma nel complesso Missione in montagna è carino, e sicuramente più riuscito del primo libro.
Titolo originale: Secret Agent A.C.E. Autore: Stephen Thraves Anno: 1993 Illustrazioni: Gary Rees Copertina: Gary Rees Traduzione italiana: Mariangela Bruna (1994)
Questo in origine era il primo volume della serie e qualche ragione per posticiparlo c’era senz’altro. Missione in Montagna è un librogame coerente nell’assegnare al caso ed alle coincidenze il ruolo di protagonisti dell’avventura, ma più che in una pericolosa missione di spionaggio sembra di essere coinvolti in una gigantesca burla, dove i partecipanti sono coalizzati per creare una situazione assurda.
Si poteva ben proporre un altro nome per l’agente A.C.E., visto che un ragazzino dei primi Anni Novanta finiva col pensare alla candeggina, perché non era ancora tempo di succhi di frutta multi-vitaminici. O forse c’erano già gli Ace of Base? In ogni caso, quest’uomo dalla fortuna ineguagliabile si infiltra nella proprietà montana del dottor Diamond, lo scienziato che con la formula V3 intende trasformare gli uomini potenti in microcefali. Come questo possa consentirgli di conquistare il mondo non si sa, tuttavia il protagonista è deciso a superare le teatrali misure di sicurezza per distruggere le sei ampolle di formula. Questo basta a chiudere la questione, visto che l’agente A.C.E. riesce a cancellare da un computer tutti i dati riguardanti la formula; peccato che prima di partire per la missione egli non potesse contare su questo enorme vantaggio, quindi perché quelle stupide provette dovrebbero essere così importanti?
Eppure bisogna distruggerle e non è affatto facile, sebbene le guardie del dottor Diamond facciano tutto il possibile per non accorgersi della spia. Il librogame è un continuo spostamento tra rifugi, a bordo di mezzi di trasporto che non hanno motivo di trovarsi lì e soprattutto di essere stati sabotati. Grazie agli oggetti gentilmente forniti dagli sbadati sorveglianti, a patto che A.C.E. sia stato così fortunato da trovarli, si è in grado di muoversi senza intaccare il limitato Punteggio di sopravvivenza. Ogni ampolla è protetta da una parola d’ordine ed un errore provoca il temporaneo isolamento della dose, che si è costretti ad abbandonare. Con una simile vigilanza si potrebbe restare tutto il weekend e farsi anche un paio di sciate, ma nel finale interviene il dottor Diamond, evidentemente esasperato da un agente nemico che scorrazza libero per la sua proprietà.
Non stiamo parlando di un librogame con un’impostazione seria e matura, bensì di un racconto senza pretese adatto ai bambini. Ma siamo negli Anni Novanta: chi sono gli ingenui buontemponi che avrebbero dovuto divertirsi con una storia così demenziale? Se il gioco sta tutto nell’effettuare scelte a caso, senza che ci sia il minimo elemento per giudicare (in questo Missione in Montagna è di una coerenza esemplare), come ci si può immedesimare nel personaggio, sentirsi coinvolti dalla sua missione o giocare nuovamente il librogame una volta terminato? Nemmeno le illustrazioni di Gary Rees riescono a dare un po’ di qualità: sono un banale riempitivo. È chiaro che una simile proposta ha un valore infimo, nemmeno paragonabile alle puerili indagini di Detectives Club o alle casuali Avventure Stellari, che offrono un minimo di soddisfazione. Gradirei veramente sapere quale target aveva in mente il lungimirante Stephen Thraves.
Ambientazione: 4 Stile di scrittura: 6 Bilanciamento: 4 Interattività: 5 Aspetto grafico: 6