Un esercito di Androidi minaccia la sicurezza dell’intera galassia. Vuoi partire subito per eliminare il cervello che muove questi terribili avversari? Vai a pagina 10. Oppure preferisci restare a organizzare la difesa di Nebula dall’attacco degli Androidi? Allora vai a pagina 56. Insieme al fedele robot Tor-2 puoi partire subito per la tua missione, ma attento: è in gioco la tua vita!
Titolo originale: The Android Invasion Autore: Christopher Black Anno: 1984 Illustrazioni: Maelo Cintron Traduzione italiana: Francesca Gregoratti (1986)
Il secondo volume di Avventure Stellari è sicuramente più organico del suo predecessore, perché propone un tema attorno al quale s’impernia tutta l’azione. Improvvisamente, la base Nebula è attaccata da un esercito di Androidi, creature artificiali simili agli uomini e guidate da un misterioso cervello. Prima dell’assalto, stavi per imbarcarti e raggiungere i Mondi Frontiera, dai quali sono giunte richieste di aiuto contro una misteriosa invasione. Puoi tentare di seguire questa pista, oppure restare a difendere Nebula.
Qualsiasi scelta porta a scoprire l’origine degli Androidi, ma ogni strada svela un segreto diverso, in certi casi piuttosto curioso. Lo schema narrativo di Avventure Stellari non prevede l’interazione con una storia prefissata, bensì la scelta (casuale) di vari possibili finali; malgrado il mio scarso apprezzamento per questo sistema, trovo che in questo caso sia molto interessante che un bambino apprenda più spiegazioni per lo stesso mistero e le confronti. Riflettere sulle possibili variazioni è un primo passo verso la scrittura creativa; in quest’ottica, L’Invasione degli Androidi rappresenta un ottimo librogame per educare all’immaginazione.
Purtroppo, si registra la consueta incongruenza tra alternative e conseguenze delle scelte, nonché la più totale arbitrarietà nell’assegnazione dei punti a fine libro. A titolo d’esempio, il finale che corrisponde al voto migliore è quello in cui si persuade il capo degli Androidi a sospendere le ostilità e a cercare il negoziato. Sarebbe tutto perfetto, se l’alternativa che porta a questa conclusione non recitasse: “Se pensi di poter sostenere una battaglia mentale, vai al 79”. Battaglia mentale? Gettarsi a terra e confondere l’Androide con una serie di frasi melense sarebbe una “battaglia mentale”? Il risultato è impossibile da prevedere in base alle premesse, così anche questa volta l’esito delle scelte dipende dalla balzana logica di Christopher Black, che si incarica di interpretare i timidi spunti del lettore.
La scarsa interattività continua a disturbare il gioco, ma L’Invasione degli Androidi riesce a focalizzare l’attenzione su di un singolo mistero e sulle sue possibili soluzioni. Nel complesso, un librogame piacevole da leggere, ma poco interessante dal punto di vista del gioco. Le illustrazioni di Maelo Cintron sono puntuali e in armonia con lo stile narrativo.
Ambientazione: 7 Stile di scrittura: 7 Bilanciamento: 5 Interattività: 4 Aspetto grafico: 7
Titolo originale: Star Challenge - The Android Invasion
Autore: Christopher Black
Illustratore: Maelo Cintron
Ok, il secondo volume è meglio del primo, almeno per il soggetto e la linearità che è "leggermente" migliorata. Ma ancora non ci siamo. Sebbene siano volumi dedicati a una pubblico molto giovane, ancora non capisco come certe scelte vengono partorite dall' autore.
Il tema è un invasione di Androidi sulla base Nebula, e il nostro protagonista potrà scegliere se difendere Nebula o raggiungere i Mondi Frontiera da dove è giunta una richiesta d' aiuto. Questa volta la scelta, in tutti i casi porterà a conoscere l' origine di questi Androidi, dando' pero' informazioni diverse. Elemento che mancava nel primo volume. Sono presenti vari finali , i quali, come gli altri libri della serie, ci daranno il nostro punteggio finale.
La linearità è leggermente migliorata, come dicevo, ma manca ancora una struttura generale del volume che porti a evitare l' inesattezza tra alternative e conseguenze delle scelte.
Apparato illustrativo sapiente e gradevole.
Interattività (cioè quanto il LG sfrutta le potenzialità a sua disposizione): 4 Stile di scrittura (quanto l'autore sa coinvolgere per qualità letteraria): 6 Ambientazione (quanto l'autore sa coinvolgere per la ricchezza dei luoghi e dei fatti): 6 Bilanciamento (equilibrio tra le regole e l'effettiva difficoltà): 4 Grafica: 7 Voto complessivo: 5 Difficoltà: scuola elementare
Briefing della missione: i contatti con i Mondi-frontiera ai margini della galassia si sono interrotti. Mentre veniamo istruiti sul da farsi, la base Nebula viene attaccata da un esercito di androidi.
Scoprire origine e mire di tali androidi è quanto dovremo fare, scegliendo a caso uno tra la raffica di diversi piccoli percorsi che ci vengono offerti. Nessuno è troppo breve, peccato però che nessuno sia davvero interessante. Una simile quantità di filoni narrativi differenti, ognuno diretto verso la sua conclusione indipendente, impedisce di sviluppare una storia solida e intrigante, e i finali stessi sono insoddisfacenti. Le spiegazioni al mistero degli androidi hanno costretto Black a tali voli dell’immaginazione che è difficile dire se sia più giusto premiarne la creatività o denunciarne la follia; a pelle, io propendo per la seconda opzione. Gli androidi sono tutto e il contrario di tutto: sono giocattoli di un bambino gigantesco, sono pupazzi ingranditi da uno scienziato pazzo, sono attori nel film di un regista alieno, sono vere creature robotiche in ribellione contro gli umani, a seconda della decisione fatta ad ogni bivio. Talvolta poi non arriviamo nemmeno a scoprirlo davvero, e talaltra è arduo capire che cosa diavolo sia successo, per lo più perché il libro è stato tradotto con una parte del corpo che non sono le mani: lo si capisce fin dall’introduzione, dove Avventure Stellari viene rinominato più letteralmente “Sfida nello spazio”, ma l’esempio migliore è la scelta che porta a pagina 79, la quale tra l’altro contiene un finale che definire il migliore del libro (stando alla tabella dei punteggi) è un insulto. Il finale a pagina 28 è una scelta originale, che può piacere o meno; a me sta terribilmente antipatica, è un genere di “colpo di scena” che tendo a considerare una morte arbitraria e ingiusta, come del resto molte altre nel libro.
Sarà pure questione di gusti, fatto sta che L’invasione degli androidi non mi piace granché. Ben poche sono le parti che trovo di un certo valore, disperse in una struttura lontana da quella del primo volume e, ahimé, ben più tipica della serie; la pessima traduzione peggiora ulteriormente le chance di gradimento. Mancano comunque una caratterizzazione e un interesse degni di questo nome: le storielle sono troppo rapide, troppo usa e getta, caratterizzate unicamente dal finale a scapito della strada che vi porta. I disegni sono gradevoli, forse non a livello del primo volume ma ci siamo vicini. Una curiosità: il finale di pagina 59 non è stato inserito nella tabella dei punteggi, nemmeno nell’edizione originale.