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Indice principale : Librogame E.L. - Singoli Libri : Golden Dragon : 

Categoria: Librogame E.L. - Singoli Libri Golden Dragon
Titolo: 04 - L'Occhio del Dragone  Piu' letteValutazione: 8.67  Letture:2230
Descrizione   Dave Morris
Descrizione   Doveva essere una missione semplice: eri stato inviato dagli anziani del Consiglio a recuperare una gemma di immensa potenza – l’Occhio del Dragone – dalle rovine della città di Thalios. Ma quando arrivi a destinazione, trovi la precedente spedizione decimata dai Kappa, creature di corallo che abitano i regni del mare. Se l’Occhio del Dragone cadesse nelle loro mani, sarebbe la fine per te e i tuoi simili. La salvezza del tuo mondo dipende dalla tua abilità di guerriero-mago e dal tuo coraggio!
Valutazione media: (1) (10)
Data pubblicazione 1/1/2007
Inviata da: lonewolf79 il 29/8/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 10 10
Descrizione
     Titolo italiano: L' Occhio Del Dragone

Titolo originale: The Eye of the Dragon


Autore: Dave Morris


Illustratore Russ Nicholson

Volete un librogame da giocare e rigiocare con piacere? Bene! Perchè L' Occhio Del Dragone è proprio il genere di libro che fa per voi!
Avvicinarmi a questa serie non in modo consueto ( ma dal numero 4) mi ha fatto catapultare subito nel titolo piu' bello e intrigante.

Impersoniamo un Mago/Guerriero del Regno Antico,abile spadaccino ma anche eccellente Stegone.
Presso le rovine di Thalios, antica capitale di un potente impero, una spedizione ha ritrovato l’Occhio del Dragone, una gemma dai fantastici poteri. Pertanto solo un mago esperto puo' aprire lo scrigno protettivo e dominare il potere dell’artefatto. Il consiglio dei saggi sceglie il nostro protagonista per tale impresa.

Le rovine di Thalios sorgono su un terreno che l'alta marea sommerge quotidianamente e pertando non è possibilie raggiungere la città via terra per diverso tempo.
Le guide che aspettano il nostro eroe invece di dargli una mano lo attaccano e cosi' veniamo a conoscenza che l'intera città è invasa dai Kappa, creature marine con poteri psichici.

Pertanto il gioco diventa rischioso in quanto bisogna trovare l' occhio e il maestro Giru ( che ci potrà dare una mano) affrontando varie insidie.Constatando il fatto che ci servono alcuni oggetti presenti nell' avventura e i percorsi sono inpregnati di alcuni combattimenti veramente ostici.
Pero' dalla nostra parte avremo la possibilità di usare 12 incantesimi veramenti utili. Questi potranno essere usati solo una volta e pertanto la scelta di quando usarli diventa decisiva.
8 di questi possono essere usati solo quando il testo ce lo dice, gli altri 4 a nostro piacimento.

E' un librogame certamente tosto con molti nemici e trappole e l' ambientazione dei siti archeologici di Thalios è resa in maniera superba.
Aspetto grafico? beh Russ Nicholson da' un tocco in piu' a questo librogame
PROVATELO!


Interattività (cioè quanto il LG sfrutta le potenzialità a sua disposizione): 10
Stile di scrittura (quanto l'autore sa coinvolgere per qualità letteraria): 9
Ambientazione (quanto l'autore sa coinvolgere per la ricchezza dei luoghi e dei fatti): 10
Bilanciamento (equilibrio tra le regole e l'effettiva difficoltà): 8
Grafica: 10

Voto complessivo: 10
Difficoltà: alta

Inviata da: EGO il 14/9/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 7 7
Descrizione
     L’Occhio del Dragone è un libro che generalmente riceve consensi entusiastici, ma dopo averlo esplorato a fondo non riesco a capire perché. Oltre a non essere straordinario, cade addirittura al di sotto degli abituali standard di Dave Morris, per i motivi che vedremo.
La storia è banale ma interessante: una spedizione tra le rovine dell’antica città marittima di Thalios ha riportato alla luce uno scrigno contenente l’Occhio del Dragone, un’antica reliquia dagli immensi poteri. Il forziere, però, è sigillato magicamente e per aprirlo serve l’aiuto del protagonista, un guerriero-mago di grande fama e potenza. Sembra una tranquilla passeggiata, ma si scopre poi che le rovine sono state attaccate e assediate dai Kappa, una razza di creature sottomarine che vogliono usare l’Occhio a proprio beneficio. La visita a Thalios si trasforma quindi in una disperata corsa contro il tempo…

L’atmosfera della città in rovina è il punto di forza del libro. L’esplorazione notturna, svolta nella massima furtività per evitare le pattuglie dei Kappa e dei loro Granchi giganti, ci trasporta in un mondo immobile e sinistro in cui si ritrovano vestigia greche, romane ed egizie a breve distanza l’una dall’altra. Il senso di antichità e di mistero che permea Thalios è fantastico, e indagarne le mille sorprese dà delle grosse soddisfazioni.
Purtroppo la struttura del libro non è altrettanto affascinante. Ritorna infatti la notevole rigidità vista nel Tempio di Fiamma: è vero, questa volta esistono effettivamente due strade per arrivare alla fine, ma non sono proprio alternative, visto che gli oggetti necessari per finire l’una e l’altra si trovano comunque nello stesso edificio. Il sistema dei bivi poi è insolitamente intricato, con strade a sensi unici alternate ad inaspettate occasioni di tornare indietro a recuperare un altro oggetto fondamentale. Particolarmente odioso il fatto che un bivio all’inizio della storia faccia accedere ad una sezione molto avanzata senza aver visitato i punti chiave della città, e senza offrire alcuna occasione di tornarci. Anche questa poi è un’avventura con un sacco di oggetti da trovare in sequenza e da utilizzare al momento giusto per ricomporre il puzzle definitivo, pezzo dopo pezzo. C’è ben poca libertà, ci si sente costretti a percorrere dei binari ben definiti, e la conseguenza è che bisogna ripetere il tutto un buon numero di volte; non aiuta il fatto che ci siano combattimenti obbligatori, sull’una e sull’altra strada, di difficoltà molto alta. Con una o due eccezioni, tutte le battaglie sono molto difficili se risolte con la spada, spesso in modo esagerato, e senza che ce ne sia bisogno, perché il labirinto di scelte è già di per sé sufficiente a rendere il libro lungo e complicato.

Una trovata interessante è l’uso degli incantesimi. Ce ne sono ben 12, e ciascuno può essere usato una sola volta per partita; otto possono essere scelti solo quando il libro ci offre di farlo, mentre gli ultimi quattro includono magie di attacco, difesa o risanamento, e si può decidere di farne uso anche di propria iniziativa. Non fatevi ingannare, però: basta una partita per capire come anche gli incantesimi vadano a inserirsi nella successione di manovre sequenziali necessarie per arrivare alla fine della storia. Usare una magia al momento meno adatto significa non poterla usare quando il suo possesso farà la differenza tra la vita e la morte, e quindi essa non ha né più né meno che le stesse funzioni di un oggetto qualsiasi.

Ci sono poi diverse cose che indispettiscono, in quanto insolite da parte di Morris. Prima di tutto, sebbene la creatività dell’autore sia sempre più prolifica di quanto sembri possibile, questa volta alcune delle sue idee non trovano una sistemazione logica nella storia e nella sua ambientazione, apparendo nettamente fuori luogo. Mi riferisco soprattutto a Ligea, un riempitivo palese e davvero inspiegabile; ma anche Lord Mantiss, così strambo e così fondamentale per la buona riuscita della ricerca, sembra completamente campato per aria, quasi fosse uscito da un altro libro.
Seconda cosa: ci sono alcuni errori per cui certi paragrafi offrono delle scelte che il lettore non può selezionare, ma che non rimandano nemmeno indietro al paragrafo precedente per scegliere un’altra opzione. Se scelgo di usare l’incantesimo Séance in un certo punto e scopro che non ho incontrato il corpo di nessuno degli spiriti che potrei evocare, perché non c’è un’opzione che mi riporta indietro e mi fa scegliere di fare qualcos’altro? Questa è un’omissione piuttosto grave.
Dà anche abbastanza fastidio che la strada giusta, già così difficile da individuare e così piena di incontri dall’alto potenziale di morte, preveda anche un lancio di dadi che, se fallisce, preclude completamente la raccolta di un oggetto essenziale. Ma la botta più terribile arriva alla fine: al terzultimo paragrafo si deve scegliere una possibilità tra le tre proposte, e questo completamente a casaccio, in un frangente dove sbagliare significa morire. Questa è veramente la trovata più triste di tutte, e proprio non aveva senso di esistere in un libro che riesce benissimo a dare un mucchio di grattacapi senza doverti anche far saltare nel buio quando ormai siamo davvero alla fine. E’ persino peggio che nei due volumi precedenti, perché non ha proprio nessun valore dal punto di vista narrativo e ludico; è semplicemente una carognata gratuita e crudele, degna di un Andrew Chapman magari, ma non certo di un autore del calibro di Dave Morris.

L’Occhio del Dragone è così un altro di quei libri terribilmente affascinanti, ma che fanno di tutto per farsi mollare prima di averli finiti. Diciamocelo, poi: il finale, che fa parte di un peculiare filone di cui Morris darà esempio anche in Realtà Virtuale, non è granché, ed è sicuramente meno bello di quello del Tempio di Fiamma, che stilisticamente ed emozionalmente parlando è su un altro livello. L’Occhio del Dragone è un lavoro più maturo e più curato, ma non davvero migliore del suo predecessore, che ha più le caratteristiche del classico. Ha dalla sua delle illustrazioni straordinarie, ma del resto ai disegni c’è un certo Russ Nicholson, uno dei massimi artisti del librogame; e, d’altra parte, ha anche la peggior traduzione del Golden Dragon italiano, un lavoro veramente indegno, così superficiale e poco curato che in certi punti rasenta il ridicolo. Non lo considero il miglior libro della serie, e anzi, francamente mi sembra uno dei meno indispensabili.

Inviata da: Gurgaz il 31/1/2008
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 9 9
Descrizione
     Titolo originale: The Eye of the Dragon
Autore: Dave Morris
Anno: 1985
Illustrazioni: Russ Nicholson
Traduzione italiana: Laura Pelaschiar Mc Court (1994)

L’Occhio del Dragone è un magnifico librogame, dotato di una struttura originale, di una trama stupenda e di un’ambientazione riuscita. Il giocatore ha la possibilità di impersonare un Mago Guerriero del Regno Antico, che oltre ad essere un abile spadaccino dispone anche di una nutrita lista di Incantesimi. Gli anziani dell’Accademia della Luce della Verità ti comunicano una notizia incredibile: presso le rovine di Thalios, antica capitale di un potente impero, una spedizione ha ritrovato l’Occhio del Dragone, una gemma dai fantastici poteri. Serve un mago esperto per aprire lo scrigno protettivo e dominare il potere dell’artefatto, così i saggi hanno scelto di affidarsi alle tue notevoli capacità.

Le rovine di Thalios sorgono su una collinetta al centro di una lingua di terra, che l’alta marea sommerge quotidianamente, di conseguenza per diverse ore non è possibile raggiungere la città via terra. Dopo esserti affrettato per arrivare in tempo, trovi una pattuglia di guardie ad attendere il tuo arrivo. Sono lì per scortarti da Mastro Giru, capo della spedizione, ma qualcosa nel loro atteggiamento ti rende guardingo. In breve, sei attaccato! Scopri che la città è stata invasa dai Kappa, strani esseri sottomarini capaci di influenzare le menti; la tua missione è trovare Mastro Giru e recuperare l’Occhio del Dragone, battendo sul tempo le sinistre creature di corallo.

Nessuno dei due obiettivi è facile da centrare, perlomeno al primo tentativo. In tutta sincerità, occorre provare il librogame diverse volte prima di poter raggiungere Mastro Giru; per contrastare i Kappa, invece, è indispensabile reperire alcuni oggetti nella città, altrimenti si è costretti a lasciare nelle loro grinfie la preziosa gemma. Ho individuato due strade possibili, una più breve ed una assai involuta, per certi versi più interessante. Entrambe sono funestate dalla presenza di un combattimento difficilissimo ed inevitabile, dove le chance di sopravvivenza sono ridotte e non si possono usare incantesimi. Per la cronaca, i combattimenti di questo librogame sono di difficoltà medio-alta ed è meglio cercare di evitarli, adoperando oggetti o magie.

Un appunto sugli incantesimi, visto che sono presenti solo in questo volume di Golden Dragon. Ciascuno dei 12 sortilegi può essere usato una volta sola nell’avventura, perciò non si possono lanciare a casaccio. Spesso essere sprovvisti di un incantesimo in un momento cruciale può significare la fine della missione. I primi 8 possono essere usati solo quando il testo ne dà la possibilità; i restanti 4 (Pugnale della Mente, Invulnerabilità, Schivata e Incantesimo Risanante) possono essere adoperati anche a piacimento. Nel complesso, un sistema un po’ limitante, per cui la scelta corretta degli incantesimi diventa un ulteriore elemento di difficoltà. Da segnalare alcuni spell interessanti: Tigre di Fuoco (crea un animale fiammeggiante che può combattere o fungere da fonte di calore), Confusione (disturba il pensiero e i movimenti) e Séance (permette di parlare con i morti, anche se non è privo di rischi).

L’ambientazione mi è piaciuta tantissimo, anche se Thalios pare un collage di vari siti archeologici: comprende un anfiteatro, una domus, un Viale delle Sfingi, una cittadella, un tempio. È emozionante muoversi nella notte, perlustrare ruderi dove sopravvivono antiche maledizioni e guardiani magici, nella consapevolezza che i Kappa e i loro “cani da guardia” pattugliano le strade. Portare a casa la pelle e la gemma è un’impresa non da poco, ma la rapidità con cui si può ricominciare e tentare altre strade evita l’insorgere della frustrazione. Alcune trappole e certi nemici evitabili sono così pregevoli (Il Demone di Sangue, Nuckelavee, l’Idolo) che è quasi un piacere soccombere davanti a loro ed imparare come si eludono. Con un po’ di fortuna è possibile incontrare due antichi abitanti di Thalios: Lord Mantiss e il vecchio Chu, stracarichi di oggetti magici; sappiate che è difficile convincerli a cedere i loro beni.

Un altro librogame con cui spremersi le meningi, di ottima fattura e sontuosamente illustrato da Russ Nicholson. Il disegnatore ed alcuni particolari permettono di scorgere ne L’Occhio del Dragone il primo vagito di Blood Sword. Come avventura one-shot è una delle migliori che io abbia mai letto e senza dubbio è il cavallo di battaglia della serie.

Ambientazione: 10
Stile di scrittura: 8
Bilanciamento: 6
Interattività: 8
Aspetto grafico: 9

Voto complessivo: 9
Difficoltà: alta

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