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Indice principale : Librogame E.L. - Singoli Libri : Advanced Dungeons & Dragons : 

Categoria: Librogame E.L. - Singoli Libri Advanced Dungeons & Dragons
Titolo: 06- Il Signore Di Ravenloft  Piu' letteValutazione: 8.00  Letture:6049
Descrizione   Jean Blashfield
Descrizione   Dal castello di Ravenloft il conte Strahd esercita il suo tetro potere sulle terre di Barovia: misteriose sparizioni, giovani donne che al mattino si svegliano in preda ad una strana debolezza... tocca a te liberare questa terra dall'incubo che la opprime.
Valutazione media: (1) (10)
Data pubblicazione 27/2/2007
Inviata da: lonewolf79 il 17/4/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 10 10
Descrizione
     Titolo italiano: Il Signore Di Ravenloft

Titolo originale: Master Of Ravenloft

Autore: Jean Blashfield

Classe Del Personaggio: Paladino


Questo è in assoluto il librogame della collana che preferisco.Credo d'averlo fatto 25-30 volte.
La trama e il contesto sono presi direttamente da una delle ambientazioni ufficiali di aD&D, Ravenloft.......
Il nostro personaggio , Jeren Sureblade, è un paladino puro di cuore e con una fede retta da saldi principi.Arrivato nelle terre di Barovia viene subito messo alla prova nel salvataggio, da dei tremendi popistrelli, di una bellissima fanciulla di nome Ireena .
Da lei viene poi a sapere che nelle terre di Barovia succedono avvenimenti strani,misteriose sparizioni, giovani donne che al mattino si svegliano in preda ad una strana debolezza...Il tutto dovuto dal conte Strahd (un bel vampiro) che dal castello di Ravenloft esercita il suo tetro potere.
Jeren Dovrà fare di tutto per sconfiggere il conte, accompagnato dalla bella Ireena...
Tra i volumi della serie è sicuramente il più bello,con una struttura da RPG e bellissimo da leggere (tanto che invoglia molto alla rilettura).
L' atmosfera è resa alla perfezione e i dadi non sono gli arbitri assoluti del gioco, in quanto si ha la possibilità di fare delle scelte significative.
Le illustrazioni sono di pregio e con una particolare resa della tensione che si puo' provare in un posto del genere.....dovuto sopratutto a un sapiente accostamento del bianco con il nero reso da tratteggi e inchiostrature raffinate.
Passiamo alla struttura del gioco.
Teniamo un paladino di livello 15 armato di spada, incantesimi (1-2-3-4 grado di lancio), abilità connesse e soprattutto un' arma magica chiamata Scelta (un bastone mutaforma con incantesimi paralisi/paura/assorbi-energia.) Non si sa quante cariche abbia quest' arma per lanciare gli incantesimi ( lo si viene a sapere solo nello scontro finale).
Energia vitale di 70 punti vita +2d6 (il conte ne ha 60+2d6).
Presenti fogli con incantesimi, oggetti possibili da trovare nel castello e il mitico paragrafo 200....... Ogni volta che s' incontra un non morto capace di risucchiare livelli ( e si viene colpiti..) bisogna andare al suddetto paragrafo per vedere le conseguenze negative (minor lancio d' incantesimi, perdita di capacità speciali,difficoltà nelloscacciare in non morti ecc).
Il paragrafo 300 è dedicato alle tattiche per lo scontro finale ( in poche parole quali oggetti/armi si userà contro il conte) in cui bisogna avere una certa dimistichezza con i giochi di ruolo per capire quali sono le uniche due armi che possono sconfiggere veramente il conte. Ovvero la caraffa magica e il sacro medaglione di Ravenkind.
Consiglio: il rivela-incantesimi usatelo nella sala da pranzo e mettete 2 punti all' agilità sui 5 che si possono ripartire alle caratteristiche base ( di partenza combattività base 10 -agilità 9 - saggezza 9 ).


Interattività (cioè quanto il LG sfrutta le potenzialità a sua disposizione): 10
Stile di scrittura (quanto l'autore sa coinvolgere per qualità letteraria): 9
Ambientazione (quanto l'autore sa coinvolgere per la ricchezza dei luoghi e dei fatti):10
Bilanciamento (equilibrio tra le regole e l'effettiva difficoltà): 10
Grafica: 9

Voto complessivo: 10
Difficoltà: Media


















Inviata da: EGO il 29/12/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 8 8
Descrizione
     Caratteristica costante, e abbastanza curiosa se vogliamo, dei libri della serie AD&D è quella di presentare delle avventure che possono sì essere in qualche modo riconducibili a delle vere e proprie sessioni di gioco di ruolo, ma talmente legate alla narrazione da essere inevitabilmente molto lineari; l’unica vera libertà sta nella decisione del finale. Il Signore di Ravenloft è una nobile e riuscitissima eccezione, perché è strutturato invece proprio come una campagna di AD&D, di cui sfrutta un modulo effettivamente esistente, oltre a fare uso del regolamento del gioco di ruolo in modo molto più estensivo. Eroe, e questa volta a pieno titolo, dell’avventura è Jeren Sureblade, paladino del quindicesimo livello, che nella terra di Barovia incontra una splendida ragazza, Ireena Kolyana. Ella gli racconta che quella terra è funestata da un vampiro, il Conte Strahd von Zarovich, che di recente ha cominciato a “interessarsi” alla stessa Ireena. Jeren giura quindi di essere colui che libererà Barovia dal regno di terrore di Strahd, e insieme a Ireena si reca al castello di Ravenloft.

Non ci sono limiti in quest’avventura: Ravenloft è liberamente esplorabile, alla ricerca di tutto ciò che possa servire ad abbattere il Conte. Si può seguire qualsiasi strada e ritornare indietro quando si vuole, si può perfino arrivare alla tana del nemico e ritirarsi se non si pensa di essere preparati. Tanta libertà è ben gestita dall’autore, che riesce quasi sempre a non far ripetere eventi già avvenuti se si ripassa nella stessa stanza, anche se qualche déjà vu è riuscito a sfuggire. Molto intelligente, e ben implementato, è l’elemento di casualità: ogni ambiente prevede che si faccia un incontro con dei mostri erranti, determinati dal risultato di un dado, e ogni nemico ha le sue peculiarità. Le uniche pecche degli incontri casuali sono la loro possibile, anzi molto probabile, ripetizione, e l’idea che dei lupi possano comparire dal nulla all’interno del castello, cosa che mi lascia parecchio indispettito (potrei capire uno o due, ma DICIASSETTE lupi...).
I nemici non sono comunque l’unico elemento generato a random: in alcune locazioni, infatti, è possibile ricevere dei bonus o dei malus dettati dall’atmosfera del luogo. Ma di certo la cosa più interessante sono i cosiddetti “lanci pregioco”: all’inizio di ogni partita si tira un dado per stabilire il valore di tre variabili A, B e C, e questi valori stabiliranno in quale stanza del castello avverrà un certo evento, o si troverà un determinato oggetto. Un’idea discreta per aumentare la rigiocabilità dell’avventura, anche se alla fin fine, che li si trovi nella cripta o nello studio, gli oggetti sono poi sempre quelli.
Tra gli altri elementi da gioco di ruolo vero e proprio potreste aver notato che viene espressamente specificato il livello di Jeren, e infatti esso viene tenuto in debita considerazione. Quando un morto vivente tocca il nostro protagonista, questi perde dei livelli, e la perdita si ripercuote sul punteggio massimo di Energia Vitale e sul numero di incantesimi a disposizione.

E’ già confortante vedere che così tanti elementi potenzialmente complessi siano stati semplificati al punto giusto e gestiti in modo intelligente per creare un libro molto giocabile, ma le belle notizie non finiscono qui. L’atmosfera e la narrazione sono piuttosto semplici, ma anche efficaci, e particolarmente riuscita è l’interazione tra Jeren e Ireena, la quale non è una semplice palla al piede: va sì protetta, ma ha diverse possibilità di rendersi utile contro alcuni nemici. Molto ben caratterizzato è anche lo stesso Conte, per quanto le sue apparizioni siano sporadiche: un avversario carismatico, quasi simpatico, che un po’ dispiace dover affrontare.
La difficoltà del libro potremmo definirla ben bilanciata, il che per qualcuno potrebbe tradursi in “troppo facile”. Le morti istantanee praticamente non esistono, perché per incontrarle bisogna fallire un lancio di dadi per due volte di fila, e in media il punteggio richiesto è un 6, quasi ridicolo in confronto ai requisiti dei volumi precedenti. Più che altro l’enfasi è stata posta sulla perdita di Energia Vitale, che in questo caso va veramente tenuta sotto controllo vista la quantità di nemici e i danni che possono infliggere. In questa prospettiva bisogna però inserire lo scontro finale con Strahd, che è una grande dimostrazione di creatività grazie all’elevato numero di opzioni che abbiamo per attaccarlo, ma è anche insidioso da completare con successo: ci va l’oggetto giusto al momento giusto, e la vittoria non è comunque garantita. Se quindi non è affatto impensabile poter arrivare al Conte anche alla prima giocata, sbarazzarsi definitivamente di lui potrebbe richiedere qualche tentativo in più.

E, in generale, tutto il libro merita diversi tentativi: ci sono dei piccoli segreti che potrebbero non saltar fuori alle prime partite, c’è l’incognita dei tiri casuali, c’è il piacere di potersi muovere liberamente in un’ambientazione di AD&D, la soddisfazione di non dover accendere un cero davanti a una parete di santini ogni volta che si tirano i dadi. Ciò che avrebbe reso perfetto Il Signore di Ravenloft sarebbe stata una maggiore quantità di ambienti da esplorare (e pensare che ha già molti più paragrafi dell’AD&D medio!) e magari una qualità narrativa più elevata, quella che contraddistingue i volumi più lineari della serie. Ma quando il gioco riesce così bene, quanto ci si può lamentare del fatto che non sia anche uno splendido racconto? Molto semplicemente, Il Signore di Ravenloft è uno dei modi migliori in cui il medium librogame sia mai stato sfruttato.

Inviata da: Gurgaz il 27/2/2008
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 7 7
Descrizione
     Titolo originale: Master of Ravenloft
Autore: Jean Blashfield
Anno: 1986
Illustrazioni: Gary Williams
Copertina: Clyde Caldwell
Traduzione italiana: Saulo Bianco (1988)

Dopo una gestazione durata cinque volumi, finalmente la serie Advanced Dungeons & Dragons ha partorito un librogame dove si gioca sul serio. Ne Il Signore di Ravenloft non c’è l’urgenza di narrare una storia mascherata da bivi, bensì traspare l’intenzione di creare una struttura innovativa ed orientata al gioco. Non solo: Jean Blashfield ha capito che il lettore medio vuole riferimenti puntuali e riconoscibili al sistema di gioco cui la collana è legata. A tal proposito ha elaborato un buon numero di semplici regole da sfruttare in un setting ufficiale: il mondo di Ravenloft .

La Contea di Barovia è il feudo più malinconico che si possa immaginare, oppresso e tormentato dal suo perfido signore Strahd von Zarovich, uno dei più potenti vampiri esistenti. Questa versione heroic fantasy di Dracula impoverisce il popolo sottraendogli le ricchezze, uccidendo il bestiame e reclamando le donne più belle come concubine, dopo averle uccise lentamente con piccoli salassi. Ireena Kolyana è una delle prescelte, ma gli dei inviano un possente eroe in suo soccorso: il paladino Jeren Sureblade. Sarà questo coraggioso guerriero-chierico a spezzare per sempre il giogo di Strahd?

Magari non al primo tentativo, però le sue probabilità sono piuttosto alte. La fortezza di Ravenloft è disseminata di oggetti magici che possono aiutare nel combattimento contro il gran nemico; basta solo trovarli. Già in partenza il protagonista è dotato dell’armamentario tipico di un Personaggio Giocante di alto livello, costituito dalla mazza incantata Scelta, da otto incantesimi e dal potere di scacciare i nonmorti. Per non lasciare del tutto indifesa Ireena, Jeren le dona una bacchetta delle Folgori Magiche “che gli avanzava”, così anche la donna può affrontare le terribili creature di Ravenloft.

Al fianco di Jeren ha poco da temere, visto che il librogame è assai permissivo nei confronti del giocatore. I requisiti dei lanci sono singolarmente bassi ed un fallimento porta conseguenze risibili per un paladino di 15° livello con 70+2d6 punti di Energia Vitale. Il peggio che può capitare è la perdita di alcuni livelli, con ripercussioni sul lancio di incantesimi e sull’Energia Vitale, ma è una minaccia concreta solo nel duello finale, perché il librogame consente di lasciare Ravenloft e di pregare per ripristinare i livelli persi! Una volta è più che sufficiente, data la durata dell’avventura.

Il Signore di Ravenloft è incentrato sull’esplorazione di un castello non troppo esteso, reso cangiante dal sapiente impiego dei dadi per generare gli incontri, per applicare bonus e malus dovuti agli ambienti, o per variare la collocazione degli oggetti e delle apparizioni del Conte. Le ultime due variabili sono gestite tramite i cosiddetti lanci pregioco, forse l’elemento più affascinante del sistema. Non ci voleva troppo per arrivare a questa struttura: bastava ricordarsi la miriade di tabelle che pullula sui manuali di D&D, ma tanto di cappello a Blashfield per averci pensato!

Le prime partite sono quelle più entusiasmanti, finché non si capisce qual è il metodo corretto per sconfiggere il Conte Strahd e non si sono svelati i segreti del castello. Un po’ alla volta la struttura random mostra il fianco, allorché consente di fare certi incontri solo se si entra in una stanza da una determinata direzione, oppure fa incontrare due volte lo stesso avversario. Tali problemi nascono dall’esigenza di economizzare sul numero di paragrafi, già oltre la media della serie.

C’è un enorme dispendio di energie e spazio testuale per lo scontro con Strahd, visto che si può utilizzare ogni oggetto/potere a disposizione, perfino quelli insensati agli occhi dell’esperto giocatore di Advanced Dungeons & Dragons. Questo sfoggio di opzioni è ammirevole ma fatuo nella sostanza, poiché il librogame permette di gironzolare finché non si trovano tutti gli oggetti magici, da provare uno dopo l’altro contro il vampiro. Prima o poi l’invincibile Strahd rivelerà il suo punto debole.

La dovizia di particolari ludici implica una minore attenzione alla scrittura, che non riesce a decollare all’interno di paragrafi asciutti e descrittivi. A mio parere il testo non trasmette una grande atmosfera, a causa dei pleonastici terrori di Ireena e dell’ironia latente nei dialoghi, poco in sintonia con Ravenloft; sono le illustrazioni di Gary Williams a dare il giusto tocco alle sale e ai personaggi, tristi e lugubri eppur rispettosi del contesto, che non è horror bensì fantasy.

Questo è un titolo da consigliare a qualunque appassionato di librogame, grazie alla struttura pressoché unica ed alla giocabilità senza riserve. L’ambientazione è resa a dovere ed anche il sistema di gioco, che stavolta non è il fantasma di D&D. A mio avviso, questo librogame poteva raggiungere livelli altissimi, se solo il regolamento predisposto fosse stato sfruttato a fondo. Inoltre, l’aggiunta di un centinaio di paragrafi avrebbe evitato qualsiasi tipo di ripetizione a breve termine. Un’opera comunque encomiabile, espressione di quello che questa serie avrebbe dovuto essere.

Ambientazione: 8
Stile di scrittura: 6
Bilanciamento: 6
Interattività: 9
Aspetto grafico: 7

Voto complessivo: 7
Difficoltà: bassa

Inviata da: =Dr.Scherzo= il 26/2/2009
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 7 7
Descrizione
     
Titolo originale: "Advanced Dungeons & Dragons – Master of Ravenloft"
Autore: Jean Blashfield
Anno: 1986 (1988 in Italia)
Illustrazioni: Gary Williams
Traduzione italiana: Saulo Bianco

********************************************************

L’idea che sta alla base de “Il Signore di Ravenloft” si regge sull’intramontabile clichè del prode cavaliere senza macchia (qui impersonato da Jeren Sureblade, paladino di 15° livello) che desidera salvare la bella fanciulla (Ireena Kolyana) dalle grinfie del malvagio di turno (nientemeno che Strahd Von Zarovich, Conte vampiro di Barovia). Non che sia necessariamente un male, anzi: in questo caso l’incipit non fa una piega, vivacizzato da un curioso primo paragrafo in soggettiva in cui il Conte Strahd ci presenta la storia dal suo personale punto di vista.

Nel breve volgere di pochi paragrafi veniamo istruiti sulla nostra missione e, in compagnia della coraggiosa Ireena, siamo pronti a tentare l’assalto al tenebroso Castle Ravenloft, dimora del crudele vampiro. L’avventura si snoda quasi interamente all’interno del castello, in cui potremo muoverci in discreta libertà, esplorando in lungo ed in largo e misurandoci con le tetre creature che vi risiedono. Non c’è però da preoccuparsi troppo, dal momento che i check richiesti non sono mai insormontabili; al contrario, ne “Il Signore di Ravenloft” il protagonista, Jeren, è fin troppo agevolato, e spesso supera comodamente le asperità del percorso grazie all’elevato valore delle sue Caratteristiche.(Opinione personale: conosco in maniera approfondita Ravenloft, e la considero la più mortale ambientazione di sempre. L’eccessiva facilità con cui ‘sto paladino sconfigge i pericoli del Castello di Barovia, nero cuore del Semipiano del Terrore, per me rappresenta una grave pecca).

Il sistema utilizzato per rendere ogni tentativo diverso dai precedenti è apparentemente ben congegnato: una serie di tre tiri pregioco rendono infatti imprevedibile il ritrovamento di particolari oggetti speciali, necessari per portare a termine con successo il compito che ci siamo preposti (ovvero eliminare Strahd). Anche la casualità con cui vengono introdotti sia gli eventi che l’incontro con le creature è un punto a favore degli autori, che hanno provato a ravvivare il game. L’esiguo numero di paragrafi, tuttavia, indebolisce non poco questa soluzione: in una partita, in media, accade almeno un paio di volte di tornare letteralmente sui propri passi, riaffrontando gli stessi avversari e visitando zone già note. La terza volta che mi sono imbattuto nella “misteriosa dama vestita con un manto color rame”, ad esempio, ho avuto un attimo di sbandamento, non lo nego. Il numero di luoghi visitabili, inoltre, non è vasto come può in un primo momento apparire, anche se esistono alcune aree ‘segrete’ che è opportuno controllare. E’ comunque indispensabile, ribadisco, esaminare attentamente gli ambienti, perché all’interno dell’oscuro maniero sono disseminati alcuni potenti oggetti magici che ci serviranno durante la battaglia con Strahd.
Parecchi sono, appunto, i paragrafi dedicati allo scontro finale con Strahd: se da un lato questo permette una maggior giocabilità e flessibilità (ci si può sbizzarrire provando ad abbattere il vampiro in vari modi), c’è da dire che il combattimento in sé non è così complesso come hanno voluto dipingerlo gli autori. Esistono infatti solo due metodi coi quali è possibile sconfiggere definitivamente il Conte, ed una volta scoperti, svanisce buona parte del brivido della lotta.

Ero partito con l’intenzione di assegnare a “Il Signore di Ravenloft” un voto molto alto, memore delle emozioni che era stato in grado d’offrirmi quando lo lessi la prima volta, anni addietro. Rileggendolo, però, mi sono accorto che, pur traendo spunto da una delle migliori ambientazioni mai concepite per l’universo D&D, questo librogame rappresenta una occasione persa: non è esente da difetti, e non riesce a toccare quel livello d’eccellenza che avrebbe potuto – e forse dovuto, visti i presupposti – raggiungere.


Ambientazione: 9
Stile di scrittura: 6
Bilanciamento: 6,5
Interattività: 8
Aspetto grafico: 6,5

Voto complessivo: 7
Difficoltà: bassa


Inviata da: andreONE il 5/2/2012
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 8 8
Descrizione
     Eccoci a uno dei migliori titoli della serie:" Il Signore di Ravenloft".
Questo volume fu l'unico preso dall' ambientazione omonima: "Ravenloft" appunto.
Appena aperto il volume si ha subito la certezza che abbiamo a che fare con qualcosa di piu' evoluto, rispetto alle avventure precedenti.
Questa volta impersoneremo un Paladino.
In parole povere un picchiatore, con incantesimi di tipo clericale.
Questa Classe non e' mai stata facile da giocare, ma l'autore, e' riuscito a semplificarla in modo credibile.
Sopratutto, perche' il concetto delle abilita' del personaggio e' stato legato al fatto che alcuni mostri incontrati, hanno la capacita' di risucchiare i livelli.
Quindi piu' volte si e' feriti da questo tipo di mostri e piu' deboli o meno numerose diventavano le possibilita' e i poteri del protagonista.
Altra novita' i Lanci Pregioco A, B, C.
Questi tiri, entreranno in gioco, quando si esploreranno le stanze, per trovare oggetti e per eventuali incontri.
La vicenda si apre con una riflessione di Strahd Von Zarovich (il nostro avversario) e poi con il salvataggio nostro di una fanciulla in pericolo.
Il libro fa intuire appena perche' Stradh voglia la donna per se, ma ai fini del volume, cio' non e' importante.
Comunque spendero' un paio di parole sui due personaggi che Jeren, questo il nome del Paladino, incontra:
Ireena: all'inizio sembra la classica palla al piede, sembra.
Durante lo svolgimento del libro,la signorina, diventera' da vittima predestinata, un valido aiuto.
Stradh: il nemico, il cattivo, tuttavia in possesso di un notevole carisma, che benche' sia il nostro antagonista, lo rende simpatico, quasi istrionico.
Parte grafica: non solo la copertina e' particolarmente suggestiva, i disegni dentro sono di buona fattura e godibili.
Il Signore Di Ravenloft, e' un libro che consiglio caldamente, perche' siamo di fronte a un piccolo gioiello.
Vedrete non ve ne pentirete, parola mia.


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