| Categoria: Librogame E.L. - Singoli Libri Advanced Dungeons & Dragons
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Titolo: 11 - I Signori Del Destino | Valutazione: 6.25 Letture:2198 | Douglas Niles | Dopo aver difeso la città di Palanthus dall'attaco dei draghi malvagi, ora è Silvara ad aver bisogno di te. Le uova dei draghi buoni sono state trafugate, e la perfida Regina delle Tenebre le tiene nascoste nelle viscere di uno dei tre Signori del Destino, tre vulcani che sovrastano la città di Sanction. E' in questo luogo infernale che tu e Silvara dovrete addentrarvi... |
Valutazione media:
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(1)
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(10)
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Data pubblicazione 8/3/2007
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Inviata da: lonewolf79 il 26/4/2007 |
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Valutazione generale:
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6
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Titolo italiano: I Signori Del Destino
Titolo originale: Lords of Doom
Autore: Douglas Niles
Classe Del Personaggio: Guerriero/Mago
Un altro numero di AD&D ambientato nel mondo di DragonLance. Vivere in prima persona,fatti accaduti nella saga,sembrerebbe un'esperienza entusiasmante se fossero trasportati bene in un librogame. Ma non è purtroppo questo il caso.... Il protagonista è l' elfo Gilthanas di Qualinesti ,un mago-guerriero, fratello di Laurana. Egli partito con Silvara alla ricerca delle uova dei draghi buoni, sottratte loro dalla malvagia Regina delle Tenebre per nasconderle e vincolarle con la magia. Esse sono nascoste nelle viscere di uno dei tre Signori del Destino, tre vulcani che sovrastano la città di Sanction. In questo libro interpreterete proprio Gilthanas, e dovrere raggiungere la città di Sanction per recuperare le uova, o almeno scoprire che fine hanno fatto. Durante il cammino incontreremo qualcuno che ci accompagnerà nel viaggio insieme a Silvara, ovvero un vecchio mago un po' rincitrullito che dice di chiamarsi Fizban, anche se non ne è del tutto sicuro. Il quale conosce anche un sacco di incantesimi, sempre che riesca a farseli venire a mente. (ma non è quello che sembra....)
Il LG crea molte aspettative ma si rivela una mezza delusione. E' piacevole distribuire punteggi nelle abilità,ma non ha molto senso dare tanti punti alla caratteristica incantesimi se il nostro protagonista li usa poco.Che tra l'altro non è che abbiano una grandissima efficacia. (elemento ricorrente in alcuni numeri della serie) Il sistema di combattimento di questo numero è utilizzato non tanto bene, ma per una volta si ha qualche brivido in quanto i punti di energia vitale che si perdono sono veramente tanti.I lanci di dado la fanno da padrone relegando la componente delle scelte in maniera marginale. Non è possibile a un certo punto scegliere un percorso diverso se in tutti i casi saranno i dadi a decidere la sorte del nostro protagonista! Da leggere una volta e poi metterlo nella collezione.
Interattività (cioè quanto il LG sfrutta le potenzialità a sua disposizione): 5 Stile di scrittura (quanto l'autore sa coinvolgere per qualità letteraria): 6 Ambientazione (quanto l'autore sa coinvolgere per la ricchezza dei luoghi e dei fatti):7 Bilanciamento (equilibrio tra le regole e l'effettiva difficoltà): 6 Grafica: 6
Voto complessivo: 6 Difficoltà: bassa
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Inviata da: EGO il 6/1/2008 |
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Valutazione generale:
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7
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Da buon prodotto su licenza qual è, AD&D (il librogame) ci riporta nel setting di Dragonlance, facendoci indossare i panni del nobile elfo Gilthanas di Qualinesti. A lui chiede aiuto la bellissima Silvara, drago nelle sembianze di elfo, per una missione di importanza vitale: raggiungere la città di Sanction e scoprire, nelle viscere dei tre vulcani chiamati i Signori del Destino, che cosa stia accadendo alle uova dei draghi buoni. Direi che la trama del libro pone un interessante dilemma, non perché sia debole, ma anzi perché è molto bella. Così come per La Prova, abbiamo qui un libro dedicato agli “iniziati” che conoscono la storia dei romanzi e hanno dimestichezza coi relativi personaggi ed eventi. I profani vi trovano invece un bel racconto che però rappresenta solo un intermezzo tra cose ben più grandi, una puntata di raccordo che alla fine lascia insoddisfatti per i tanti elementi rimasti fuori; questo sì, sarebbe stato il degno secondo volume di una trilogia, ma purtroppo il seguito non è disponibile in formato librogame, ed è un po’ un peccato.
Come librogioco I Signori del Destino è parimenti soddisfacente: la storia può snodarsi attraverso numerosi sentieri paralleli, tutti ugualmente interessanti e ben narrati, ottimamente gestiti in modo da separarsi e riunirsi sempre al punto giusto, senza incappare in errori di sequenzialità. La prima parte dell’avventura è particolarmente ben riuscita in questo senso; un po’ meno la seconda, che è invece ridondante perché, pur presentando quello che sembra un ventaglio di scelte altrettanto ampio, in realtà lascia poca autonomia decisionale e tende forzatamente a indirizzarci verso la via finale comune di tutta la vicenda. I finali disponibili sono ben tre, ma il modo in cui li si raggiunge non è particolarmente intrigante, perché i bivi decisivi sono compressi in un range di paragrafi ristrettissimo, e uno è raggiungibile solo grazie a un tiro di dado non facile. Purtroppo I Signori del Destino è uno di quei volumi di AD&D che presentano i requisiti più elevati nei momenti in cui è meno probabile poterli soddisfare; questo è specialmente vero per la Combattività, che però per fortuna non è un’abilità troppo rilevante (la missione è all’insegna della segretezza, perciò incappare in uno scontro è spesso segno di decisioni sbagliate). Il fatto è che il lettore tenderà naturalmente ad assegnare un buon punteggio agli Incantesimi, la cui gestione, da un punto di vista concettuale, è particolarmente controversa: il purista del GdR indubbiamente disprezzerà l’idea che basti avere almeno un punto e sarà il testo a decidere quale incantesimo verrà usato, ma questa semplificazione è più che giusta nell’ambito dei librogame di questa serie, il cui regolamento è troppo rigido per incorporare efficacemente un grimorio degno di questo nome; La Prova e la trilogia di Morris Simon dovrebbero aver più che abbondantemente convinto ogni lettore su questo punto. Ma, dicevamo, è più che naturale che chi gioca dia generosi punti agli Incantesimi, a scapito delle altre caratteristiche, e questo renderà davvero improbi i lanci di dado; solo l’esperienza dimostra che in realtà gli incantesimi vanno usati in poche decisive occasioni, ma a quel punto il replay value del libro è calato già di molto.
Anche questa volta, quindi, bisogna prendere un volume di AD&D per quello che è, e non giudicarlo per quello che potrebbe essere, imbastendo assurdi paragoni con i più interattivi librogame inglesi. Sotto questa luce, io ritengo I Signori del Destino un bel librogame, una lettura avvincente, un racconto a bivi ben scritto e ben organizzato; la traduzione di Costanza Galbardi è un motivo in più per apprezzarne la narrativa. Per i disegni invece ho una sola parola: puah!
ERRATA CORRIGE 80: la spada Quicksilver è chiamata Mercurio. 215: c’è scritto “i Padroni del Destino”.
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Inviata da: Gurgaz il 3/3/2008 |
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Valutazione generale:
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7
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Titolo originale: Lords of Doom Autore: Douglas Niles Anno: 1986 Illustrazioni: Diane Magnuson Copertina: Larry Elmore Traduzione italiana: Costanza Galbardi (1992)
Non senza sospetto ho preso in mano questo undicesimo volume, memore dei pessimi risultati ottenuti con gli altri due librogame ambientati nel mondo di Dragonlance. Con piacere ho notato che Douglas Niles è riuscito ad evitare la terza tragedia, senza realizzare qualcosa di memorabile ma neppure scadendo nell’ennesimo esercizio di stile. Dopo undici numeri di cui più della metà vogliono solo raccontare una storia, I Signori del Destino permette di condurre un’avventura nei panni di Gilthanas di Qualinesti e di tenere in mano il proprio destino.
Dopo aver respinto l’assedio di Palanthus con le Dragonlance, la stupenda donna elfo dei Kaganesti, Silvara, chiede a Gilthanas di accompagnarla in una missione disperata. Egli sa che la donna che ama è in realtà un drago argenteo, ma nonostante il dolore che prova non riesce a negarle il suo aiuto. Silvara sente che le uova dei draghi buoni, tenute in ostaggio dal nemico, sono oggetto di scempio da parte dei sacerdoti della Regina delle Tenebre. Per scoprire la verità i due si recano a Sanction, roccaforte del Supremo Signore Ariakus, città tetra sorta alle pendici di tre vulcani, i Signori del Destino. Nelle profondità della roccia si cela un segreto che può ribaltare le sorti della guerra, se solo venisse rivelato. Forse la comparsa dell’eccentrico mago Fizban non è un caso...
Gilthanas è un guerriero-mago e sa far volteggiare la sua spada Quicksilver con la stessa abilità con cui lancia gli incantesimi, che in questo volume non falliscono mai il bersaglio. Il personaggio ha le solite caratteristiche: Percezione (base 13), Combattività (base 14) e Incantesimi (base 1). Quest’ultima è trattata al pari delle altre quando occorre distribuire i punti, mentre nel gioco è decurtata di un punto ogni volta che il giocatore sceglie di avvalersi della magia. Purtroppo è Gilthanas a scegliere che formule impiegare, sempre con ottimi risultati; la magia non solo risolve più rapidamente i combattimenti, ma in certi casi può addirittura influenzare lo svolgimento della storia, aprendo piste altrimenti precluse. La citazione degli spells impiegati consente alla traduttrice di confondere gli appassionati di D&D con traduzioni personalizzate quali Fretta (Haste), Moto Lento (Slow Motion) e Sfera di Fuoco (Fireball). Per il resto Costanza Galbardi fa bene il suo lavoro, dimostrando attenzione verso il lessico dei romanzi: finalmente si legge “draconici” e non “draconiani”, eppure scappano anche refusi come Ariakus che in un solo paragrafo diventa Ariakas, o Palanthus che in un’occasione è scritto Palanthas, come nella versione italiana di Dragonlance.
I requisiti per i lanci non sono affatto bassi, spesso da 4 in su con un dado; l’utilizzo dell’Esperienza può aiutare, visto che si ricevono punti bonus durante l’avventura, ma c’è una graditissima novità: l’assenza di morti istantanee, perché finalmente qualcuno ha capito che se si assegnano danni bilanciati è possibile esaurire l’Energia Vitale dell’eroe, in questo caso 22+1d6 punti.
Poter finire il librogame secondo due strade distinte, entrambe debitamente sviluppate, fa tirare un sospiro di sollievo dopo tante pagine sprecate a mascherare libri nei librogame e a gettare via buon materiale, perché il gioco era costruito senza criterio. Sia che si proceda via mare, a bordo de La Vedova Allegra, oppure che si valichino le Montagne di Vingaard, gli incontri hanno una buona varietà e a tratti si gioca realmente. Resta un po’ di amarezza per l’uso semplicistico della magia, ma non si raggiunge il controsenso de “Il Regno della Stregoneria”, in cui non serviva a nulla.
Questo librogame meriterebbe qualcosa di più, ma la sua struttura nasconde qualche imperfezione: per esempio il possibile loop della prigionia a Sanction, o l’eccessivo spazio consumato da ripetitivi combattimenti contro i draconici. In generale la lotta porta via troppo spazio, così come avveniva ne Il Castello di Quarras, sempre di Niles, solo che ne I Signori del Destino ci sono molti avversari che è meglio eludere che sfidare a viso aperto, giacché esistono le scappatoie.
La storia in sé non è il massimo che ci si può aspettare dall’ambientazione di Dragolance; del resto ci sarà un motivo se questa è stata solo accennata nella trilogia di M.Weis e T.Hickman. Ad ogni modo è solida ed abbastanza generica da consentire al lettore di muovere il suo Gilthanas senza costrizioni ingombranti. L’unico problema, inspiegabile a fronte della magnifica copertina di Larry Elmore, è la scadente grafica interna, affidata a Diane Magnuson. Nel complesso si può archiviare I Signori del Destino tra i (pochi) episodi meritevoli di Advanced Dungeons & Dragons.
Ambientazione: 7 Stile di scrittura: 7 Bilanciamento: 7 Interattività: 7 Aspetto grafico: 4
Voto complessivo: 7 Difficoltà: bassa
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Inviata da: =Dr.Scherzo= il 27/2/2009 |
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Valutazione generale:
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5
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Titolo originale: "Advanced Dungeons & Dragons – Lords of Doom" Autore: Douglas Niles Anno: 1986 (1992 in Italia) Illustrazioni: Diane Magnuson Traduzione italiana: Costanza Galbardi
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Ne “I Signori del Destino” abbiamo l’onore (?) di incarnare tale Gilthanas di Qualinesti, un eroe elfo maestro sia di spada che di magia. La narrazione inizia quasi in medias res: ci troviamo a Palanthus, città fino a poco prima cinta d’assedio dagli eserciti dei draghi malvagi e che abbiamo valorosamente difeso fino al risolutivo intervento di una Lancia del Destino, unica arma in grado di sconfiggere i draghi. E’ ora tornata la calma nella città, ma non nel nostro animo, poiché Silvara, la donna che amiamo ma che non possiamo avere – in quanto lei in realtà è un drago d’argento, irrompe nuovamente nella nostra vita. Silvara ci chiede infatti di aiutarla a raggiungere la cupa Sanction, luogo in cui i nemici hanno nascosto le uova dei draghi buoni, costringendoli ad una forzata neutralità.
[Digressione: Il fatto che nel pur breve riassunto qui sopra abbia dovuto utilizzare più volte la parola “drago” dovrebbe chiarire in modo piuttosto cristallino la ripetitività delle situazioni che coinvolgono l’universo di Dragonlance. Personalmente detesto quest’ambientazione. La considero sopravvalutata e soporifera, troppo imperniata sui draghi (appunto) e su tutta una serie di ridondanti conflitti tra i loro alleati. “Ci sono i draghi che combattono altri draghi, poi arriva un drago che dice ad un diverso drago di tradire i draghi alleati, ma ecco arrivare nuovi draghi che lottano tra loro, poi un drago cattivo ruba le uova degli amici draghi, frattanto un altro drago s’innamora di un misterioso drago, ma vi sono alcuni draghi che tramano nell’ombra, però l’ennesimo drago intanto ha attaccato una città, il tutto finchè un drago più potente non interviene…” Drago, drago, drago. Drago. L’incidenza che questo vocabolo ha nell’ambientazione è nauseante. Lo si dice talmente tante volte che la parola stessa finisce per perdere ogni significato. Fine digressione.]
I percorsi che possiamo intraprendere per raggiungere Sanction sono essenzialmente due: via terra o via mare. L’autore all’inizio finge di concederci una terza possibilità, ovvero quella di non rivedere più la donna che fa così tanto soffrire il protagonista, ma dopo UN solo paragrafo ci riporta da lei. Perché dare a intendere al lettore di avere una reale scelta, quando non è così? Frustrante. Sia che decidiate di accompagnare Silvana via terra, sia che lo facciate via mare, non illudetevi: incapperete comunque nello strampalato mago Fizban. Chi? Fizban! Il nostro carissimo amico che chi legge magari non ha mai sentito nominare prima d’ora! Aaah, beh, allora… Per quanto concerne i check, sono sostanzialmente difficili. Improbi, no. Però difficili. Dovendo dividere solo sette punti tra le tre Caratteristiche (Percezione, Combattimento, Incantesimi), tenendo conto che il valore iniziale di queste ultime è rispettivamente 13, 14, ed 1, infine calcolando che il check medio di Combattimento richiede di eguagliare o superare il risultato di 21 aggiungendo un unico dado, consiglio vivamente a tutti di utilizzare almeno quattro punti in Combattimento. Piazzando il già alto valore di tre punti, infatti, ho assaporato il brivido di muovere un Gilthanas maestro non tanto di spada e magia, bensì di magre figure e fallimenti.
A proposito: tra una figuraccia e l’altra, mi sono imbattuto in un pesante svarione. Se si sale a bordo della nave La Vedova Allegra, se non si riesce ad evitare il gorgo e se si viene poi catturati dalla nave draconica, si giunge a Sanction da prigionieri. Ebbene, se tentate una reazione mentre stanno scortandovi dai torturatori (par. 198 e 113), ed avete miracolosamente successo (par.64), vi ritroverete di punto in bianco nuovamente sulla nave, diretti verso Sanction (par.165).
Il finale lascia abbastanza insoddisfatti, terminando piuttosto bruscamente e senza concederci la possibilità di proseguire e d’assistere – chi lo sa? - al trionfo del Bene. Si ha l’impressione d’aver fatto sì “qualcosa”, di aver aggiunto un tassello al puzzle rappresentato dalla vasta storia di Dragonlance, ma diciamolo chiaramente: dopo tutta ‘sta fatica, avremmo almeno voluto vedere come andava a finire, diamine.
Unica nota lieta, a parer mio, è il registro narrativo, gradevole e preciso, superiore alla media. Purtroppo l’aspetto grafico annulla questo vantaggio, poggiandosi su illustrazioni decisamente anonime, scadenti e, spesso, solo abbozzate.
Ambientazione: 5 (drago, drago, drago) Stile di scrittura: 7 Bilanciamento: 5 Interattività: 7 Aspetto grafico: 5
Voto complessivo: 5 Difficoltà: media
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