| Categoria: Librogame E.L. - Serie Complete Lupo Solitario
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Titolo: Lupo Solitario (21-28) - Avventure Nuovo Ordine Ramas | Valutazione: 7.50 Letture:3052 | Joe Dever | Sei un Grande Maestro Ramas, ma devi cimentarti nelle imprese piu' ardue se vuoi raggiungere il grado supremo come il tuo maestro, Lupo Solitario......
In questo libro il protagonista sei tu. Buona fortuna, Grande Maestro Ramas. |
Valutazione media:
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(1)
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Data pubblicazione 28/2/2007
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Inviata da: BenKenobi il 11/9/2007 |
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Valutazione generale:
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7
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Il ventesimo libro segna la conclusione delle avventure di Lupo Solitario. Con un'incursione nel cuore del Pianeta delle Tenebre e nel santuario di Naar, il nostro eroe ha dato prova di tutta la sua abilità ed ha recuperato la Pietra di Luna, lo straordinario artefatto dagli incredibili poteri che rendeva possibile al dio del Male la creazione di Cancelli dell'Ombra, portali interdimensionali tramite i quali inviare le sue creature nel Magnamund. Il protagonista della fortunata serie ha ormai raggiunto, primo nella storia, il grado di Supremo Maestro Ramas, ascendendo ad un rango quasi semidivino: in poche parole, è ormai troppo potente per essere impersonato dal lettore e vivere nuove avventure.
Il punto di svolta consiste nel cambio di protagonista. Una mossa drastica, un po' impopolare, ma tuttavia obbligata per scrivere il seguito della lotta contro Naar. Ed è così che indossiamo i panni di un giovane Grande Maestro Ramas; le nuove generazioni di Sommerlund si sono rivelate così dotate che in un tempo relativamente breve già 5 allievi hanno raggiunto tale grado. Lupo Solitario dimostra di avere molta fiducia in noi, affidandoci l'importante incarico di riportare la Pietra di Luna nel profondo sud del Magnamund, allo scopo di restituirla ai maghi Shianti. In realtà è solo la prima di una lunga serie di missioni, ambientate soprattutto nel Magnamund meridionale, un nuovo ed inesplorato continente nel quale non abbiamo mai messo piede nei primi 20 libri.
Nelle avventure del Nuovo Ordine Ramas assistiamo ad una progressiva caduta di tono. Anche qui, come nel precedente ciclo di libri, le minacce che dobbiamo fronteggiare durano ciascuna per l'arco di uno o due libri consecutivi. La scarsa importanza di alcuni nemici, e l'assenza di un vero filo conduttore, sono forse i due principali problemi nell'impostazione di questa serie, che non riesce mai a decollare per davvero. I librogame sono di buona fattura, ben sceneggiati, ed offrono ambientazioni del tutto nuove ed originali, ma manca quella tensione e quel climax che hanno reso davvero memorabili i precedenti libri. Intrigante l'idea di esplorare nuove terre nel Magnamund meridionale, un continente d'ispirazione asiatica e pertanto molto esotico, anche se gli episodi migliori sono forse quelli ambientati nel buon vecchio Magnamund settentrionale. Una serie con pochi alti e molti bassi. Sottolineiamo in particolare la delusione costituita dall'Autarca Sejanoz, nemico principale degli ultimi due libri, una tigre di carta che ha paura del fuoco (!) e viene sconfitta usando le braci del caminetto (!!!), sicuramente il punto più basso raggiunto da Joe Dever nella sua carriera di scrittore: il confronto con i nemici affrontati in passato da Lupo Solitario è alquanto impietoso.
Poche le novità nel sistema di gioco. La principale è probabilmente il "reset" totale del proprio personaggio: dal n.21 in poi, tutti i giocatori partono da zero. Non c'è più la Spada del Sole, ma in compenso il Grande Maestro Ramas parte con una delle 10 Armi Ramas forgiate da Lupo Solitario in persona. Ogni Arma Ramas ha un bonus fisso di Combattività, più un bonus aggiuntivo contro una particolare tipologia di nemici, il che rende ogni arma differente dalle altre, ma al tempo stesso equivalente sul piano del gioco: non ne esiste una che sia nettamente migliore delle altre. Notiamo inoltre che l'Arma Ramas fa parte dell'equipaggiamento iniziale, non è un oggetto che si trova in un determinato libro, per cui tutti i giocatori hanno diritto a questo bonus (a differenza di quanto accadeva per la Spada del Sole che differenziava notevolmente la difficoltà dei libri, in base al fatto che il lettore la possedesse o meno). Per il resto, le regole sono identiche a quelle del ciclo di libri 13-20, se non fosse che le Arti Superiori sono passate a 16, mantenendo le vecchie 12 e aggiungendo 4 nuove arti. Purtroppo tali poteri si rivelano simili a facoltà già esistenti o addirittura inutili. E' difficile che i lettori scelgano, ad esempio, le arti dell'Astrologia e del Bardo, che consistono nella facoltà di leggere il futuro nelle stelle e suonare strumenti musicali: poteri di per sé poco accattivanti, e che hanno un'utilità scarsissima o nulla nel corso delle avventure.
La struttura delle avventure dei libri 21-28 segue quella dei libri 13-20. In alcuni libri c'è una buona libertà di scelta e riusciamo a diversificare il nostro percorso all'interno della storia, ma la maggior parte delle volte la linearità del librogame è molto accentuata. Anche stavolta l'autore punta sull'aspetto narrativo, ed il suo stile diventa prolisso più che mai, sfociando talvolta in sezioni in cui si è costretti a seguire un flusso abbastanza lungo di paragrafi "obbligati", prima di trovarsi di fronte ad un bivio o ad una scelta. Il genere "viaggio" è quello che va per la maggiore.
La difficolta è media; si tratta di una serie ben equilibrata. Nessun librogame è veramente difficile, o comunque non come i libri dei precedenti cicli narrativi. Il personaggio viene costruito da zero, non eredita equipaggiamenti o poteri dai precedenti libri, non trova Oggetti Speciali capaci di innalzare in maniera notevole i suoi punteggi di Combattività e Resistenza (le Armi Ramas, ricordiamolo, sono disponibili per tutti sin dal principio), e ciò appiana le principali differenze che possono esistere tra giocatori più o meno esperti. Non esistono combattimenti massacranti ed al limite del possibile, come accadeva nelle vecchie avventure di Lupo Solitario: i nemici più potenti vanno affrontati per un numero di scontri limitato, o vengono sconfitti mediante l'uso di oggetti o a causa di eventi particolari; non sono mai al di fuori della portata di un personaggio dal profilo medio-forte.
Il finale di questa serie è improvviso e provvisorio. Questo ciclo narrativo prevedeva 12 volumi, ma è stato interrotto prematuramente e bruscamente con l'ottavo episodio, a causa della crisi nel mercato dei librogame. Di conseguenza, ci ritroviamo con una serie troncata a metà, senza quel finale che forse avrebbe potuto risollevarne le sorti e darle un senso: in questo modo, invece, sembra più che altro una sterile prosecuzione delle avventure dell'Ordine Ramas, senza una reale minaccia da affrontare, senza quello "scontro finale" che ne motivi l'esistenza. Anche tenendo conto di quest'attenuante, però, il giudizio conclusivo su questa serie non può essere generoso. Si tratta di librogame gradevoli, di buona qualità, ma che tutto sommato deludono: perché da una serie che porta il nome di Lupo Solitario ci si attende molto di più. Questi libri sono buoni, ma hanno poco di entusiasmante; alcune avventure sono state soddisfacenti, altre invece non riescono ad incidere. Alla luce di tutte queste considerazioni, il mio voto personale è un 7: una serie sopra la sufficienza, ma che non va oltre.
La serie è costituita dai seguenti titoli:
21) Il viaggio della Pietra di Luna 22) I bucanieri di Shadaki 23) L'eroe di Mydnight 24) Runa di guerra 25) Il sentiero del Lupo 26) La montagna insanguinata 27) L'artiglio di Naar 28) La vendetta di Sejanoz
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Inviata da: EGO il 26/2/2009 |
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Valutazione generale:
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8
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Per chi non ne poteva più di Lupo Solitario, come anche per chi non ne aveva ancora abbastanza, il finale del volume 20 sicuramente sarà stato fonte di emozioni violente, con il suo nonchalante annuncio di una nuova serie di avventure. Anche chi non apparteneva a queste due categorie avrà provato qualcosa di molto violento alla scoperta che, in questa nuova serie, il protagonista non sarebbe più stato Lupo Solitario, ma un Grande Maestro membro del Nuovo Ordine dei Ramas. Come dire: se non vuoi rischiare di scontentarne qualcuno, scontentali tutti. Del resto, come si è visto a partire dalla serie Ramastan, l’importante è che fosse soddisfatto Joe Dever, che prolungando ogni volta la collana ha l’occasione di offrire ai suoi lettori ulteriori dettagli sul suo Magnamund, per assicurarsi che rimanga nella Storia. In questo caso però l’autore si è fatto un piccolo autogol, visto che il cambio di protagonista ha veramente indispettito un mucchio di fan. Nessuno ammetterebbe a viso aperto e a testa alta che il ciclo del Nuovo Ordine gli è piaciuto davvero.
In effetti, non è che il più recente Lupo Solitario potesse migliorare più di tanto, se non tornando sui suoi passi e ridiventando meno libro e più game. Ma questo sarebbe andato contro i presupposti stessi per cui Dever continuava a scrivere, e quindi non se ne poteva parlare. Oppure sì? A quanto pare, un pochino se ne poteva parlare. Che sia per rimorso di coscienza, per lettere inferocite dei lettori o per qualche altro ignoto stimolo, nelle avventure del nuovo Grande Maestro riaffiorano elementi che da tempo non si vedevano più: bivi veri e non fittizi, un utilizzo un po’ più interessante di armi e oggetti, qualche impresa e qualche scena degne del Lupo Solitario classico: quello che andava in giro da solo, non conosceva nessuno e doveva guardarsi da tutto e da tutti. Sono sprazzi, poche scintille; ma tanto basta a sollevare la qualità media dell’avventura del Nuovo Ordine dalla ripetitività soffocante dei libri precedenti, che a posteriori presentano come solo vantaggio quell’unico elemento scontato: la presenza di Lupo Solitario come personaggio giocante.
La quarta serie dei Ramas basa tutto il suo appeal su questa “nuova” impostazione di gioco, anche perché le novità di regolamento scarseggiano. Adesso le Arti Superiori sono sedici: le quattro nuove sono il Bardo, le Erbe, gli Elementi e l’Astrologia. Purtroppo Dever non sembra crederci molto, visto che le sfrutta e le perfeziona molto meno di quanto meriterebbero. Ma ci risiamo: sono nuove idee inserite più per folklore che altro, destinate a fare scena e non la differenza tra la vita e la morte, se si eccettuano gli Elementi. Ma a che serve un’Arte nuova, per quanto potente, se c’è un’Alchimia Ramas che risolve tutti i problemi, guarisce tutti i mali e forse, nell’ultimo volume, farà anche il caffè dalle foglie di Vigorilla? Davvero, basta scegliere l’Alchimia e non ci sarà ostacolo in grado di impensierirci; ed è una cosa veramente detestabile che un Ramas possa trovare tanta soddisfazione in un’Arte così sfacciatamente magica, agli antipodi di quelle che erano le discipline originali. Per divertirsi di più conviene non sceglierla, ma così facendo ci si affida alla Tabella del Destino, come ai vecchi tempi… e la Tabella ha già fin troppa importanza nello stabilire il nostro Nome Ramas e la nostra Arma Ramas, forgiata da Lupo Solitario in persona e in grado di offrire un bonus di Combattività in circostanze particolari (una è forte di notte, un’altra contro i maghi, un’altra ancora sott’acqua, e così via). Se il destino deve decidere sulle cose più triviali ma a cui ci dovremo legare da subito, meglio non rischiare oltre, giusto?
Sto esagerando col sarcasmo, ma la verità è che non c’è molto da dire sul ciclo del Nuovo Ordine che non valesse per quello precedente. Ridotto il semidio Lupo Solitario al ruolo di illustre comparsa e di assegnatore di incarichi che assumerebbe lui se non ne avesse altri più importanti (!), si ritrova l’emozione di impersonare un eroe esperto, ma non invincibile. La sensazione di essere stati degradati ad agenti di un corpo di polizia militare è difficile da scrollarsi di dosso, ma il feeling delle vecchie avventure c’è tutto ed è accompagnato da uno stile letterario ormai maturo, e fluente nonostante la mole dei paragrafi. È anche un po’ più vario – al nuovo eroe il sangue si gela nelle vene un po’ meno di frequente. L’alone di mistero e i colpi di scena vengono gestiti molto meglio che nella serie Grande Maestro, dove non c’erano grandi sorprese, perché quelle poche che volevano esserlo finivano per apparire come dei déjà vu. Joe ha avuto la buona idea di dare un taglio col passato e di non ridurre tutto ad una strizzata d’occhio ai veterani: il protagonista è nuovo, per lui è tutto nuovo, e così dev’essere per chi legge. Ben fatto. In italiano è poi tutto ancora più nuovo, perché Laura Pelaschiar ha passato la spugna sui vecchi nomi (compresi alcuni che aveva reso ex novo lei stessa), rendendo molti riferimenti irriconoscibili e, ahimé, esagerando oltremodo con l’inglese: di certo c’erano mille modi di dare un equivalente italiano al nome Deathstalker, ma lei non ha voluto spendere qualche minuto a cercarne uno o due che suonassero bene. Peccato, perché il testo nostrano del Nuovo Ordine ha contribuito a rendere la serie molto impersonale e poco memorabile.
Noi però siamo fortunati, perché in Italia il Nuovo Ordine non è mai uscito dai cataloghi dell’editore, a differenza che in Inghilterra, dove la tiratura limitata e la mancanza di ristampe hanno reso questi otto volumi ben più rari e ricercati di quelli precedenti (anche se non tanto come qualcuno vorrebbe credere, e far credere). Il nostro Paese è quello, unico al mondo, in cui da sempre gli ultimi libri di Lupo Solitario sono accessibili a chiunque li voglia: resta da stabilire fino a che punto ce ne si può vantare, visto che comunque la serie è incompiuta. Per motivi probabilmente economici, l’editore inglese decise di sospendere la pubblicazione nel 1998, terminandola con un volume 28 accorciato di 50 paragrafi. Oggi Joe Dever sta preparando la tanto attesa conclusione della saga dei Ramas; nel frattempo, è possibile ingannare l’attesa con le avventure del Nuovo Ordine, spesso misconosciute e bistrattate ma, oggettivamente, la migliore espressione del Dever più maturo, alla pari se non meglio di quelle di Grande Maestro Ramas.
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