C'è un problema grosso, questa volta: alcune stelle stanno scomparendo dallo spazio infinito. Rubate? Distrutte? Mangiate? Cosa si nasconde sotto questo colossale furto di energia? Vuoi farti proiettare subito nel settore interessato, o preferisci studiare prima il problema? Insieme al tuo fedele robot, Tor-2, puoi iniziare subito la tua missione; ma attento, è in gioco la tua vita!
Titolo originale: The Exploding Suns Autore: Christopher Black Anno: 1984 Illustrazioni: Maelo Cintron Traduzione italiana: Francesca Gregoratti (1988)
La repentina sparizione di alcune stelle è l’arcano da svelare nell’ultimo episodio di Avventure Stellari. Assieme all’onnipresente Tor-2, si può scegliere di recarsi nel settore X-7793A e studiare lo strano fenomeno, oppure di gettarsi a capofitto in mezzo al disastro cosmico, a bordo della navicella spaziale Guerriero. Ormai si è inteso che ciascuna strada offre una diversa spiegazione per lo stesso mistero.
Ci si può così trovare a combattere contro uno smisurato verme solare, oppure a sventare i piani di alcune razze aliene avide di energia stellare, siano essi i Vend, i Sauriani oppure una misteriosa entità chiamata l’Alveare. Assai slegata dalle altre è la sottotrama del capitano Bront e della sua astronave fantasma, una simpatica commistione tra sci-fi, maledizioni marinare e Moby Dick di Melville. Le varie soluzioni sono abbastanza interessanti a livello narrativo, peccato che Avventure Stellari sia una serie priva di raziocinio nel determinare gli esiti e preferisca sorprendere il lettore con conseguenze inaspettate, impossibili da presagire quando si imbocca l’uscita di un paragrafo.
Da sottolineare la possibilità di giungere al finale “migliore” attraverso più strade, il che compensa un po’ l’arbitrarietà con cui Christopher Black valuta la prestazione del lettore. D’altro canto, diventa possibile raggiungere la stessa morte da punti diversi e sono perfino presenti dei vicoli ciechi, con due scelte entrambe mortali. Le Stelle Scomparse si distingue per una marcia in più riguardo all’umorismo, che va scoperto esplorando ogni percorso disponibile. Il guaio è che spesso le scene migliori compaiono nei finali meno premiati dal punteggio, o addirittura in punto di morte.
Un librogame nella media della serie, che non si distingue per profondità ed equilibrio. Rilevo anche qualche carenza nelle illustrazioni, perché ci sono alcune scene estremamente difficili da visualizzare che non sono raffigurate. La qualità è buona, ma stavolta Maelo Cintron ha preferito inserire disegni di maniera, invece che dare forma alle fantasie più strane dell’autore.
Ambientazione: 6 Stile di scrittura: 7 Bilanciamento: 4 Interattività: 5 Aspetto grafico: 6
Titolo originale: Star Challenge - The Exploding Suns
Autore: Christopher Black
Illustratore: Maelo Cintron
Alcune stelle scomparse portano il nostro eroe a scegliere tra recarsi nel settore x-7793A per studiare tale avvenimento, oppure di utilizzare la navicella Guerriero per buttarsi nel disastro cosmico e capire cosa succede. Ogni strada offrirà una diversa spiegazione.
Sebbene vi siano spunti interessanti e percorsi maggiormente ragionati, pervade nel volume la solità irrazionalità. Ovvero si puo' arrivare alla fine in piu' modi,ma i percorsi migliori e piu' interessanti non sono quelli che portano al punteggio migliore. Anzi, vi è anche la presenza di paragrafi con scelte che portano a finire in tutti i modi il volume in malomodo.
Merita una sufficienza striminzita se non altro per una maggior ricerca nel complesso, sia per ambientazione e scelta dei percorsi. Da notare che pure qui l'aspetto grafico è sceso rispetto ai primi tre volumi della serie.
Interattività (cioè quanto il LG sfrutta le potenzialità a sua disposizione): 5 Stile di scrittura (quanto l'autore sa coinvolgere per qualità letteraria): 6 Ambientazione (quanto l'autore sa coinvolgere per la ricchezza dei luoghi e dei fatti): 6 Bilanciamento (equilibrio tra le regole e l'effettiva difficoltà): 5 Grafica: 6
Briefing della missione: nel Settore Spaziale X-7793A i soli stanno scomparendo per cause totalmente sconosciute. Nebula ci invia sul post per svelare il mistero e, naturalmente, risolverlo.
La struttura di Le stelle scomparse è la più complessa tra tutte quelle che la serie ha presentato. A pagina 3 c’è un bivio: ci si può far proiettare direttamente nel settore interessato, oppure ci si può andare a bordo del Guerriero. Questa seconda opzione ci pone però subito di fronte a un trivio, perciò questa strada si sfiocca rapidamente e drammaticamente in una enorme quantità di piccoli percorsi, che si diramano anch’essi più e più volte. Teoricamente questo dovrebbe essere un pregio: sembra intuitivo che una grande varietà equivalga ad una grande ricchezza di possibilità. Però non è così, perché in realtà leggere questo librogame per provarne tutte le combinazioni è frustrante e rivela molti più limiti di quanto si pensi.
Infatti le varie storielle sono tutte troppo brevi, e soprattutto non riescono a mantenere una traiettoria stabile per più di due pagine prima di aprirsi di nuovo a ventaglio, inseguendo un numero eccessivo di alternative; tutte finiscono quindi per essere delle letture usa e getta, di scarsissimo spessore. Le uniche a lasciare qualche ricordo sono quella del verme solare, non male ma troppo dispersa, e soprattutto quella del capitano Bront, un Achab dello spazio in perenne caccia della sua Moby Dick, che credo sia il notevole mostro visto in copertina (non si tratta infatti del succitato verme). Il resto si dimentica immediatamente dopo averlo letto, perché per seguire una trama si fa veramente fatica. Non aiutano le peculiari scelte dell’autore, che portano vari sentieri autonomi ad intersecarsi in pagine comuni, non sempre rispettando perfettamente la coerenza delle situazioni; a volte si incappa addirittura in strade senza uscita, dove le due scelte del bivio conducono entrambe a un inevitabile SKIANT!
In questa triste fiera della vacuità, risultato di un progetto troppo ambizioso e troppo confuso al tempo stesso, viene fuori perfino un errore clamoroso: pagina 67 non è raggiungibile da nessuna parte, nemmeno nel testo inglese, anche se mi pare di capire che debba provenire da pagina 28 (invece di andare da 28 a 81; infatti pagina 67 rinvia proprio a pag. 81). A completare la terribile ricetta si aggiunge una traduzione vergognosa che impedisce di comprendere quasi tutto quello che sta succedendo: cito due meravigliosi esempi come pagina 31 (“Il livello di energia sarà insufficiente tra 14.3 minuti”, invece che “per 14.3 minuti”) e soprattutto pagina 8 (“Il mondo più vicino è a settantatré centesimi di secondo da qui”, e quindi dov’è il problema? Be’, è che in realtà si tratterebbe di settantatré parsec…). Le stelle scomparse fallisce nel suo tentativo di dare troppo, lasciando al lettore solo una sfilza di scelte random e di pagine che non durano né negli occhi né nella mente.