Dallo stesso autore di Lupo Solitario ecco Mark Phoenix, un giovane eroe impegnato in un viaggio disperato dal Texas alla California per guidare un gruppo di sopravvissuti verso una meta lontana.
In questo libro il protagonista sei tu. Segui la pista dell’ovest...
Titolo originale: Freeway Warrior Autore: Joe Dever Copertine: Peter Andrew Jones
Per coloro che amano Lupo Solitario Joe Dever è l’autore che ha dato forma al Magnamund, un intero cosmo di avventure e leggende che segnano il cuore e si imprimono indissolubili nella memoria. Ma Dever non è solo questo: è soprattutto un abile scrittore, capace di inserire robuste iniezioni narrative tra gli scarni paragrafi che costituiscono un librogame, col risultato di dare alla storia il sapore della saga.
Dever però non ha prodotto solo la celebre epopea fantasy di Lupo Solitario, dal quale sono stati tratti diversi romanzi. Nel suo periodo migliore, quello che lo ha visto sfornare titoli eccellenti come I Prigionieri del Tempo e Scontro Mortale, lo stile si era affinato ed aveva raggiunto il giusto equilibrio; in quest’epoca dorata è stata concepita anche la miniserie Guerrieri della Strada. La leggenda vuole che Joe sia rimasto folgorato dal film Interceptor – Guerriero della Strada con Mel Gibson, e vi abbia scorto l’ambientazione perfetta per un nuovo ed ambizioso progetto. Non doveva far altro che adattare le efficaci regole di Lupo Solitario ad un mondo post-apocalittico, dove non ci sono poteri mistici a salvare la pelle all’eroe ma solo le sue abilità individuali.
La vicenda è ambientata nel 2020, otto anni dopo che la civiltà umana è stata quasi annientata da una catastrofe nucleare, perpetrata dai terroristi di un’organizzazione chiamata C.A.O.S. (!). Le radiazioni hanno mutato il clima e distrutto la maggioranza delle forme viventi; il sud degli Stati Uniti è ridotto ad un completo deserto e le città un tempo popolose sono spettrali ammassi di ruderi. In questa desolazione alcune comunità di coraggiosi sopravvivono a stento, messe in crisi dalla carenza di cibo ed acqua, oltre che dal dilagare di spietate bande di criminali. Non ci sono più leggi a tutelare le persone, perciò solo i forti sono in grado di sopravvivere.
Il lettore è chiamato ad impersonare il giovane Mark Phoenix, esploratore e guida del Gruppo Dallas 1 (GD1) nel suo viaggio disperato verso la California, che pare sia stata risparmiata dal disastro. Per affrontare la spedizione ed i micidiali pericoli, Mark dispone di 5 Caratteristiche di Sopravvivenza: Guida, Mira, Orientamento, Agilità ed Intelligenza. Il gioco inizia con 3 punti per caratteristica, più 4 da distribuire a piacimento all’inizio di ogni librogame incluso il primo. Ciascuna abilità è importante, perché le varie situazioni richiedono più check positivi per essere superate al meglio. Di solito si estrae un numero dalla Tabella del Destino, che va poi sommato al punteggio della caratteristica e confrontato con i valori richiesti a fine paragrafo. L’autore è molto fantasioso nel proporre e bilanciare i controlli, che sono influenzati dal possesso di oggetti o dall’attuale condizione fisica.
Come in Lupo Solitario, lo stato di salute è espresso dalla Resistenza (min 21, max 30) e la capacità offensiva dalla Combattività (min 11, max 20). La seconda può essere migliorata di 2 o 3 punti se si possiede un’arma da corpo a corpo, mentre la prima è messa a dura prova dalle continue avversità. Per fortuna si dispone di 3-12 Unità di Pronto Soccorso, ciascuna delle quali ripristina 3 punti di Resistenza; spesso queste non sono sufficienti a terminare il librogame ed è utile reperirne qualcuna per strada. La Resistenza può venir intaccata anche dalla fame e dalla sete; per questo è bene razionare adeguatamente l’acqua contenuta nella Borraccia e le poche razioni alimentari a disposizione.
La serie gioca molto sull’azione, sui combattimenti e sui controlli delle caratteristiche. Sono tuttavia presenti svariati Oggetti da poter raccogliere ed utilizzare a proprio vantaggio. In Guerrieri della Strada viene semplicemente chiesto se si possiede o meno un certo oggetto: in caso affermativo, l’uso è sempre corretto e fruttuoso; in caso negativo si viene indirizzati su un percorso più difficile. Esistono però dei limiti al carico (max 10 oggetti, in realtà 9 perché ci sono anche i proiettili) ed uno zaino pesante riduce di molto l’Agilità, che è una delle caratteristiche più importanti. Il giocatore deve perciò operare scelte drastiche, sia per quanto riguarda gli oggetti da portarsi dietro, sia nell’amministrazione delle riserve alimentari e della Resistenza. Avere una Resistenza troppo bassa al momento sbagliato può scatenare il fallimento di un check fondamentale e la morte prematura di Mark Phoenix.
La ciliegina sulla torta di questo regolamento ben articolato è la presenza delle Armi da Fuoco. Ne esistono ben 4: pistola, mitra, carabina e fucile a pompa, ciascuna con i propri pregi e difetti. Anche le munizioni sono di vari calibri, secondo il tipo di arma (9 mm per pistola e mitra, 7,62 mm per carabina, 12 mm per fucile a pompa); i proiettili vanno gestiti con cura perché non poter sparare implica situazioni svantaggiose. Per esempio il combattimento corpo a corpo, pur essendo condotto come in Lupo Solitario tramite una tabella dei Risultati di Combattimento, è bilanciato in modo da non premiare troppo il contendente con la Combattività più alta. Ne consegue che il corpo a corpo è rischioso in ogni caso e va evitato se possibile.
Il sistema di gioco evoluto dovrebbe bastare ad attirare la maggioranza dei potenziali lettori. A questo si aggiunge una trama ricca di eventi memorabili, animata da personaggi carismatici e densa di azione e pericolo. Ci sono alcuni momenti in cui Dever riesce a trasmettere la tensione palpabile che domina il mondo post-nucleare, dove ogni rudere cela una minaccia mortale. Tutti sembrano in combutta per impedire a Mark e al suo GD1 di raggiungere la meta: banditi, animali, eventi naturali. Non c’è un solo istante in cui Guerrieri della Strada permetta di tirare il fiato.
Si tratta di una serie eccellente, opera di un autore ispirato, padrone del genere letterario e della materia narrativa. Ciascun episodio è caratterizzato da piccoli difetti, spesso riguardanti il bilanciamento, ma la consistenza globale del lavoro è largamente sopra la media. Joe Dever sa gestire con profitto luoghi e temi antitetici rispetto a Lupo Solitario, dimostrando di essere uno scrittore completo e versatile sotto tutti gli aspetti.
La serie è costituita dai seguenti titoli:
1) Viaggio Disperato 2) Agguato in Montagna 3) La Zona Omega 4) Verso la California
Terminato - almeno apparentemente - il lungo ciclo di Lupo Solitario col volume 12, Joe Dever alla fine degli anni Ottanta si dedica ad un progetto completamente nuovo e diverso, una serie di librogame che trasporterà i suoi lettori in un setting che non ha nulla a che spartire con il Magnamund. Si intitola Guerrieri della strada (Freeway Warrior), e quella che segue è la sua storia.
A partire dagli anni Novanta, un’organizzazione terroristica chiamata CAOS (HAVOC in originale) avvia una lunga e fruttuosa escalation criminale che culmina con l’assassinio dei Presidenti degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica. Per contrastarla viene costituita la Lega per la Difesa Mondiale, che in breve sembra porre fine al regno di terrore dell’organizzazione. Ma i superstiti della CAOS si riorganizzano e, alla fine del 2011, riescono a impadronirsi di diciassette testate nucleari, che a causa di un incidente esplodono tutte insieme il 3 gennaio 2012. La detonazione devasta il pianeta, lasciando in vita solo una piccola parte dell’umanità e rendendo la superficie inabitabile per otto anni. Solo nel 2020 le radiazioni si attenuano e il sole riprende a filtrare da dietro il pulviscolo atmosferico, permettendo ai sopravvissuti di riorganizzarsi all’aperto. Mark (Cal) Phoenix, il protagonista della storia, è uno di questi sopravvissuti, nato nell’anno 2000. All’interno della piccola comunità di cui fa parte, le sue abilità di guidatore ed esploratore gli hanno valso il soprannome di “Guerriero della strada”. Quando, grazie alla radio, si scopre che la California è stata risparmiata dal disastro nucleare e che costituisce il più grande insediamento umano degli Stati Uniti, Mark e gli altri abitanti della colonia Dallas 1 decidono di mettersi in viaggio verso San Diego, perché la sorgente locale sta per esaurirsi e le incursioni dei banditi che infestano le città e il deserto si fanno di giorno in giorno più pericolose.
E’ dunque uno scenario post-apocalittico quello che si presenta al lettore in Guerrieri della strada, scenario palesemente ispirato dai film di Mad Max, ma di certo anche da un altro librogame di analoga derivazione, scritto da Ian Livingstone e recante il molto simile titolo di Freeway Fighter; diciamo anzi che l’idea di partenza del primo volume, ovvero lo scambio di combustibile con un’altra colonia in cambio di cibo e acqua, è esattamente lo spunto del libro di Livingstone. Ma mentre il numero 13 di Fighting Fantasy si esauriva qui, l’opera di Dever si articola lungo quattro volumi e racconta una storia impostata come le avventure di Lupo Solitario e dal sapore nettamente hollywoodiano. L’idea di introdurre immediatamente un super capo criminale assetato di vendetta aggiunge un potente elemento di continuità ai vari episodi del racconto, e trasforma in una corsa contro il tempo in quella che poteva essere una lunga scampagnata intervallata dall’attacco di qualche motociclista punk o di un paio di coyote affamati. In più, la presenza di un arcinemico irriducibile e in grado di reclutare migliaia di desperados sotto la propria guida rende Mark Phoenix qualcosa di molto di più di un semplice ragazzo in gamba, concedendogli i presupposti per diventare un eroe.
Analogo destino a quello del giovane Ramas, e pertanto non c’è da stupirsi se il regolamento di Guerrieri della strada si rifà in gran parte a quello di Lupo Solitario, con qualche twist che complica non poco le cose e contribuisce all’atmosfera tesa e disperata della vicenda. Mark Phoenix possiede un punteggio di Combattività e uno di Resistenza, e cinque caratteristiche che stabiliscono la sua abilità in quanto a Guida, Mira, Orientamento, Agilità e Intelligenza. Queste caratteristiche hanno un punteggio base di 3, ma è possibile ridistribuire tra di esse altri 4 punti, e altri 4 se ne ottengono ogni volta che si completa con successo un volume, riflettendo la crescita del personaggio tra una tappa e l’altra. Anche se tra il primo e il quarto volume viene così a crearsi un gap di ben 12 punti, stranamente l’ultimo libro rimane piuttosto ben bilanciato, e offre una sfida tanto al veterano quanto al giocatore occasionale.
L’Agilità è sicuramente la caratteristica più a rischio, perché è soggetta a dei malus dovuti al carico trasportato da Mark. Se questi porta nello Zaino più di tre oggetti l’Agilità scende di un punto, con più di sei oggetti di due punti e, se lo Zaino arriva al massimo di dieci oggetti, la penalità è di ben tre punti. Si tratta di un handicap inaccettabile, perciò nei primi due volumi, e probabilmente anche nel terzo, una delle difficoltà maggiori consisterà nel decidere che cosa portarsi dietro e che cosa lasciare al suo posto, considerando che lo Zaino deve anche portare i Pasti. Dal momento che gli oggetti che tornano veramente utili sono molto pochi in confronto al mare di cianfrusaglie sparse qua e là, e che può succedere che un attrezzo trovato in un volume torni utile in quello successivo, la gestione dell’inventario pone dei seri grattacapi: avere una buona Agilità è d’obbligo.
Per difendersi e attaccare Mark può scegliere una tra quattro armi da fuoco: pistola, mitra, carabina e fucile, con le relative munizioni di diverso calibro. Si possono portare fino a tre di queste armi, ma conviene farsene bastare una perché avendone di più si hanno ulteriori riduzioni di Agilità. Il combattimento corpo a corpo invece sfrutta lo stesso regolamento di Lupo Solitario, col Rapporto di Forza tra le Combattività e la tabella dei risultati di combattimento; quest’ultima però è molto particolare, perché in realtà non riflette le reali differenze tra le forze dei due contendenti. Forse Dever voleva bilanciare maggiormente il sistema rispetto a quello di Lupo Solitario, ma oltre ad essere irrealistica, la tabella così ottenuta è anche una vera roulette russa: a conti fatti, avere quattro punti in più o in meno dell’avversario non fa una grossa differenza, e anzi capita fin troppo spesso e volentieri che un combattimento apparentemente molto vantaggioso finisca per essere un massacro che riduce la Resistenza di Mark a livelli pericolosamente bassi nel giro di pochissimi scontri. La Resistenza è fondamentale, perché entra in gioco in numerosi check di punteggio, specialmente quando il libro ha superato la metà dell’avventura; è quindi ovvio che si deve fare di tutto per non incappare in uno scontro all’arma bianca. Per recuperare Resistenza si possono usare le unità di pronto soccorso, che tornano anche utili in caso di avvelenamento o per depurare acque inquinate. Naturalmente, data l’ambientazione desertica, non poteva mancare una borraccia, contenente quattro razioni d’acqua. Se non si beve quando viene richiesto si perde Resistenza, e onestamente a volte sembra che l’autore non abbia gestito a dovere le occasioni di rifornimento idrico, anche se restare senza cibo è comunque molto più facile.
Poiché le avventure di Mark Phoenix sono molto meno incentrate sul combattimento di quelle del Cavaliere Ramas, Guerrieri della strada offre interattività sotto forma di mille piccole ma importanti scelte, e di una marea di prove di questa o quella abilità, variamente combinata con altre e con i numeri estratti dalla Tabella del Destino. Tutto questo ha il suo corrispettivo in avventure frenetiche, senza respiro, costellate di situazioni a rischio di vita e di decisioni continue. Il giocatore è costantemente sul filo del rasoio, e non può tirare veramente il fiato se non dopo essere stato indirizzato al 350. Stupisce la durata delle storie di Dever, pur con un numero di paragrafi nettamente inferiore a quello della maggior parte della concorrenza: i libri di Guerrieri della strada sono lunghissimi, e non per via di un testo prolisso, bensì per la semplice quantità di sezioni da visitare. Si tratta dunque di una serie prepotentemente narrativa, ma il gioco è integrato talmente bene che il racconto non è mai fine a sé stesso, e anzi diventa efficace veicolo e conseguenza dell’aspetto ludico. Questo è proprio ciò che ci si aspetta da un librogame, e Guerrieri della strada, con questo perfetto mix di lettura e di gioco, è un altro pieno successo per il suo autore. Joe Dever dimostra grande coraggio e grande versatilità nell’avventurarsi in un progetto così diverso da quello fantasy delle sue radici (e al quale tornerà in seguito), ma il risultato finale gli dà ragione: Guerrieri della strada è un altro classico del librogame, certamente meno noto di Lupo Solitario, ma altrettanto intenso e irrinunciabile.